“Non è nei poteri di un presidente di Regione decidere quale politica di accoglienza di profughi persegue il nostro paese. Tanto meno è accettabile che si minaccino in modo ritorsivo, e illegalmente, riduzioni di risorse ai comuni che ospitano profughi”. E’ quanto affermato nella giornata di ieri dal sindaco di Torino e presidente Anci, Piero Fassino, intervenuto in merito alle dichiarazioni del presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, che sempre domenica ha minacciato di bloccare i trasferimenti regionali per quei Comuni che accoglieranno migranti. “Mi auguro che il presidente Maroni si renda conto della insostenibilità delle sue dichiarazioni – ha aggiunto e concluso Fassino”.
Ma non è stato solo il presidente Anci a rispondere a Maroni. L’ultima presa di posizione di un sindaco è quella di Jacopo Massaro, primo cittadino di Belluno, che al presidente della Lombardia oggi dice: “Innanzitutto si tratta di dichiarazioni fuori luogo perché le Regioni non hanno potestà sulla materia e poi l’arma della minaccia è inaccettabile perché ritorsione analoga potrebbe venire dallo Stato verso le Regioni o dai cittadini non pagando l’Irpef. Maroni indirizzi le sue energie per velocizzare il lavoro delle commissioni che valutano lo status di rifugiato perché il 90% dei migranti vuole lasciare subito l’Italia ma è trattenuto fino ad un anno per la lentezza delle commissioni”. “Le dichiarazioni di ieri non spostano una virgola – conclude Massaro – e queste posizioni non fanno altro che lasciare sui territori il problema”.
Sempre oggi, poi, le dichiarazioni del sindaco di Milano Giuliano Pisapia, di quello di Palermo Leoluca Orlando e di Flavio Tosi, primo cittadino di Verona che intervistato da La Stampa non usa mezzi termini sulla minaccia di tagliare i fondi regionali ai Comuni: “E’ illegittima, illegale. Un Tar la smonta in due minuti. Qualche mese fa – ricorda Tosi – in Regione Lombardia, siccome avevano un credito di 100 milioni con il ministero dell’Iterno, qualche leghista propose di smettere di assisterli anche da un punto di vista sanitario. Ma non si può! Non puoi lasciare morire le persone!”. Sul problema generale dell’accoglienza per Tosi “deve essere coinvolta l’Europa, non ci sono altre strade. Se tutti i richiedenti asilo che arrivano in Sicilia ottenessero il riconoscimento di rifugiato sarebbero liberi di andare in giro per l’Europa. Credo che a quel punto l’Ue sarebbe più che obbligata ad affrontare il problema”.
Ma ieri, tante sono state le voci di altri sindaci, da Nord a Sud. Il primo a parlare è stato il presidente del Consiglio nazionale Anci Enzo Bianco che da Catania ha giudicato come “farneticanti” le minacce di Maroni e “ridicola la diffida ai prefetti. Masochistica” per Bianco anche “l’idea di rifiutare il principio della condivisione proprio nel momento in cui l’Europa sta per accertare le quote dei migranti da condividere fra tutti i Paesi dell’Unione. E noi? – si è domandato il sindaco di Catania – che da due anni, con i nostri volontari, abbiamo salvato e ospitato decine di migliaia di disperati, due terzi dei quali hanno diritto all’asilo? Ora che anche le navi di altri Paesi cominciano a fare il loro dovere e l’Europa si sveglia dal suo torpore, è così che l’Italia risponde? Chi ha un impegno tanto importante come quello di amministrare i nostri territori dovrebbe tenere atteggiamenti responsabili ed affrontare i problemi, invece di abbandonarsi a un facile quanto dannoso populismo. Essere poveri di umanità – ha chiosato Bianco – è la miseria più grande”.
Dal Sud al Nord lombardo il tenore delle dichiarazioni dei sindaci è lo stesso. “Quello che dice Maroni è del tutto illegittimo – ha detto sempre ieri il primo cittadino di Bergamo Giorgio Gori, intervistato da La Repubblica –. Un ricatto inaccettabile”. Maroni “non ha autorità per poter sanzionare i sindaci che con fatica si fanno carico di quella che è un’ evidente emergenza umanitaria”. “Vuole scrivere ai prefetti? Bene, spero che gli rispondano per le rime. È chiaro che l’accoglienza dei migranti rappresenta un problema ed è anche per questo che avrebbe bisogno di risposteserie, non certo di strumentalizzazioni o minacce”.
Anche il neo-governatore della Liguria Giovanni Toti si è detto d’accordo con Maroni ma il primo cittadino di Genova e presidente di Anci Liguria, Marco Doria, la vede in maniera diversa. “L’arrivo di persone disperate che fuggono dalla guerra dalla persecuzioni e dalla miseria sulle coste del Sud Italia – ha detto nel pomeriggio di domenica – non è solo un problema delle regioni meridionali né solo dell’Italia. È un problema dell’Europa e di tutta la nostra società. Rifiutarsi di affrontarlo non è solo ingiusto ma anche miope e inefficace. Tutte le nostre istituzioni devono farsene carico, nel rispetto dei valori costituzionali e delle leggi e in coerenza con principi universali di tutela della dignità della persona.
A chiudere la giornata di commenti arrivano nella serata di ieri altre due note, quella del vicepresidente Anci e sindaco di Bari Antonio Decaro e quella del presidente di Anci Lombardia e sindaco di Monza, Roberto Scanagatti. Per Antonio Decaro quanto detto da Maroni è “irresponsabile e demagogico” l’atteggiamento di alcuni governatori del Nord. “L’immigrazione – ha spiegato – è una questione europea, di cui tutte le nazioni comunitarie devono farsi carico. L’Italia su questo fronte è maggiormente esposta per via della sua posizione di frontiera all’ interno del Mediterraneo ed è per questo che da sempre le nostre forze armate e civili sono in prima linea nelle operazioni di soccorso”. “Davanti all’impegno quotidiano e straordinario delle nostre donne e dei nostri uomini – rimarca il sindaco di Bari – appaiono ancora più irrispettose le parole dei governatori delle regioni di Centro-Nord che annunciano a favore di microfono di non voler partecipare alla ripartizione equa in tutti i territori dei profughi che per legge hanno diritto ad essere accolti nel territorio europeo. Appaiono ancora più ingiustificate le dichiarazioni del governatore Maroni che da Ministro degli Interni si fece promotore dell’accordo Stato-Regioni nel 2011 che prevedeva un’ equa ripartizione di presenze di profughi su tutto il territorio nazionale”.
Redazione Stato