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STORIA L’ecomostro di Baia dei Campi: spreco, degrado e abbandono nel Gargano

Uno dei più eclatanti esempi di spreco di denaro pubblico e di speculazione edilizia

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
8 Agosto 2024
Ambiente // Gargano //

FOGGIA – Il Parco Nazionale del Gargano, una delle perle naturalistiche d’Italia, è purtroppo anche sede di uno dei più grandi ecomostri del Paese: l’Università del Turismo di Baia dei Campi, situata a pochi chilometri da Vieste, in provincia di Foggia.

Questa struttura in cemento, che rappresenta uno dei più eclatanti esempi di spreco di denaro pubblico e di speculazione edilizia, è oggi un simbolo del degrado e dell’abbandono.

La storia dell’ecomostro di Baia dei Campi

Negli anni ’80, l’Università del Turismo di Baia dei Campi viene concepita con l’ambizioso obiettivo di diventare un centro di formazione e sviluppo per il settore turistico della Puglia. Nel 1983, lo Stato e la CEE finanziano il progetto con ben 40 miliardi di lire, affidandone la progettazione al noto architetto Paolo Portoghesi, celebre per aver disegnato la Moschea di Roma. I lavori, assegnati alla Italscavi S.p.A., iniziano nel 1988.

Le polemiche e il sequestro

Fin dall’inizio, la costruzione dell’ecomostro di Baia dei Campi fu oggetto di forti contestazioni. Ambientalisti, cittadini e politici denunciarono l’impatto devastante che la struttura avrebbe avuto sull’ambiente circostante, un’area protetta da vincoli idrogeologici, paesaggistici e forestali.

Nel 1990, il cantiere fu sequestrato dalla magistratura, ma una successiva sentenza del Consiglio di Stato ne permise il dissequestro, e l’opera fu completata nel 1994.

Il degrado e l’abbandono

Non inaugurarono mai l’Università del Turismo di Baia dei Campi, nonostante fosse pronta per essere operativa, completa di 370 posti letto, una piscina olimpionica, una cucina industriale e vari servizi.

A causa di un contenzioso tra l’Assessorato ai Lavori Pubblici della Regione Puglia e la Italscavi S.p.A., non utilizzarono mai la struttura. Da quasi tre decenni, questo colosso di cemento giace abbandonato, vittima di vandalismo e del passare del tempo.

Un futuro incerto per l’ecomostro

Le numerose richieste di demolizione avanzate dalle associazioni ambientaliste e dai comitati civici sono rimaste inascoltate. La Regione Puglia, ancora proprietaria dell’ecomostro, non ha mai intrapreso azioni concrete per rimuovere questa struttura.

Nel 2023, un acquirente ha presentato un’unica offerta di acquisto per la struttura, il cui valore di mercato è attualmente stimato a 906.105,30 euro..

Conclusioni

L’ecomostro di Baia dei Campi rimane un simbolo tangibile dello spreco di risorse pubbliche e della speculazione edilizia che ha deturpato l’Italia.

Nel cuore del Parco Nazionale del Gargano, questa struttura rappresenta un monito sull’importanza di una pianificazione attenta e rispettosa dell’ambiente, affinché simili errori non si ripetano in futuro.

Fonti verificate: maxsopost.altervista.org //

10 commenti su "L’ecomostro di Baia dei Campi: spreco, degrado e abbandono nel Gargano"

  1. Chiamate la polizia municipale di Mattinata, il Sindaco e la Capitaneria di Porto. Alle parole devono seguire le azioni altrimenti non cambia nulla!

  2. Quaranta miliardi (20.700.000,00 €) a meno di 1.000.000,00 di €) che bell’affare, questa operazione si è sicuramente inceppata in qualche “passaggio”. Il tempo è galantuomo.

  3. Comunque siano andate le procedure burocratiche POLITICHE e di colpe, cerchiamo di recuperare tale struttura in qualcosa che può essere utile al territorio, e perché no, creare anche opportunità di lavoro.
    L’importante è dar vita, e non aspettare che diventi un cumulo di macerie.

  4. Ciao.
    Spero in una demolizione e ripristino dell’ambiente naturale.
    Non c’è lavoro senza sostenibilità e rispetto per gli esseri umani e l’ambiente, ….

  5. Striscia o non striscia, questa è una vergogna a tutta la politica locale. La natura ci dona delle meraviglie e il male affare la distrugge. Vergogna

  6. Certo che QUOTIAMO Alfredo 1.
    Tutto si può rendere ecocompatibile e metterlo a frutto per il futuro della comunità.
    A questo serve la Cittadinanza responsabile, non a denigrare e sfasciare ALL’INFINITO.

  7. Io sono d’accordo nel continuare l’opera zione iniziata affinché tanti miliardi non vanno buttati al vento e utilizzare la struttura per aiutare gli anziani bisognosi affinché possano anch’essi usufruire di vacanze riposo, quindi sarebbe opportuno convertirla in un centro per anziani e magari farlo funzionare anche d’inverno pagando una retta mensile da stabilire il che oltre ad aiutare coloro che hanno bisogno crederebbe anche una moltitudine di posti di lavoro; ad esempio potrebbe diventare un centro termale che
    funzioni per 365 giorni all’anno.

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