Foggia, 08 settembre 2020. “L’ospedale è strapieno, e non solo l’ospedale ma l’intera Provincia“. Tra alcuni operatori sanitari di Foggia la certezza della “seconda ondata Covid” in Capitanata. “Ce l’aspettavamo a fine settembre, a ottobre, invece è arrivata in anticipo. La situazione è in evoluzione – raccontano a StatoQuotidiano -, ci stiamo riorganizzando, esattamente come avvenuto nella prima decade di marzo”.
Come del resto visibile dal grafico odierno allegato nel bollettino epidemiologico regionale, i 143 positivi di oggi in Puglia rappresentano il secondo numero più elevato di casi in una giornata, con trend nell’ultima settimana correlabile a quanto avvenuto circa 5 mesi fa. Al netto dei tamponi, delle terapie intensive, e degli asintomatici.
I DATI AD OGGI. A livello di dati: i numeri al momento restano ufficiosi. Si parla di circa 50 assistiti, tra i reparti di malattie infettive del Policlinico Riuniti e l’ospedale Colonnello D’Avanzo (ad oggi l’unico percorso Covid in Capitanata, dunque l’unica struttura sanitaria ufficialmente Covid è quella dei Riuniti), ma si attendono le cifre ufficiali. Per le terapie intensive: risultano almeno 2 persone positive ricoverate in rianimazione, una donna sarebbe in gravi condizioni.
LA RIORGANIZZAZIONE DEI REPARTI. Esattamente come avvenuto nella prima decade di marzo, al Policlinico è in atto una riorganizzazione dei reparti. La rianimazione classica dei Riuniti è stata trasferita e ridotta da 9 a 5 posti letto, mentre è stata allestita (o è in fase di allestimento) la rianimazione 2, sempre di 9 posti letto, interamente dedicata agli assistiti Covid. Si ricorda che nel pieno dell’emergenza “Covid I” furono 4 i reparti di rianimazione, in totale, che furono allestiti tra più piani nel policlinico foggiano.
“VACANZE ALL’ESTERO? E POI CONTAGIANO GLI ZII, I NONNI, I GENITORI”. Data l’anticipo previsto della seconda ondata, nella struttura sanitaria di Foggia si sta cercando di tamponare la gestione dei ricoveri. Le previsioni sono quelle di una prossima occupazione dell’intera rianimazione 2. Per ora. “Sono i genitori, i nonni, di quei ragazzi che sono andati a fare vacanze all’estero“. Almeno per la gran parte dei casi.
Poi ci sono i focolai: “come quello di Borgo Mezzanone, e altrove”, spiegano. Ma resta il dato, e la “rassegnazione” degli operatori che ora dovranno “riorganizzarsi”, prendendo dunque atto che: le indicazioni, le precauzioni, i sacrifici nell’essere rimasti in casa, tra marzo e aprile, rischiano ora di essere vanificati dalla “superficialità di tanti giovani” che, per motivi che sfuggono a una logica di elementare intelligenza, “hanno scelto di fare vacanze all’estero, anche nelle nazioni dove la presenza del Covid era arcinota e accertata“. “Questi ragazzi ora sono positivi, ma stanno bene, e sono in isolamento domiciliare. I parenti, di un’altra età e con condizione differente, stanno cominciando a riempire le strutture sanitarie, fate un po’ voi”.
“Ci tocca resettare tutto e ripartire da zero. Non è facile“, concludono gli operatori sanitari ascoltati da StatoQuotidiano.it.
Resta dunque il fattore responsabilità di quanti sono stati “superficiali” nelle proprie scelte. Una superficialità da suddividere tra quanti si sono recati all’Estero, e quanti avrebbero potuto consigliare saggiamente i ragazzi.
GRAFICI
COVID_19 IMMAGINE, 08.09.2020