Manfredonia – RETI a strascico gemelle. Questo un sistema alternativo di pesca nazionale, utilizzato prevalentemente da imbarcazioni del nord-est dell’Adriatico, per risanare il problema dell’impatto ambientale ”considerevole”, causato dalle reti da traino dei natanti sui fondali (in particolare modo sugli ‘eco-sistemi complessi’. Si pensi alla Poseidonia occidentale).
La metodologia da strascico “alternativo” è indirettamente connessa alla città di Manfredonia, specie dopo il caso sollevato da Striscia La Notizia, con una video-intervista andata in onda lo scorso 3 ottobre su Canale 5. Nel corso dell’inchiesta si evidenziava infatti il fenomeno “illecito” dello strascico sottocosta, effettuato da alcune imbarcazioni nel Golfo di Manfredonia.
In particolare, per strascico sottocosta si fa riferimento ad una pratica di pesca effettuata da un numero tot di imbarcazioni, a poco meno di 200 metri dalla riva. Le barche interessate di Manfredonia sarebbero quasi una trentina (anche se qualcuno nel corso dell’intervista ha parlato di un numero vicino a sessanta); un numero nemmeno troppo elevato se la legge italiana tuttavia non vietasse, in modo inderogabile, l’attività di pesca sopra indicata. La norma 963 del 14 luglio 1965, recante “disciplina della pesca marittima” (modificata dal articoli 3, 4, 29 e 30 della Legge 17/2/82, n. 41), e la norma regolamento Ce 1967/2006, prevede infatti “il divieto dell’uso di attrezzi trainati entro una distanza di 3 miglia nautiche dalla costa”, o “all’interno dell’isobata di 50 metri”, quando questa profondità sia raggiunta “a una distanza inferiore dalla costa”.
Come già evidenziato da Stato con un articolo dello scorso 5 ottobre (Manfredonia, pesca a strascico sottocosta. No tutta finzione) per pesca “a strascico” si fa riferimento ad un sistema di pesca marina che prevede “il traino attivo”, su un fondale, di una rete artificiale. Una rete, generalmente di forma conica, che può essere trainata da una o da due barche. Tecnicamente, la rete per lo strascico è suddivisibile in tre parti: la coda, apribile per estrarre il pescato, detta anche sacco; l’apertura o bocca; e la parte centrale chiamata ventre. Spesso ai lati della bocca (l’apertura) sono presenti due lunghe strisce di rete triangolare, con funzione di “invito” per i pesci. Queste due strisce sono chiamate ali. Se la pesca a strascico è praticata da due barche “in coppia”, le ali possono essere mantenute aperte anche da ambedue i natanti (con un tonneggio attaccato ad ognuna di esse). Tuttavia, per la pesca a strascico tradizionale viene utilizzata generalmente una sola barca. In questo caso, la rete è mantenuta aperta da strutture chiamate porte (o divergenti), disponibili in diverse forme e misure, per mantenere la rete a contatto col fondo, o sollevate da esso. Affinché le porte facciano il loro dovere, il natante deve mantenere una velocità di viaggio “costante” tra i 2,5-4 nodi. La parte della bocca e delle ali che strascica il fondale è armata in genere di piombi e catene, con funzione di “smuovere” il sedimento, per fare così uscire pesci ed altri animali che vi fossero intanati. La parte superiore delle ali è dotata invece di galleggianti, utili per mantenere la bocca aperta. Infine, tra le reti a strascico di tipo bentoniche (utilizzate per prede che stiano sul o nei pressi del fondale) la più comune è la paranza, una rete manovrata inizialmente da due imbarcazioni, oggi invece da una.
Oltre alla paranza c’è il rapido o la sogliolara: rete piccola, senza ali e dotata di una cornice rigida attorno alla bocca, che nella parte inferiore è armata di denti, impiegata principalmente per la pesca di pesci piatti, razze, molluschi bivalvi, come vongole e telline; poi la gangamella: rete piccolissima (poco più di un retino) strascicata lentamente di notte sulle praterie di Posidonia oceanica, per catturare i gamberetti; e infine la sciabica e lo sciabichello, simili alla paranza, con la differenza che vengono trasportate a mare da un’imbarcazione per poi essere salpate da terra.
Adesso: la pesca a strascico bentonica è fonte di impatto ambientale “considerevole” sul relativo fondale marino. I traini del natante hanno infatti la capacità di distruggere, o quanto meno di asportare, qualunque cosa incontrino sul fondale: pesci, invertebrati, coralli, alghe, posidone, lasciando così “devastato” l’ambiente circostante e mettendo a serio rischio il reimpiantamento delle comunità biotiche originarie. Le criticità causate dalle reti da strascico sul fondale potrebbe essere causa di danni irreversibili, soprattutto in casi di “ecosistemi complessi” , come quello ad esempio della prateria di Posidonia oceanica, a rischio di “distruzione totale” anche con “una sola passata”.
Una recente indagine preliminare inerente “l’impatto sul fondale marino della pesca con reti a strascico gemelle”, indagine condotta su incarico del Ministero delle Politiche Agricole, ha cercato di analizzare le concrete possibilità di un utilizzo di ” reti gemelle” nelle imbarcazioni italiane.
Negli ultimi anni, un numero crescente di imbarcazioni del Centro-Nord Adriatico, abilitate all’utilizzo del “sistema strascico” (decreto ministeriale 26/07/1995), hanno modificato infatti la loro attrezzatura da pesca passando dallo strascico di tipo tradizionale alle gemelle. Con quest’ultima configurazione, due reti di tipo strascico vengono trainate contemporaneamente da un natante, utilizzando due divergenti.
Durante l’indagine condotta da UNIMAR nel 2008 si è constatato che in Italia esistono due tipologie di reti a strascico gemelle: tradizionali e americane. Nelle prime l’attrezzatura è composta da tre cavi di traino, i due esterni trainano i divergenti e quello interno traina due mazzette centrali a cui sono attaccati i bracci delle due reti. Per le americane l’attrezzatura è composta invece da due cavi di traino, due divergenti ed un oscillatore centrale o bilanciere che è essenziale nel funzionamento di tutta l’attrezzatura.
Alla luce delle critiche emerse in diverse marinerie Italiane nei confronti dell’attività di pesca con reti a strascico gemelle, lo studio, commissionato dal MIPAAF, ha valutato le prestazioni, dei rendimenti di pesca e dei solchi sul fondale generati, sia dalle reti a strascico di tipo tradizionale che dalle reti gemelle. La selettività per taglia e tra le specie delle reti gemelle sembra essere superiore, pure nell’esiguità delle cale fatte, e questo può essere dovuto al tipo di armamento della rete (piano della rete). L’impatto fisico dell’attrezzatura sul fondo è risultato invece, anche se di poco, superiore nelle reti gemelle americane. I solchi lasciati dai divergenti sono più profondi (una decina di centimetri in più) ed inoltre vi è un ulteriore solco lasciato dall’oscillatore centrale. Una valutazione sulla dannosità dell’impatto fisico sul fondo non è facile. Vi sono altri attrezzi regolarmente in uso che hanno impatti fisici sul fondo forse in alcuni casi anche superiori, però mai quantizzati con precisione come in questo caso; basti pensare ai rapidi o ai pesi della volante quando queste reti vengono usate in prossimità del fondo. Sembra infine che l’impatto fisico dell’attrezzatura sul fondo nel caso delle reti gemelle tradizionali sia meno evidente.
In conclusione, rispetto alle tradizionali, le reti gemele sembrano avere: un consumo di carburante percentualmente maggiore, confermato però da una cattura anche percentualmente superiore almeno in alcune zone ed in certe stagioni; un impatto sul fondo, da una parte inferiore dovuto alla migliore selettività per taglia e specie-specifica e dall’altra superiore per la maggiore sospensione di sedimento che non impedisce la pesca a strascico con le reti tradizionali dietro alle reti gemelle, ma disturba il pesce anche se per tempi limitati; un impatto fisico sul fondo superiore determinato da solchi prodotti dai divergenti che sono più profondi ed un solco supplementare prodotto dall’oscillatore.
g.defilippo@statoquotidiano.it
Manfredonia Manfredonia, risoluzione strascico "sottocosta": innovazione reti gemelle
Scopri di più su:
Manfredonia0Commenta
Manfredonia, risoluzione strascico “sottocosta”: innovazione reti gemelleM
SEGUICI SUI SOCIAL
LE ULTIME SU STATO
Tumore maligno al cervello, da Casa Sollievo nuovo farmaco biologico
FOGGIA - Il suo nome è hrBMP4: si tratta di una proteina ricombinante umana, dimostratasi in grado di agire sulle cellule staminali tumorali del...
Comunali Foggia, arrivano i “rinforzi” politici sponsor dei candidati
Foggia, 27 settembre 2023. A ognuno il proprio, nel senso di un big che viene a supportare il candidato sindaco o consigliere per le...
1958 – Solenni festeggiamenti in onore di San Michele Arcangelo a Monte Sant’Angelo
Nel 1958, come da antica tradizione ebbe luogo a Monte S.Angelo, nei giorni 28-29 e 30 settembre, la tradizionale Festa Patronale in onore di ...
Aumento stipendi sindaci: ecco quanto guadagneranno in Puglia
FOGGIA - Per effetto di una norma inserita nella Legge di Bilancio del 2022 approvata dal governo Draghi, lo stipendio dei sindaci italiani aumenterà...
Morte Purgatori, dagli esami non emergono metastasi a cervello
ROMA - Al momento del decesso non erano presenti metastasi al cervello. E' quanto emerge "concordemente" dagli esami istologici completati oggi nell'ambito dell'indagine della...