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Morte Antonio Caracciolo, legale famiglia: “La giustizia arriva per tutti”

AUTORE:
Giuseppe de Filippo
PUBBLICATO IL:
9 Gennaio 2021
Focus e Inchieste // Manfredonia //

Milano – Manfredonia, 09 gennaio 2021. “La giustizia è lenta ma arriva per tutti: 5 anni fa si è consumato a Milano un gravissimo episodio di colpa medica costato la vita ad Antonio Caracciolo. Prosegue incessante l’attività difensiva per l’accertamento delle responsabilità“.

E’ quanto detto il 6 gennaio scorso dall’avvocato Matteo Murgo, del foro di Bologna, in merito alla morte di Antonio Caracciolo 73enne del centro sipontino deceduto il 04 gennaio 2016 all’interno della Clinica Città Studi di Milano, ex Santa Rita, dove era stato sottoposto ad interventi chirurgici per la cura di un cancro alla prostata.
Come comunicato, l’uomo “la notte tra il 31 dicembre 2015 e il primo gennaio 2016 ha avvertito dolori insopportabili dopo un intervento“. In seguito un’altra operazione, che “non lo ha purtroppo salvato dal decesso.
Come riportato in un precedente testo, Antonio Caracciolo, ex autista di ambulanza, aveva “seguito il consiglio del medico di famiglia” decidendo di affidarsi alle cure della Clinica Città Studi, “istituto di eccellenza e all’avanguardia“. Da qui la partenza da Manfredonia con la moglie e i quattro figli per raggiungere Milano.
Come riporta un articolo del Fatto Quotidiano, la sera del 28 dicembre l’uomo viene operato. Ma “i problemi iniziano già dalle ore successive e si accentuano tra il 29 e il 30 di dicembre“. “La situazione si aggrava il giorno di San Silvestro“. Verso sera arrivano i “dolori lancinanti“. In seguito un ulteriore intervento con il decesso avvenuto il 4 gennaio 2016.

I figli dell’uomo – “una vita tra ospedali e malati nella sua Manfredonia, partito per un ottimistico intervento col miglior luminare di Milano in fatto di tumori alla prostata” – avevano chiesto già al tempo “giustizia“, alla ricerca della “verità” sulla morte del padre.

La Procura di Milano aprì, nel gennaio 2016, un fascicolo d’inchiesta, indagando tra l’altro per omicidio colposo.

A seguire i familiari dell’uomo l’avvocato Matteo Murgo. “Ricordo come i Carabinieri intervenuti nella clinica, poichè allertati dai familiari, nella notte tra il 31 dicembre e il primo gennaio, hanno appurato la sola presenza di infermieri e un anestesista (rianimazione) addetto tuttavia a un altro reparto.

E’ stata da qui riscontrata l’assenza del medico, invitato dai militari dell’Arma a presentarsi entro le ore 7 del mattino, che attesta pertanto la mancanza di un dottore in grado di monitorare la situazione e lo sviluppo dell’emorragia, possibile causa del decesso”, aveva detto il legale nel gennaio 2016.

“All’esito di più episodi di malasanità (ne riferiamo a parte,ndr) in una stessa clinica, relativi ad una grave inefficienza di organico, di medici strutturali e specializzati ho sollecitato l’intervento ispettivo del ministro della Salute – spiegò l’avv. Murgo – attraverso un organismo che è stato istituito nel 2005 e che interviene d’impulso quando occorre valutare l’efficienza delle strutture sanitarie”.

“Parliamo di una situazione che contrasta rispetto all’organizzazione di altre cliniche della Regione Lombardia”.

Da ricordare come il direttore sanitario Pasquale Ferrante contattato da ilfattoquotidiano.it ha reso noro che “all’interno della struttura c’erano cinque professionisti”. “Inoltre il paziente era seguito dall’anestesista che era in contatto con l’urologo”.

A cura di Giuseppe de Filippo – g.defilippo@statoquotidiano.it

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