Mentre sarebbe terminata la rimozione della copertura metallica esterna (in superficie), con trancio bulloni ed altro, a breve si dovrebbe passare all’estrazione delle parti interne. Dunque lo smantellamento dall’alto dell’UREA 1 in parallelo con l’altra torre. Complessivamente 2 gli operatori attivi , con mezzi telecomandati.
SMALTIMENTO MATERIALE PRESSO UNA DISCARICA DI LUCERA. La ditta DFG di Manfredonia si sarebbe già occupata della rimozione del materiale di demolizione portandolo in una discarica di Lucera, essendo stati considerati i rifiuti come “non pericolosi”. Così dopo la fase di caratterizzazione dell’area, oltre alle analisi biologiche e gli esami di qualità dell’aria e delle polveri che avrebbero fatto risultare dei valori di arsenico “nella norma”. Per il rispetto dell’odierno crono programma molto dipenderà dalle condizioni climatiche e dalla stabilità dei mezzi (gru) per la rimozione delle torri.
I PRECEDENTI INCONTRI: IL CAMBIO NELLA METODOLOGIA DI ABBATTIMENTO DELLE TORRI. I timori dell’imprenditore Sangalli Come si ricorderà, il 12 ottobre si era svolta la riunione, nella sede di Syndial, per stabilire tempi, modi e metolodogie di sicurezza prima dell’abbattimento delle torri. Questo ricordando come i lavori per l’abbattimento delle due torri di Prilling (di 16 per 65 e 19 per 70 metri di diametro per altezza, utili, con il petrolchimico in funzione, per la solidificazione dell’urea liquida, dopo che nei cestelli granulometrici delle torri – tramite tubazioni – si solidificava per uscire sotto forma di sfere e da qui – tramite fori – nuovamente negli impianti attraverso nastri trasportatori fino ad arrivare nei magazzini) rientrano nelle “demolizioni delle opere civili connesse agli impianti ammoniaca urea già demoliti, siti nell’Isola 5 all’interno dello stabilimento Syndial”, DIA prot.6502 del 14.06.2011, partiti ufficialmente lo scorso 7 luglio 2011, dopo la riunione propedeutica del 14 giugno e le fasi di accantieramento del 23 giugno 2011. In particolare si fa riferimento ad una seconda fase dei lavori.
Le relazioni del geotecnologo prof. Ruggero Quarto (su indicazioni delle imprese dei lavori) avevano invece accertato che non si sarebbero prodotte in alcun modo “vibrazioni significative” sul forno di produzione e comunque “inferiori” a qualsiasi scossa sismica ipotetica nell’area o nel circondario. Le attività di routine, dunque quotidiane all’interno della Sangalli – e dunque produzioni, passaggi di mezzi e camion nell’area dello stabilimento – produrrebbero delle vibrazioni – secondo gli studi del prof. R.Quarto – “comunque maggiori” rispetto a quelle che sarebbero state originate con la demolizione delle torri tramite la cd caduta programmata. Vale a dire: l’utilizzo di un escavatore telecomandato a distanza, senza operai e con un raggio di caduta di circa 100 metri, con dei tagli alla base delle colonne per originare uno sbaricentramento del manufatto in cemento armato e la successiva caduta delle torri.
Si ricorda che la preoccupazione per l’abbattimento delle torri – nonostante la problematica non sembrò emergere durante la riunione – restò anche quella delle presenza di polveri inquinanti post-abbattimento. Ovvero per il sollevamento delle stesse a seguito della demolizione delle torri. Si era in attesa della caratterizzazione del suolo e dei responsi dell’Arpa, che avrebbe già effettuato dei sondaggi (anche sulle polveri superficiali e non presenti nel suolo circostante, per verificare la possibile presenza di arsenico). Dei laboratori specializzati (privati) correlati alla svolgimento dei lavori avrebbero eseguito delle analisi – per conto degli appaltatori dei lavori – per rilevare la presenza di arsenico sulle pareti esterne delle torri. Ma in base a quanto emerso tutti le analisi avrebbero dato “valori nella norma”.
VIDEO – 02.12.2011
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ma si possono fare dei lavori in estate le finestre saranno aperte che gia’ non si respira ci dobbiamo assorbire pure i veleni .rivedete il periodo grazie