Così la professoressa Rosa Porcu nel presentare l’apertura di un sito (nome comunicato: ambientesalutemanfredonia.it) correlato all’accordo di collaborazione tra il Comune di Manfredonia con CNR – IFC e Asl Foggia per una “indagine conoscitiva sullo stato di salute della popolazione dell’ambiente”.
COSTO COMPLESSIVO PROGETTO: 260.000 EURO, 130.000 CO-FINANZIAMENTO DEL COMUNE. Il progetto era stato presentato nell’aula consiliare del Comune lo scorso 6 febbraio 2015. Con passata determina dirigenziale (IV settore – in data 17.12.2014), il Comune di Manfredonia ha impegnato la somma complessiva di 52.000 euro, mediante imputazione nel Bilancio per l’E.f.2014, approvando il relativo schema di Accordo di collaborazione. Per l’intero progetto è previsto il costo complessivo di € 260.000,00, con il cofinanziamento comunale, da corrispondere al CNR-IFC, di € 130.000,00.
APERTO UN SITO INTERNET E UNO SPORTELLO PUBBLICO NEL CENTRO DIURNO ALDA MERINI DI MANFREDONIA Questo pomeriggio, 9 giugno 2015, è stato presentato anche lo sportello pubblico aperto all’interno del Centro Diurno Alda Merini di Manfredonia, in via Orto Sdanga, “dove i cittadini potranno recarsi ogni giovedì, ogni martedì, dalle ore 18 alle 20”, spiega la professoressa Porcu, portavoce del Coordinamento Progetto Salute (che il 6 febbraio 2015 aveva contestato comunque la mancata costituzione di parte civile del Comune di Manfredonia nel processo Enichem , sviluppatosi in seguito alla denuncia di Nicola Lovecchio, con 12 imputati accusati tra l’altro di “aver omesso di adottare una serie di contromisure per la limitazione dei danni causati in seguito alla fuoriuscita delle 10 tonnellate di arsenico, dopo lo scoppio di una torretta dell’impianto dell’Enichem Agricoltura“). per raccontare storie, testimonianze, lamentele, relativamente a quanto avvenuto in questi anni dopo l’incidente nel 1976 nell’ex Enichem di Macchia-Monte Sant’Angelo”.
“Tanto attraverso il sito quanto recandosi presso lo sportello pubblico nel Centro Diurno A.Merini i cittadini potranno porre quesiti ed evidenziare interrogativi utili nell’ambito del percorso del progetto. Un progetto di studio partecipato – continua la professoressa Porcu – di conseguenza la popolazione riveste un ruolo importantissimo. Lo studio non potrà fornire risposte a tutte le domande ma si cercherà di fornire la massima precisione per il tema del progetto”.
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FOCUS ACCORDO DI COLLABORAZIONE. Come anticipato, lo studio verrà realizzato con la collaborazione del Comune di Manfredonia, l’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR, sedi di Lecce e di Pisa, la ASL di Foggia, l’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima del CNR, sedi di Lecce e Bologna, l’Università di Firenze e l’Impresa Sociale no-profit Epidemiologia e Prevenzione. La responsabile scientifica del progetto è Maria Angela Vigotti. Per il Comune coordinerà la dott.ssa Margherita Fano che dirige il Sistema Informativo e Statistico e per la ASL il dott. Fernando Palma che dirige l’Unità Operativa di Statistica ed Epidemiologia.
“Come Asl forniremo i dati sanitari necessari per la ricerca – aveva detto il dg Attilo Manfrini durante la conferenza di presentazione del progetto in Comune – compreso quelli delle cliniche private. Per la Casa di Cura San Michele, e per qualsiasi caso correlato a verifiche sui ricoveri, vi saranno dei filtri con eliminazione di periodi non riportabili nella ricerca”. “La ricerca durerà un anno o se necessario qualche mese in più – avevano aggiunto la dr.ssa Vigotti e il prof. Annibale Biggeri dell’Impresa Sociale no-profit Epidemiologia e Prevenzione – per i dati relativi alla mortalità faremo riferimento al periodo 1994-2012/2013. Per i ricoveri si analizzeranno gli archivi della Regione Puglia”.
“Come sindaco mi auguro di non doverlo fare. Ma se vi saranno determinati esiti, sono pronto a citare in giudizio l’Eni per possibile disastro ambientale”, così tra l‘altro il sindaco Angelo Riccardi durante e al termine della conferenza stampa del 6 febbraio 2015 in Comune correlata al progetto di studio epidemiologico sullo stato di salute della popolazione residente a Manfredonia.
Tuttavia resta un’annotazione riportata nella relazione dello stesso progetto: “La reindustrializzazione dell’area di Manfredonia (vedasi alla voce aziende del Contratto d’Area insediatesi a circa 20 anni dal petrolchimico Anic ndr) non si è basata su preventiva valutazione d’impatto ambientale e sanitario“. Dopo 40 anni si è invece alla ricerca di risposte.
Redazione Stato,ddf@riproduzioneriservata
SEGUE VIDEO INTERVISTA BENEDETTO MONACO – 09.06.2015
FOTOGALLERY 09.06.2015
VIDEO CONFERENZA PRESENTAZIONE PROGETTO 06.02.2015
Redazione Stato@riproduzioneriservata
Tenevano da spendere 260.000 euro…
Al posto di verificare che cosa è successo in tempi più recenti o ancora oggi, si distoglie l’attenzione dai problemi seri
E non li poteva finanziare l’eni o la syndial?
Con la reindustrializzazione dell’area, come sempre detto, si è volutamente cercato di mettere un tappo, in tutti i sensi, sull’area compromessa, permettendo di tappare i fossi, abbindolare la fame di lavoro e quindi far appaarire l’intervento salvifico sotto il profilio occupazionale e del recupero di zone degradate/abbandonate dopo disgrazie ambientali.
La afme, purtroppo, quando non si mangia (lavora) torna sempre e con maggior vemenza…. quindi quanto realizzato si è dimostrato aleatorio… atteso che le schifezze stanno sempre lì sotto, il lavoro fugge (Sangalli) in altri lidi…. ed i lavoratori, abbindolati, ritornano ad essere disoccupati.
Con buona pace del contratto d’area… fritta, e di risposte che a distamnza di 40 anni si attendono ancora !!!!
E’ il ritorno dell’acqua calda….già a suo tempo l’associazione Bianca Lancia portò avanti questa problematica riuscendo ad ottenere un indennizzo dalla Corte Europea. Poi? la decimazione della popolazione locale per malattie tumorali. Questo è l’unico dato. Che vi sia un nesso oppure no con l’esposizione ai veleni dell’Enichem nessuno è stato in grado di appurarlo in modo definitivo nè ha manifestato la volontà di condurre questa battaglia fino in fondo. Chiedersi OGGI quale sia stato l’impatto dei disastri Enichem mi sembra un pò come chiedersi perchè il sole sorge ogni mattina.
Qualsiasi stato di salute dei residenti, credo che si possa fare ben poco, tranne prevenire certi DISASTRI ambientali.
L’unica prevenzione sarebbe l’installazione lontana dai centri abitati, e tale evento serve da lezione a chi ha in mente di costruire i MAXI SERBATOI BOMBA in periferia di Manfredonia, con tutti i rischi derivante dal trasporto via terra.
Dall’accaduto ad oggi la vita è cambiata molto le auto sono aumentate di conseguenza anche l’inquinamento prendiamo l’auto anche per mezzo metro e poi diamo sempre la colpa all’enichem.Conosco persone che vivono in paesi circondati da alberi e comunque muiono di tumori , gente al mercato che magia frutta senza lavarla, gente che mangia carne cruda ecc ecc gente che vive con bambini vicino la cava foglia che respira polveri sottili ogni giorno viviamo un inquinamento giornaliero non indifferente e cosa facciamo , pensiamo alla colonna di arsenico e la cementificazione del contratto d’aria i figli che hanno lavorato in quelle fabbriche di fusione , posso solo concludere dicendo che ci avete rotto con questa storia fin quando mungevate tutto bene come si chiudono i rubinetti si riapre la polemica.Perche non proponete di chiudere il centro e andare tutti a piedi o in bici questa e’ ecologia PAESE DI PECORE IGNORANTI beeeeeee
E’ vero siamo un paese di pecore,l’inquinamento dallo scoppio della colonna dell’arsenico non c’è stato ,le macchine hamburger per prendere il caffè sui marciapiedi sono lucide,appena uscite dai capannoni di Melfi di un Sud che produce senza lamentarsi per mancanze di ferie o stipendi bassi .
PERCHE’ l’idiota d.o.c. è pecora muta e alfabetizzata,usa il computer e non distingue il cacio dal cavallo. Avanti così,l’inquinamento non esiste e non è mai esistito.Ciao caproni