Foggia 9 giugno 2023. La folla che ha atteso Giuseppe Conte si è riversata poi nella sala del tribunale di Palazzo Dogana, e molti non sono riusciti ad entrare perché era strapiena. “È come durante le politiche, non c’era uno spazio libero in piazza U. Giordano”, dice qualcuno in platea. Ma il presidente del M5s è qui per preparare il terreno a un “cambio di passo” per la città “all’anno zero” dopo lo scioglimento per mafia, dunque per le prossime elezioni amministrative.
Il 17 giugno, invece, il Movimento scende in piazza a Roma con la manifestazione “Basta vite precarie”, di protesta contro le politiche del governo Meloni.
Si parla anche di questo ma l’attenzione di tutti, e delle prime domande dei giornalisti, è se il sindaco potrebbe essere una personalità che già ricopre un ruolo istituzionale, cioè, senza nominarla, Rosa Barone.
Conte parla di civismo, ringrazia in sala le tante associazioni presenti e, a prescindere da quello che sarà il confronto con i partiti, si legge una propensione a scegliere un sindaco che da questo contesto proviene, vale a dire Giuseppe Mainiero.
L’europarlamentare Mario Furore, che ha moderato il dibattito, chiarisce: “Non vogliamo un salvatore della patria ma una squadra”, che sul sindaco deve convergere senza imposizioni, pare di capire.
Tuttavia non si fanno nomi, non si citano altri partiti se non il proprio, del resto porta la loro sigla, la loro firma e il loro volto l’evento foggiano. Il Pd c’era nella delegazione che ha accoltio Conte, insieme al presidente Giuseppe Nobiletti, ai civici di Emiliano e ai rapprensentanti dell’Anci.
Poi è tutto un tripudio per Giuseppe Conte e Federico Cafiero De Raho si va sui principi che devono animare la rinascita della città.
“Chi non si predispone dalla parte giusta non ama Foggia, dove io ho fatto le scuole elementari e parte delle medie”, dice Conte.
Sono cambiate varie cose da allora, la degenerazione è diventata “sistemica”. Oggi ha incontrato i familiari di Panunzio. Parla di pizzo, di “rete mafiosa”, di questo cemento che soffoca la città e altera la pubblica amministrazione. “Dobbiamo essere la scorta di chi si ritrova oppresso dalla criminalità, da soli si diventa eroi, nel peggiore dei casi martiri”.
Negli interventi dei parlamentari, da Mario Furore a Marco Pellegrini, c’è la rivendicazione forte di quanto è stato fatto in questi anni. “Abbiamo acceso un faro, dalla Dia a Dda a Foggia”, Conte ricorda anche i 70 milioni di euro per il Palazzo di Giustizia a Foggia.
Si va indietro a ripercorrere le tappe dello scioglimento per mafia, si rammentano “le carte” delle frequentazioni con alcuni esponenti delle criminalità: “Questa gente non deve più candidarsi”, dice Furore. E il coordinatore regionale Donno: “Il M5s è garante del futuro di questa città”.
Federico Cafiero De Raho, in qualità di Procuratore nazionale antimafia qual è stato, a Foggia è venuto varie volte, oggi era a palazzo Dogana in quanto deputato del M5s.
Lo aveva già detto, appunto, in altre occasioni e lo ha ribadito: “Lo scioglimento per mafia di un capoluogo di provincia è un fatto molto grave, anche per il ruolo che lo stesso capoluogo riveste rispetto agli altri centri che ruotano intorno. Lo scioglimento arriva dopo l’asservimento, la corruzione, l’illegalità, la mancanza di trasparenza negli appalti. Ogni cittadino si deve fare guardiano delle regole e della legalità. Se il sindaco dice ‘no’, la mafia nel Comune non entra”.
Una sala entusiasta, in crescendo rispetto all’incontro sull’autonomia differenziata con la presenza di Roberto Fico un mese fa. Il M5s su Foggia appare deciso a dire la sua sul sindaco, come ha anticipato l’on. Lovecchio in occasione dell’assemblea provinciale, a puntellare i suoi cavalli di battaglia per presentarli a una città reduce, come dopo un conflitto, dallo scioglimento per mafia e il successivo commissariamento, nella prima e seconda fase.
Domani il centrosinistra dei partiti al completo è convocato per organizzare la coalizione, nell’attesa di trovare un’intesa.
Paola Lucino, 9 giugno 2023