La “squadra” del Liceo scientifico di Manfredonia è finalista alle Olimpiadi di matematica. 24 scuole si sfideranno a metà settembre. Gran parte sono del Nord. Insieme a Manfredonia vi è il Liceo Volta di Foggia.
In questi giorni esce un piccolo e stimolante libro: “La matematica è politica” di Chiara Valerio. La matematica non può concepirsi in un sistema che accetta l’esistenza di una verità assoluta. La matematica insegna che le verità sono partecipate e soggette a verifica; non esiste il principio di autorità. Lavora per ipotesi e deve dimostrare ogni cosa, ogni suo “passo”. E’ per sua natura democratica e forma buoni cittadini. E’ difficile? No. Semplicemente richiede impegno e studio.
La scuola deve riprendere. La scienza è stata invitata a dire con “assoluta certezza” che fare, come aprire in sicurezza. E non ha offerto altro che le solite indicazioni che tutti sappiamo. La scienza questo può fare: formula ipotesi e non cancella insicurezze, paure, dubbi… non ha nessun potere previsionale. Specie in una pandemia come questa dove contano i singoli comportamenti.
Si deve aprire e poi verificare giorno per giorno. E sono le singole autorità periferiche a gestire la quotidianità. Altri paesi hanno aperto e non ci sono regole valide per tutti: banchi biposto (occupati da un solo alunno), sensi unici di percorso, doppi turni, le ore ridotte… Anche i programmi sono rivisti. Il problema è quando escono fuori: si dividono il panino, si passano la bottiglia d’acqua… In Giappone in metropolitana si può ovviare alla mascherina, ma non bisogna parlare. Pare prevalga ancora la didattica a distanza. Anche in Germania vi è il problema delle disuguaglianze, famiglie con 6 persone in due locali e un solo computer. Gli studenti più grandi sono preoccupati per il futuro: progetto Erasmus, volontariato internazionale…
E’ una esperienza nuova per tutti. Genitori e docenti. Una discussione orizzontale (chat, web, ovunque ci si incontra). Tra le mamme soprattutto. “Riusciranno a tenere le distanze?” “E i banchi? Ma sono davvero importanti? Non devono alzarsi per scambiarsi i colori…”. “Mia figlia ha detto che la mascherina non è un problema, lei comunica con gli occhi”. “Ma se io non capisco l’impiegato quando parla, come faranno i bambini?” “E nella ricreazione e quando faranno merenda?”. “E se uno si ammala, si saprà il nome e cognome? E le conseguenze sulla classe?” –Battute ascoltate per caso al mercato e in una fila davanti a un ufficio pubblico. Si comprende che la classe è un organismo vivo, i genitori provano a immaginare come sarà la vita giorno per giorno, come i bambini si muoveranno, come proveranno a comunicare a distanza senza toccarsi, con segni, gesti, le forme del mimo.
I docenti dovranno ricostruire le storie quotidiane, attutendo i conflitti, evitando contrapposizioni e scontri. Se ci sarà un contagio, saranno uniti nei confronti del pericolo e del nemico comune? Uniti i bambini e i genitori? Anche se gli spazi non saranno sufficienti e se non ci saranno presidi sanitari per misurare la febbre i genitori collaboreranno?
La sfida è quella della fiducia, nei bambini e nei ragazzi. Un sentimento positivo e rivoluzionario, una virtù civile e condivisa. Leopardi parla della stoltezza degli uomini che di fronte a un nemico comune si scontrano tra loro e non formano una “social catena”. L’estate è stata quella che è stata. Questa è la prova più impegnativa e affascinante.
Quest’anno ricorrono i 75 anni di un’opera importante: La società aperta e i suoi nemici. Karl Popper spiega la genesi della scienza e trasferisce il metodo anche all’agire politico. Si parte da un problema, si elaborano ipotesi di soluzione, sottoposte poi a controlli, confutazioni,”falsificazioni”. Tutti i corvi sono neri. E se si trova un corvo bianco? Per congetture e confutazioni, prove ed errori, così agisce la scienza, anche quando crea un vaccino. La falsificazione non è un fallimento, ma un passo avanti nella conoscenza. Noi impariamo dagli errori, nella scienza, nella nostra vita, nella politica vera, quella che non cerca il consenso immediato.
In questi giorni non si fa altro che parlare della riapertura delle scuole.
Per alcuni significa motivo di pubblicità elettorale, per altri motivi economici, per altri scaricare i propri figli per essere più liberi …..
Nessuno dei genitori si sono preoccupati di visitare le aule dove andranno i propri figli, per una sicurezza igienico-sanitara.
Ebbene, vi sono aule che non vengono TINTEGGIATE da una decina di anni, e sono lì pronte, secondo alcuni dirigenti, a ospitare bambini di scuole elementari.
Mi chiedo dove sono finiti i 310.000 euro finanziati per le scuole di Manfredonia????
Sig. Commissario perché non si fa un giro per gli istituti per rendersi conto del rischio che avranno i nostri figli????.
Speriamo in una futura seria disinfestazione, non unica, ma ripetitiva per la difesa di tutti gli scolari e genitori.