(ansa) E’ stato assegnato al Quartetto per il dialogo nazionale tunisino il premio Nobel per la Pace 2015. Questa la motivazione: “per il suo contributo decisivo alla costruzione di una democrazia pluralista in Tunisia dopo la rivoluzione dei Gelsomini del 2011”, si legge nelle motivazioni del comitato di Oslo. (ansa)
Stato prima Nobel per la Pace al Quartetto per il dialogo nazionale tunisino
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Comunicato stampa
Il Coordinamento nazionale docenti della disciplina dei Diritti umani ha appreso con grande entusiasmo la notizia data oggi dalla televisione relativa al conferimento del premio Nobel 2015 per la pace al Quartetto tunisino per il dialogo nazionale. Le organizzazioni sono il sindacato generale tunisino (UGTT, Union GénéraleTunisienneduTravail), la confederazione industriale e del commercio (UTICA, Union Tunisienne de l’Industrie, du Commerce et de l’Artisanat), lega dei diritti umani (LTDH, La LigueTunisienne pour la Défense desDroits de l’Homme), e l’ordine degli avvocati (Ordre National desAvocats de Tunisie). La Tunisia, vittima di duri attentati terroristici (Museo del Bardo e resort a Sousse), sta a fatica cercando di ristabilire, malgrado i forti dissidi interni, un clima di stabilità, arginando la deriva integralista e sostenendo il dialogo con l’Occidente. Affermare i diritti umani, la pace e la democrazia in un contesto così difficile, in cui tutto ciò che viene lasciato intentato potrebbe diventare un rimorso per la coscienza collettiva, diviene un imperativo categorico: educare al dialogo, al rispetto, alla solidarietà, fin da giovanissimi, costituisce l’unico antidoto contro l’intolleranza cieca e la barbarie. Come afferma il Dalai Lama: La pace, intesa come assenza di guerra, ha poco valore agli occhi di coloro che muoiono di fame e di freddo. Essa non cancellerà le sofferenze provocate dalle torture inflitte a un prigioniero di coscienza. La pace è durevole solo laddove i diritti umani vengono davvero rispettati, dove le persone hanno di che nutrirsi e dove sia gli individui che le nazioni sono veramente libere.”
Chi sostiene che i Diritti umani siano una disciplina “ancillare”, secondaria, quasi una formalità da espletare in qualche scampolo di tempo delle materie “serie”, sbaglia terribilmente: ora è il momento di sensibilizzare, formare giovani cittadini in divenire e renderli migliori delle generazioni precedenti. I Diritti umani devono diventare, in una scuola moderna, laboratorio di crescita per la pace, la libertà e il progresso civile.
Prof. Romano Pesavento
Presidente Coordinamento nazionale
dei docenti della disciplina dei diritti umani