Lucera. Il Pronto Soccorso dell’ospedale di Lucera versa com’è noto in una pessima situazione, aggravata dal fatto che vi è un solo medico di turno. Per di più, esso è interessato da circa 13.000 accessi all’anno per via della chiusura dei vari servizi e, considerato che la soglia minima è di 7.000, sarebbe paradossalmente il punto di Primo Intervento con più accessi d’Italia. Com’è risaputo la differenza tra Pronto Soccorso e Primo Intervento è che il primo è gestito dal personale medico, mentre il secondo soltanto da quello del Servizio 118. Quello che è andato peggiorando nel corso degli ultimi tre anni è proprio la quantità dei servizi ridotti, alcuni lentamente e senza far capire nulla alla popolazione, ma chi va via non viene rimpiazzato. In merito a quest’aspetto, il danno maggiore consiste nel fatto che il servizio di reperibilità radiologica è stato eliminato, dal momento che ad aprile di quest’anno uno dei tecnici è andato in malattia e così l’organico si è ridotto, costringendo l’utenza a tempi di attesa lunghissimi e snervanti. Si aggiunga che l’utenza che si reca al Riuniti di Foggia registra sempre di trovarsi in un vero e proprio imbuto: ore ed ore di attesa prima di essere solo “guardata”.
A Lucera succede la stessa cosa, ma con l’aggravante dell’assenza di medici. Inoltre giova ricordare che a febbraio scorso il primario del “Lastaria” è stato mandato a Manfredonia (stessa sorte è toccata a quello della Chirurgia), con il risultato che non è stato sostituito e che dopo qualche mese la struttura lucerina faceva capo a quello di San Severo, il quale certifica tutti i turni dell’altro, senza dimenticare che sembra vivere come un fastidioso peso, una palla al piede la gestione del ridimensionato Pronto Soccorso di Lucera ormai condannato alla soppressione e alla trasformazione, come si è detto, di punto di Primo Intervento.
Certo è, però, il grave ed assurdo controsenso che dai Monti Dauni e dalle zone limitrofe continuano a recarsi al Pronto Soccorso di Lucera ritenendolo ancora luogo di riferimento del territorio, poiché da un punto di vista logistico risulta più comodo, mentre l’unione col nosocomio di San Severo non ha portato alcun beneficio, col risultato che invece spesso hanno luogo guerre fra i medici dei due ospedali per reperire i posti. Insomma, dovrebbe trattarsi di un’unica struttura ma nei fatti non è così, e per quanto riguarda Lucera non vi è un vero e proprio responsabile, anche se l’unica persona rimastavi è il dott. Franco Mezzadri, che in realtà funge da coordinatore.
Un altro aspetto trascurato dai vertici dell’ASL è che se a Foggia vi sono tutti i servizi possibili per far fronte ai vari problemi, a Lucera non ci si può permettere di chiedere consulenze, dal momento che mancano i rispettivi medici. Una serie di limitazioni, dunque, che hanno privato il “Lastaria” dell’autonomia, la quale dovrebbe invece costituire il primo aspetto da tenere in considerazione per ridare dignità alla sanità locale e ad una popolazione che vede ancora in quella struttura l’ideale e necessario punto di sicurezza per la salute.
L’invito della UIL di Lucera, coordinata da Ennio Festa, è che venga fissato con urgenza un incontro con l’assessore regionale alla Sanità per discutere ed approfondire tali gravissime carenze. La UIL invita inoltre i cittadini del territorio di Lucera e dei Monti Dauni ad esprimere liberamente il proprio parere attraverso un confronto possibile recandosi presso la sede di Lucera situata in via Zuppetta.
emiliano che fa dice attenzione-attenzione non abbiamo soldi per gli ospedali attenzione dicono non ci troviamo con i conti e per far quadrare i conti tagliano la sanita attenzione pero i vitalizi che i signori prendono alla regione puglia non si toccano come non si toccano i loro stipendi basti pensare che ieri un politico su canale cinque a detto mi anno tolto il vitalizio come faccio a vivere non ce la faccio si dovrebbero solo vergognare perche se taglierebbero dove ce lo spreco in italia potrebbe andare meglio ma al governo alle regioni ed ai comuni non si taglia si taglia solo la salute del cittadino ed emiliano si dovrebbe solo vergognare