Stato Quotidiano, 9 novembre 2021. Si tornerà al voto per rinnovare il consiglio provinciale dopo il ballottaggio di Manfredonia, cioè dopo il prossimo 21 novembre. Lo ha annunciato il presidente Nicola Gatta evidenziando l’importanza della partecipazione di un grande centro alle operazioni di palazzo Dogana. Il voto per il presidente, invece, si terrà l’anno prossimo, quando scadranno i 5 anni di mandato.
Non è fissata una data, secondo alcune fonti la provincia di Foggia sarà l’ultima ad andare alle urne per il rinnova dell’assise di palazzo Dogana, presumibilmente a gennaio o comunque in una finestra temporale fra novembre e l’inizio del nuovo anno. Quello che si intravede all’orizzonte sarà, com’è noto, un voto ponderato per cui un consigliere di una città più grande vale molto di più di un rappresentate consiliare di un paese più piccolo. Fa un esempio il sindaco di Vico Michele Sementino, entrato in consiglio provinciale nella tornata successiva allo scioglimento del comune di Foggia, che ne contava tre, Rosario Cusmai, Consalvo Di Pasqua e Gino Fusco: “Un consigliere di Foggia vale quasi 900 voti, uno di Vico 90, ci vogliono 10 consiglieri di Vico per fare uno di Foggia”. Che aria si respira intorno a quest’elezione di secondo livello? “Sarebbe anche entusiasmante se si potesse lavorare, ma i poteri sono tutti del presidente e abbracciano l’intera sfera dell’attività amministrativa, insomma fa tutto lui. Nella bozza di riforma è prevista una giunta a tre e più poteri per i consiglieri”. Circa i rimborsi per chi viene dal Gargano, spiega: “Io ci arrivo in macchina, non in pullman, nemmeno lo chiedo il rimborso per non stare dietro a una serie di carte”. Si voterà senza i consiglieri di Foggia, e dunque si tratterà di un’elezione in cui lo spazio più importante sarà riservato ai grandi centri della Capitanata, Manfredonia, Cerignola, Lucera, S. Severo.
Altra novità potrebbe essere la partecipazione al voto del M5s che, nel 2018, non si recò alle urne in base ad una linea che portava avanti l’abolizione dell’ente intermedio, rimasto comunque in piedi con funzioni ridotte. “Voteremo sicuramente- dice la consigliera regionale Rosa Barone- non so ancora in che termini ma voteremo, non ne abbiamo ancora discusso”. Fra gli attivisti pentastellati di Foggia anche Giovanni Quarato pensa che si andrà al voto “ma serve una convergenza e una strategia politica, magari insieme ad altre forze”. Saranno le segreterie di partito o i portavoce a decidere le liste, i consiglieri da mettere in elenco sono 12, il M5s in Capitanata, al momento, ne conta la metà fra S. Nicandro, S. Giovanni Rotondo, S.Severo e Cerignola. Per Manfredonia è ancora da definire se ne scatterà un solo o due.
Nel 2019 il Pd è stato il partito più votato con 22.235 voti ponderati, seguito da Impegno per la Capitanata (18. 367), la lista di centrodestra vicina alla Lega, Forza Italia con 18.033, Capitanata Civica con14.365, Direzione Italia 10.492 voti, Udc 7979.
Altro elemento da sottolineare è che, prima della riforma, il consiglio provinciale fungeva anche da trampolino di lancio per la candidatura alle regionali. Tuttavia, nel caso dell’ultima tornata per l’assise barese, nessuno dei suddetti consiglieri è poi sceso in campo partendo dai banchi di palazzo Dogana. La partecipazione e l’esito del voto diranno, a breve, quanto la geografia politica uscita dalle ultime amministrative per i Comuni ha cambiato gli assetti di palazzo Dogana, anche in vista del voto per il presidente.