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Looper – R. Johnson, 2012

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
9 Dicembre 2012
Cinema //

Rian Johnson (fronte: heyuguys.co.uk)
Questa scheda è spoiler-free: nel rispetto del lettore vergine della visione del film verranno isolate, nell’arco della recensione, eventuali rivelazioni critiche di trama (spoiler) su note a piè pagina, oltre a essere suggerito, a fine articolo, un indice della presenza di punti sensibili nell’opera il cui svelamento accidentale possa incidere su una sua corretta fruizione

Titolo originale: Looper
Nazione: Stati Uniti
Genere: fantascienza

FINE gennaio 2013 e nelle sale italiane approderà l’ultimo lavoro di Rian Johnson, di cui già si vocifera da mesi tra gli appassionati della crono-fantascienza. Si tratta di Looper, avventura-thriller a base di paradossi temporali che narra la storia di Joe, assassino del gruppo dei looper, criminali assoldati in un futuro non troppo lontano per singolari eliminazioni possibili grazie ai viaggi nel tempo. Orologio alla mano, in un preciso istante e luogo condannati a morte incappucciati provenienti dal mondo di trent’anni dopo appaiono per essere giustiziati e fatti sparire senza lasciar traccia, in un’epoca in cui tecnicamente già non esistono. Addosso portano il compenso per l’eliminazione ed in un solo caso esso è considerevolmente maggiorato.

Looper - poster
Nonostante l’evidente e stuzzicante base fantascientifica a contorno necessario, l’originale lavoro di Johnson vive come un thriller e tale vuole essere. […]1, la storia gioca […]2 sull’idea che si possa cambiare il futuro modificando il passato, in un meccanismo instabile (a differenza della filosofia Cameron) in cui gli effetti delle azioni disturbatrici del corso degli eventi si manifestano in tempo reale e non sono già parte dell’equilibrio cronologico.

Sui titoli di coda non si fatica a comprendere la distribuzione di questa pellicola ad opera della Disney. Looper rientra, per contenimento di sceneggiatura, nella logica di certa produzione per “ragazzi del terzo millennio”, che non si nega violenza come in quella della seconda metà del secolo scorso, ma la lascia non esasperata, si direbbe “morigerata”, seguendo l’assuefazione accettata moralmente e consolidata di molto pubblico giovanile. Tale restrizione non costituisce, naturalmente, un limite qualora non impedisca la naturale fioritura del soggetto verso lidi più adulti oppure quando regia e sceneggiatura siano gestite per darne un taglio differente ma completo, autosufficiente.
Siamo nel caso di Looper? A malapena.

Looper - Locandina italiana
L’impressione, a fine proiezione, è di avvertire mancanze, non gravissime ma limitanti. Tolta la fascinosa idea, in fondo un pretesto grazioso ma solo un pretesto, sembra di sentire l’assenza di un carattere più forte, di una mascolinità, deficit che lascia il film a terra, non conquista, come un duro del bronx senza tatuaggi. Looper pare, in estrema sintesi, mancare di quella malsanità alla Strange Days oppure di un delirio visionario alla Gilliam, e la gestione di questa compostezza alla fine non convince, non sfonda lo schermo – come, per fare un paio di esempi, accadeva, invece, al pulitissimo e sobrio Moon (scheda) o al successivo Source Code (scheda).
Ne è colpevole non solo la sceneggiatura ma le interpretazioni, che non strappano applausi e si mantengono sull’educato quando non provano a contare su presunte star, un Bruce Willis del quale si fa sempre fatica a numerare (con una sola mano) i ruoli centrati.

Una visione gradevole, ma che mostra la coda dopo il primo tempo, a caccia lo spettatore di qualcos’altro al di fuori dell’idea di base. Il regista agita la mano ad indicare la traccia thriller/avventurosa e gli si crede, ma non c’è uno spessore o un’originalità all’altezza del bizzarro pretesto fantascientifico, e il film approda a riva con garbo ma senza verve.
In produzione, consulenza di Shane Carruth, del piccolo cult Primer (scheda), ancora latitante in Italia.

Valutazione: 6.5/10
Spoiler: 10/10

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In Stato d’osservazione

Lawless, J. Hillcoat (2012) – gangster, Cannes 2012 * 29nov
Moonrise Kingdom – Una fuga d’amore, W. Anderson (2012) – drammatico, Cannes 2012 * 5dic
Lo Hobbit – un viaggio inaspettato, P. Jackson (2012) – fantasy * 14dic



[…]1 Parzialmente debitore della saga Terminator
[…]2 sul paradosso della contemporaneità delle identità in un medesimo tempo e

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"Ognuno ha una favola dentro, che non riesce a leggere da solo. Ha bisogno di qualcuno che, con la meraviglia e l'incanto negli occhi, la legga e gliela racconti".

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