Titolo originale: Looper
Nazione: Stati Uniti
Genere: fantascienza
FINE gennaio 2013 e nelle sale italiane approderà l’ultimo lavoro di Rian Johnson, di cui già si vocifera da mesi tra gli appassionati della crono-fantascienza. Si tratta di Looper, avventura-thriller a base di paradossi temporali che narra la storia di Joe, assassino del gruppo dei looper, criminali assoldati in un futuro non troppo lontano per singolari eliminazioni possibili grazie ai viaggi nel tempo. Orologio alla mano, in un preciso istante e luogo condannati a morte incappucciati provenienti dal mondo di trent’anni dopo appaiono per essere giustiziati e fatti sparire senza lasciar traccia, in un’epoca in cui tecnicamente già non esistono. Addosso portano il compenso per l’eliminazione ed in un solo caso esso è considerevolmente maggiorato.
Sui titoli di coda non si fatica a comprendere la distribuzione di questa pellicola ad opera della Disney. Looper rientra, per contenimento di sceneggiatura, nella logica di certa produzione per “ragazzi del terzo millennio”, che non si nega violenza come in quella della seconda metà del secolo scorso, ma la lascia non esasperata, si direbbe “morigerata”, seguendo l’assuefazione accettata moralmente e consolidata di molto pubblico giovanile. Tale restrizione non costituisce, naturalmente, un limite qualora non impedisca la naturale fioritura del soggetto verso lidi più adulti oppure quando regia e sceneggiatura siano gestite per darne un taglio differente ma completo, autosufficiente.
Siamo nel caso di Looper? A malapena.
Ne è colpevole non solo la sceneggiatura ma le interpretazioni, che non strappano applausi e si mantengono sull’educato quando non provano a contare su presunte star, un Bruce Willis del quale si fa sempre fatica a numerare (con una sola mano) i ruoli centrati.
Una visione gradevole, ma che mostra la coda dopo il primo tempo, a caccia lo spettatore di qualcos’altro al di fuori dell’idea di base. Il regista agita la mano ad indicare la traccia thriller/avventurosa e gli si crede, ma non c’è uno spessore o un’originalità all’altezza del bizzarro pretesto fantascientifico, e il film approda a riva con garbo ma senza verve.
In produzione, consulenza di Shane Carruth, del piccolo cult Primer (scheda), ancora latitante in Italia.
Valutazione: 6.5/10
Spoiler: 10/10
altreVisioni
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In Stato d’osservazione
Lawless, J. Hillcoat (2012) – gangster, Cannes 2012 * 29nov
Moonrise Kingdom – Una fuga d’amore, W. Anderson (2012) – drammatico, Cannes 2012 * 5dic
Lo Hobbit – un viaggio inaspettato, P. Jackson (2012) – fantasy * 14dic
[…]1 Parzialmente debitore della saga Terminator
[…]2 sul paradosso della contemporaneità delle identità in un medesimo tempo e