“E’ un po’ di tempo che ci stiamo ponendo questa domanda: ma i vigili urbani di Foggia perché non fanno il loro lavoro o quanto meno non lo mettono in pratica come si deve? È evidente che ogni giorno passeggiando per le vie della città si può notare come le macchine siano parcheggiate in divieto di sosta, sui marciapiedi e in doppia fila”. “Non riusciamo a capire perché i vigili urbani non compiono adeguatamente il loro lavoro, – denuncia il Presidente Fiore del Movimento Nuova Voce – permettendo che la negligenza di alcuni automobilisti prenda il sopravvento”.
Per non parlare poi di quello che accade all’ora di punta all’uscita dei ragazzi dalle scuole. Puntualmente, i genitori per prendere i propri figli si parcheggiano in doppia fila, sulle strisce pedonali ingombrando il passaggio, infischiandosene dello scorrimento regolare della carreggiata.
“Ci chiediamo dove siano i vigili urbani in situazioni simili dovè l’Amministrazione comunale a vigilare su queste situazioni – commenta Fiore – quando dovrebbero regolare il traffico”. Inoltre, il giorno dell’Immacolata nel centro di Foggia noi del Movimento abbiamo contato 45 abusi i famosi vucuprà su tutto il marciapiede, ci chiediamo perché i vigili la domenica e i giorni festivi non lavorano?
Analoga situazione accade verso sera soprattutto sul tardi. Si possono notare, in molti punti nell’isola pedonale molte macchine che sfrecciano. “Quest’ultimo episodio è molto pericoloso perché sono luoghi frequentati da famiglie con bambini, – continuano Fiore – è facile che qualcuno possa investire un bambino ignaro di questo pericolo”. Inoltre, su corso Garibaldi, specialmente il sabato sera, ci sono i classici furbetti che parcheggiano le auto sul marciapiede di fronte al Comune.
“Bisognerebbe dare alla città la sicurezza che gli spetta. – continua Fiore – Se le regole esistono devono anche essere messe in pratica e farle rispettare. Ma se nessuno cerca di farle rispettare prendendo seri provvedimenti verso chi le viola non avremo mai una città più sicura”, conclude Fiore.
Redazione Stato
Redazione Stato
Da: avv. Eugenio Gargiulo (eucariota@tiscali.it)
Sorprendente sentenza: va risarcito il “danno esistenziale” all’automobilista bloccato dalla macchina lasciata in doppia fila!
Risarcimento di 200 euro a carico del “furbetto”, liquidato in via equitativa per compensare lo stress e il “detrimento alla vita relazionale” a causa di un fatto ingiusto.
Scatta il danno esistenziale per chi rimane bloccato dall’auto altrui posteggiata in doppia fila: il furbetto che non vuole perdere tempo a cercare un parcheggio deve risarcire 200 euro alla vittima della sua superficialità laddove il proprietario della macchina rimasta ostaggio dell’altra ha diritto al ristoro dello stress e del “detrimento” patito nella sua vita di relazione.
È quanto emerge dalla recentissima sentenza 27962/13, pubblicata dal Giudice di Pace di Roma .
È stato sfortunato l’automobilista disinvolto, che aveva lasciato la macchina in piena carreggiata di una strada della Capitale per andare a giocare nella sala bingo: la vettura fatta “prigioniera” era di un avvocato romano che è quindi riuscito ad ottenere la condanna al ristoro del danno non patrimoniale.
In effetti l’avvocato era restato bloccato e non era potuto andare all’appuntamento con la fidanzata che non incontrava da tempo dopo un soggiorno all’estero. E il danno non patrimoniale si configura ogni qual volta c’è una lesione di un principio fondamentale o di un valore della persona tutelato dalla Costituzione.
Senza dimenticare il principio del “neminem laedere” ex articolo 2043 e la disposizione dell’articolo 158, comma 3, lettere b) e c) Cds, che impongono condotte di circolazione stradale tali da evitare pregiudizi agli altri utenti della strada e comunque improntate al rispetto e alla prudenza.
Insomma: il danno esistenziale scatta perché “supportato da concrete dimostrazioni” grazie a prove documentali e testimoniali che dimostrano “il detrimento alla vita di relazione oltre che il dispendio inutile di mezzi per difendersi dal danno ingiusto”. Il danneggiante paga anche 140 euro di spese di giudizio!
Foggia, 17 dicembre 2013 Avv. Eugenio Gargiulo
Da: avv. Eugenio Gargiulo (eucariota@tiscali.it)
Commette un reato penale chi blocca l’autobus o l’auto altrui parcheggiando in seconda fila!
Parcheggiare l’automobile in seconda fila non comporta solo una violazione del codice della strada e, quindi, una sanzione amministrativa. Possono derivare conseguenze ben più gravi da tali condotte irrispettose, come l’incriminazione in un processo penale.
Chi, lascia la macchina davanti all’altrui garage, e ne blocchi l’uscita o l’ingresso al legittimo proprietario è passibile del reato di “violenza privata”.
Recentemente la Cassazione è intervenuta sullo stesso tema, ma con riferimento all’ipotesi di chi blocchi il passaggio ad un autobus di linea. Il caso tipico è quello dell’auto lasciata in doppia fila, incustodita, all’interno di una via stretta, impedendo così al mezzo pubblico di proseguire la propria marcia.
In tali casi scatta il reato di “interruzione di pubblico servizio”. Ciò in quanto, così facendo, si lede il regolare e ordinato andamento dell’attività della pubblica amministrazione.
Ovviamente non si deve trattare di una interruzione di pochi secondi. La Suprema Corte richiede che la sospensione del pubblico servizio sia “oggettivamente apprezzabile” in termini di tempo. Pur nella genericità e relatività di tale affermazione, è presumibile pensare che il reato si configuri dopo, per esempio, un quarto d’ora di blocco del servizio pubblico. ( così Cass. sent. n. 5271/14 del 3.02.2014)
Inutile far notare al giudice che, così facendo, non si altera il servizio nel suo complesso, ma solo una singola funzione (lo specifico autobus che non riesce a passare). La Cassazione, infatti, è di contrario avviso: l’illecito si configura quando la sosta in seconda file, sebbene temporanea, alteri in modo oggettivamente apprezzabile anche solo un singolo settore, e non la totalità, dell’attività dell’amministrazione.
Per la condanna, peraltro, non rileva neanche il fatto che il reo non sia consapevole della gravità della propria condotta e che la sua intenzione non fosse quella di ostacolare l’attività della pubblica amministrazione.
Foggia, 6 febbraio 2014 Avv. Eugenio Gargiulo