FOGGIA, 09/12/2022 – «Io so solo che mio padre e Andrea erano ottimi piloti. Le cause dell’incidente ancora non le conosciamo. Sappiamo che la magistratura sta indagando. Attendiamo da loro di sapere cosa è accaduto». A parlare al Corriere del Mezzogiorno è Francesco Ippolito, 28 anni, il figlio di Luigi Ippolito uno dei due piloti che erano alla guida dell’elicottero dell’Alidaunia che il 5 novembre scorso è precipitato nelle campagne di Apricena, in località Castelpagano.
L’elicottero stava effettuando la tratta Isole Tremiti-Foggia. Sette le vittime: i due piloti – Luigi Ippolito e Andrea Nardelli – e cinque passeggeri, un medico del 118 Maurizio De Girolamo e una coppia di turisti sloveni con i loro due figli di tredici e quattordici anni. Nei giorni scorsi i rottami del velivolo sono stati recuperati e trasportati in un luogo al chiuso. Due le inchieste: una della procura di Foggia, per disastro aviatorio colposo e omicidio colposo plurimo a carico di ignoti e una dell’Agenzia nazionale sulla sicurezza sul volo.
«Sappiamo – continua Francesco Ippolito – che la magistratura sta cercando di capire cosa sia accaduto sui cieli del Gargano. Noi attendiamo con fiducia il loro esito. In questo mese abbiamo sentito e letto tante cose. Tante ipotesi. Io però non sono un esperto quindi non posso e non voglio neanche fare ipotesi. Ci sono persone più esperte che stanno indagando».