Orta Nova, 10 gennaio 2021. Scuola in difficoltà, scuola che arranca, ma che resiste. È la scuola nel tempo della pandemia anche nel territorio dei Cinque Reali Siti.
Istituto comprensivo Sandro Pertini, Orta Nova. La criticità maggiore riportata: le difficoltà di connessione nella didattica a distanza attivata con i ragazzi.
La rete dati disponibile è risultata insufficiente, la dirigenza scolastica ha provveduto a inoltrare richieste alle autorità comunali e a quelle regionali per un ampliamento della stessa.
Richieste che ad oggi rimangono inevase, riferiscono a StatoQuotidiano i docenti della scuola. I professori devono dunque dividersi tra didattica in presenza, con gli alunni che hanno scelto di recarsi a scuola, e didattica a distanza, per i ragazzi che invece preferiscono rimanere a casa. E ricorrono, i docenti appunto, anche a connessioni derivanti da mezzi personali, privati, magari più efficienti, più affidabili.
Ai sensi dell’ordinanza più recente del presidente di Regione, Michele Emiliano, i genitori dell’istituto Pertini sono stati invitati ad esprimere preferenza entro il 9 gennaio rispetto alla possibilità di far partecipare i figli alle lezioni attraverso la didattica a distanza oppure quella in presenza. E ad oggi sembra che i 2/3 dell’utenza abbiano optato per la prima.
Le conseguenze della didattica a distanza, però, rilevate, già prima delle vacanze natalizie, non sono tutte incoraggianti. Non mancano alunni che finiscono con il non impegnarsi nelle attività di studio, soprattutto quando non hanno alle spalle un necessario equilibrio socioculturale, familiare.
Non mancano alunni stranieri che, per limitati strumenti culturali e linguistici da parte dei genitori, vanno allo sbando, non partecipano alle lezioni, nonostante le sollecitazioni e gli strumenti, come tablet o simili, messi a disposizione da parte della scuola. Situazione simile per quello che riguarda la scuola primaria nello stesso istituto comprensivo.
Seguire a distanza, attraverso un computer o un cellulare, non è facile. E a lungo andare stanca, allontana. Nelle scuole dell’infanzia del territorio di Orta Nova la situazione sembra più facilmente gestibile.
I bambini sono in didattica in presenza, dal 7 gennaio come già prima delle vacanze natalizie.
I genitori si fermano fuori dalla scuola, per questioni di sicurezza, sia al momento dell’ingresso, sia a fine giornata, al momento dell’uscita. Qualcuno di loro, prima di Natale, avrebbe palesato delle perplessità rispetto al fatto di continuare a mandare i bambini in presenza a scuola, in un periodo in cui i contagi da coronavirus sembrano solo aumentare, ma poi il 90% di loro ha accettato la didattica in presenza.
I piccoli a scuola portano da casa ogni giorno la loro cassetta degli attrezzi: in una sacca o cartellina, astuccio con i colori e quaderni operativi. Oltre ai dispositivi di sicurezza.
I bambini sembrano abbastanza consapevoli della presenza del virus, riferiscono le maestre, ma durante il gioco il loro istinto è quello di avvicinarsi, creare un contatto con i compagni.
Le misure relative al distanziamento però sono scrupolosamente osservate dalle insegnanti che vigilano costantemente affinché si rispettino le basilari norme di sicurezza durante le varie attività didattiche. Strumenti di protezione, come mascherina, schermo facciale anticovid sono continuamente utilizzati dalle maestre.
Anche i collaboratori scolastici svolgono un continuo lavoro di supporto sanificando continuamente le aule, gli arredi, i tavolini dei bambini, anche più volte nel corso della stessa giornata scolastica.
Istituto comprensivo “Papa Giovanni Paolo I”, Stornara. A partire dal 9 gennaio, partita la didattica integrata. Circa il 50% delle famiglie, chiamate ad esprimere il proprio parere attraverso questionari come richiesto da Michele Emiliano, ha deciso di mandare i figli a scuola, in presenza. Situazione simile a quella già in atto prima delle vacanze natalizie. “Non possiamo più parlare di situazione di emergenza, ma di situazione di pandemia che deve essere governata attraverso una rimodulazione dell’organizzazione scolastica che non può assolutamente essere lasciata all’improvvisazione, ma deve essere frutto di programmazione”, le loro parole.
L’istituto comprensivo di Stornara ha dovuto subire due volte la chiusura forzata e necessaria, per diffusione dei contagi COVID nella comunità scolastica, una volta a novembre e un’altra a dicembre, sulla base di un’ordinanza del sindaco.
In entrambi i casi, tuttavia, “Nella scuola” riferiscono dall’istituto Papa Giovanni Paolo I “Avendo fatto tesoro dell’esperienza maturata durante il lockdown partito nel marzo 2020, abbiamo attivato la didattica digitale integrata con lezioni sincrone per i ragazzi che sceglievano di partecipare alle attività in presenza e quelli che decidevano di rimanere a casa”. Anche presso tale istituto, comunque, rilevate delle criticità.
Alcune famiglie, quando non munite dei mezzi necessari per far sì che i loro figli disponessero di dispositivi utili alla didattica a distanza, non si sono prontamente attivate per ricevere gli aiuti che venivano offerti dalla scuola. Inoltre, anche qui rilevato un sovraccarico della rete nelle connessioni che ha rappresentato un impedimento al regolare svolgimento delle lezioni.
Grazie ai fondi per la connettività della scuola e all’Amministrazione comunale, sottolineano dall’istituto comprensivo di Stornara, la rete è stata però di recente potenziata ed ora la situazione risulta essere migliorata.
È la scuola dei Cinque Reali Siti nel tempo del Coronavirus. “La scuola che non è scuola, perché la scuola vera è fatta di socializzazione, di relazione, di incontro diretti”. Ma rimane la scuola possibile, ora. La scuola che resiste, la scuola che c’è. Daniela Iannuzzi
A cura di Daniela Iannuzzi