FOGGIA – Sarà che auscultare equivale alla grammatica dei medici, e che per questo la passione clandestina che molti camici bianchi coltivano parallelamente alle corsie è quella per la musica.
Solo per citarne alcuni Mimmo Locasciulli e l’immenso Enzo Jannacci (che di sé stesso cantava «stai male?
Se me lo dicevi prima ti operavo io, veniva quasi uguale… »), ma anche in ambito territoriale sono davvero molti i medici che a un certo punto hanno deciso di abbandonarsi alla magia del suono.
Viene in mente un brillante quintetto jazz guidato da Luciano De Mutiis (rianimatore responsabile del 118 del Policlinico Riuniti, prematuramente scomparso lasciando un vuoto professionale incolmabile), che annoverava tra gli altri anche Umberto Vincenzi (pneumologo tra i più quotati in Italia) e Maurizio Ruggeri (chirurgo vascolare).
Sempre a Foggia c’è un medico che gli strumenti non solo li suona, li costruisce. Luciano Tartaglia, nefrologo in servizio al Policlinico Riuniti: un’abilità da chirurgo a disposizione di una sensibilità da liutaio.
Fa solo chitarre, specializzazione che gli è valsa molte menzioni non ufficiali ma assai significative. Come la chitarra accolta in dono da Niccolò Fabi, uno dei suoi cantautori preferiti.