“Stanotte mentre arrivavano dai seggi di tutto il sud i risultati di Antonio Decaro e del PD, si realizzava un sogno inseguito da anni. Antonio ha riunificato il sud e il PD in una forza politica seria, coesa, rispettata ed amata. Adesso tutto cambia per restituire dignità al Mezzogiorno.Mai il PD è stata la prima forza politica della Regione nonostante tante vittorie amministrative. Adesso la Puglia, anche grazie ad una splendida comunità civica, avrà più voce e maggior rispetto.”
Con queste parole dalla piena soddisfazione, Michele Emiliano esplica la sua felicità per un risultato mai scritto sebbene sperato. Una vittoria personale schiacciante, quella di Antonio Decaroche ulteriormente mostra la necessità di un nuovo leader di una sinistra che non appare sempre come il vero baluardo di democrazia, partecipazione, condivisione. Una vittoria che riporta al centro la necessaria idea di sinistra, la voglia di essere partecipi al vero cambiamento e non allo scasaccareche il leader dei 5 stelle, nel non accettare di correre uniti, ha mostrato alla nazione intera, venendo giustamente punito.
Le dichiarazioni di Conte, che sta restituendo al PD gli elettori,scappati via dal segretario Renzi, che credettero nei 5 stelle, sono segno tangibile di una batosta elettorale dalle proporzioni colossali. “Occorre pensare di coalizioni non temporanee”in sintesi le affermazioni uscite da voce rauca e senza quella sua spocchia signorile lontana dalla verità politica che si vuol mostrare. Chiara la necessità di tornare a essere uniti, come chiaro è il segnale di un’esigenza diversa connessa anche al cambiamento del leader. Come Macron anche altri dovrebbero abdicare dopo l’ennesima sconfitta, tra l’altro cercata dopo aver spento la lanterna magica.Solo così si può tentare di fermare l’onda dirompente di una destra sempre più tronista e sovranista.
Il Movimento ha visto fuggire i suoi cavalli migliori e, a dimostrazione di non essere certamente un movimento che guarda a sinistra, ha visto posizionare i suoi ex a destra, esempio l’europarlamentare Chiara Gemma che è stata rieletta nelle liste del partito della Meloni a ulteriore riprova che la politica non è di certo al servizio del popolo.Tornando a Decaro,e alle parole di Emiliano, che di certo non cancellano lo schiaffo di Conte il quale neanche nella sua San Giovanni Rotondo ha ritenuto allearsi con il PD e con la lista CON San Giovanni Rotondo, nonostante quest’ultima avesse lanciato più di una volta fazzoletti bianchi di Pace, il PD ricuce lo strappo con il suo elettorato, specialmente al Sud e si augura un nuovo rinascimento che potrebbe assurgere proprio Decaro a leader indiscusso. L’unico che nella campagna elettorale dai banchi del centro sinistra ha parlato di politica, di orientamenti, di posizioni utili alla Puglia, al Centro Sud, all’intera Italia che in Europa è sempre meno condizionata sui temi fondanti e sempre più succube di posizioni delle destre che minano democrazia e libertà. “Con”, movimento che fa capo al presidente Emiliano, nell’essere sempre più considerato movimento aggregante e vicino alla gente, nel guardare anche fuori la sua Puglia, è stato altamente determinante per la rincorsa al parlamento Europeo e proprio da San Giovanni Rotondo è arrivato il segnale più forte graziealla marea di voti singoli verso Decaro. Significativo è il giusto segnale di voler essere protagonista, ma nel concepire riformismo e partecipazione popolare senza frontiere o steccati che spesso attanagliano soprattutto i partiti di Centro Sinistra, in primis proprio il PD. La politica deve necessariamente tornare al centro e dislocarsi da quel margine che sempre più evidenzia autoreferenzialità e poca partecipazione popolare.
La stessa campagna elettorale, proprio a San Giovanni Rotondo, ha avuto il sapore del soporifero sonno che non ha permesso a nessun candidato di esprimersi in maniera completamente scevra da condizionamenti a causa l’accasamenti, giri di giacche e conoscenze personali che non avrebbero gradito accuse di “alto tradimento”. La politica si riassume a ciò che poi riferisce e l’astensione, sempre più eclatante insieme all’indifferenza, non può far gioire chi spera in un ritorno che ridonerebbe splendore a volti ormai privi di sorriso.
Maurizio VARRIANO