FOGGIA – In Italia, la stretta all’uso degli smartphone in classe è una delle novità del nuovo anno scolastico appena avviato.
La decisione del ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, è stata messa nero su bianco in una circolare firmata l’11 luglio.
E rappresenta un giro di vite rispetto alla circolare del dicembre 2022, che ne permetteva l’uso per “finalità didattiche, inclusive e formative” sotto la supervisione dell’insegnante.
Ma non si tratta di un caso isolato. In Europa tanti governi, nazionali e locali, stanno valutando o sperimentando lo stop ai device elettronici in aula o, addirittura, all’interno dello stesso istituto.
Come mai? Uno dei motivi risale al Global education monitoring report 2023, intitolato “Technology in education: a tool on whose terms?”, che evidenzia l’assenza di una regolamentazione appropriata sul tema.
Un altro è legato all’indagine di Ocse Pisa (Programma per la valutazione internazionale dello studente) del 2022, che ha messo in luce un legame negativo tra l’uso eccessivo delle tecnologie e il rendimento tra i banchi. Pertanto, ogni Paese o perfino regione decide un po’ da sé. In particolare, perché manca una politica di respiro europeo ad hoc.
Sebbene la rieletta presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ci stia pensando per inserirla nel programma della nuova legislatura.
Italia
L’Italia punta su una restrizione totale esclusivamente in aula, così com’era stato deciso dal governo Berlusconi nel 2007.
Ma non viene negato il possesso.
L’ultima circolare, comunque, mette sotto i riflettori le motivazioni dello stop, ossia l’incidenza negativa sullo sviluppo cognitivo, “perdita di concentrazione e di memoria, diminuzione della capacità dialettica, di spirito critico e di adattabilità” e il conseguente “impatto negativo sull’apprendimento”.
Lo stop è previsto “a fini educativi e didattici” per gli studenti che vanno dalla scuola dell’infanzia fino alle medie, eccetto per quelli con disabilità e/o disturbi specifici dell’apprendimento. Non rientrano nel blocco “altri dispositivi digitali, quali tablet e pc, sotto la guida dei docenti”.
E se uno studente venisse beccato, cosa rischierebbe?
La circolare del ministero delega la sanzione alle scuole.
Come si può leggere: “Le istituzioni scolastiche del primo ciclo di istruzione provvederanno ad aggiornare i propri regolamenti e il patto di corresponsabilità educativa, anche prevedendo, nella scuola secondaria di primo grado, specifiche sanzioni disciplinari per gli alunni che dovessero contravvenire al divieto di utilizzo in classe dello smartphone”.
Lo riporta fanpage.it