In particolare, i militari del Nucleo di Polizia Tributaria di Foggia, al termine di articolate indagini, coordinate dalla locale Procura della Repubblica, hanno acquisito elementi di prova a carico di Vigilante il quale avrebbe, in maniera preordinata, attraverso la simulazione di un’operazione di scissione d’azienda, condotto la società amministrata verso uno stato d’insolvenza allo scopo di non versare all’erario le somme dovute per imposte sui redditi, I.V.A. e contributi previdenziali per complessivi 37 milioni di euro.
Da raccolta dati si fa riferimento alla società “Sos Vigilanza”; l’operazione della Guardia di Finanza segue una precedente denuncia, con iniziale rigetto dei provvedimenti cautelari ma con attuale disposizione dei domiciliari, dopo un appello al Tribunale del riesame. Vigilante fu sottoposto agli arresti domiciliari nel dicembre del 2005, nell’ambito dell’operazione “Vigilantes”, condotta dagli inquirenti della Procura della Repubblica di Foggia. Come riportato l’08.01.2009 dal Il Frizzo di Lucera, Matteo Vigilante – imputato con un altro imprenditore all’epoca 43enne- fu assolto dalla Corte d’Appello di Bari dopo la sentenza di proscioglimento resa il 5 gennaio 2009. Vigilante era stato accusato di aver capeggiato un’associazione per delinquere finalizzata alla turbativa d’asta e, il secondo, di avervi partecipato. Vigilante ed altri imputati erano stati prosciolti con la più ampia formula assolutoria (“perché il fatto non sussiste”) dalla Corte barese, difesi dagli avvocati Mario Russo Frattasi e Giulio Treggiari.
Redazione Stato@riproduzioneriservata
Così si scopre che non è la crisi ad impedire agli istituti di vigilanza di pagare salari e stipendi con regolarità e in modo completo, ma è il comportamento vizioso degli amministratori a portare al fallimento gli istituti di vigilanza.
Complimenti
Gustavo Gesualdo
Questa ennesima truffa milionaria non (si sarebbe potuta realizzare,ndr) senza la complicità e l’omertà mafiosa di politici e burocrati.
Quando arrestano anche questi criminali?