“Quindici anni di precarietà, di alti e bassi, con un decreto del ministero della pubblica istruzione del 2001 che dispone il loro assorbimento nelle graduatorie del personale scolastico non docente, una sentenza del TAR del mese di marzo scorso che sancisce quella disposizione e un pronunciamento del Consiglio di Stato che ancora si fa attendere. La vicenda degli ex Lsu pugliesi, che sono 24.000 in tutta Italia e 3.500 in Puglia, è una odissea. Da prima del 2000 il loro destino lavorativo, ogni anno, è appeso alle disponibilità finanziarie del governo che, però, anziché stabilizzarli, nonostante sentenze e decreti a cui ho già fatto riferimento e nonostante il risparmio di risorse che ciò comporterebbe, li colloca dando in appalto quel servizio di pulizia delle scuole. La Puglia, fino ad ora, è stata gestita dalla Manutencoop, ma quest’anno l’appalto se lo è aggiudicato una ditta tedesca, la Dussmann, al massimo ribasso”.
“Si capisce bene che passando il contratto da 500 milioni a 300 milioni, nella più rosea delle ipotesi ci saranno decurtazioni di stipendi, ma i lavoratori temeno il peggio e cioè licenziamenti. Questo non è pensabile e tollerabile. Quei 3.500 lavoratori devono restare al loro posto e al più presto devono essere stabilizzati. È importante, come già avvenuto in altre regioni d’Italia, che la gara venga annullata. Non possono esserci tali discriminazioni e poi il servizio che offrono questi lavoratori è un servizio pubblico. Io confido nell’intervento del senatore Dario Stefano che circa due settimane fa ha presentato al ministro dell’Istruzione una interrogazione nella quale chiede la stabilizzazione degli ex Lsu, che siano inquadrati effettivamente nelle graduatorie provinciali.
Staremo a vedere cosa intende fare il governo, intanto, in Regione i capigruppo hanno già incontrato una delegazione di questi lavoratori.
Ce ne sono tanti anche nella mia città, Barletta, dove si sono riuniti in un comitato, XIII febbraio, quando ci fu la disfida di Barletta”.
“Proprio in questi giorni stiamo vedendo e subendo le conseguenze della esasperazione. Io mi auguro che, dopo il congresso del Pd, dopo la fiducia al governo, la politica in questo Paese si ricordi del suo scopo e del suo motivo d’essere e cioè lavorare per il bene comune e, mai più di ora, per il benessere generale. Intanto propongo ai colleghi consiglieri tutti di sollecitare interventi in questo senso perché non ci si può permettere la perdita di neppure un posto di lavoro”.
Redazione Stato