La critica cinematografica, almeno sui principali giornali italiani, è stata sempre fortemente influenzata dallo schieramento politico che, spesso e volentieri, prescindeva dalla qualità intrinseca della pellicola. Accade in Italia dall’alba dei tempi. Il partito afferma e la testata ripete a pappagallo.
Succede così che un film come Toto Tolo, che non era ancora uscito al cinema, era già stato stroncato da buona parte delle critica del mainstream giornalistico, inorridita dal fatto che nel trailer si ironizzasse dei luoghi comuni sulle “risorse”.
Checco Zalone poi aveva voluto trollare sia la critica che il pubblico con una canzone che annunciava ben altro film, alimentando così lo scontro e la curiosità di detrattori e non. Salvo poi, in maniera poco credibile, stupirsi delle reazioni, soprattutto politiche, ma anche di radical chic come Heather Parisi che gridavano al razzismo nei confronti del comico pugliese, chiedendone la testa.
Luca Medici non sarà un grande attore ma è sicuramente un genio del marketing, riuscendo a portare al cinema un fiume impressionante di persone al cinema. Nel primo giorno di programmazione è stato visto da 1.174.285 spettatori riscuotendo 8.668.926 €, diventando il film con il maggior incasso di sempre nella storia del cinema italiano nelle prime 24 ore di programmazione.
Una volta che il film svelava la sua vera natura, ovvero di parabola politicamente corretta pro immigrazione in salsa pugliese, critici come Paolo Mereghetti del Corriere della Sera e Natalia Aspesi de la Repubblica parlavano di un film riuscito paragonandolo addirittura (come molti altri quotidiani) alle commedie di Alberto Sordi e Dino Risi.
Pochi ne hanno parlato ma questo è il primo film di Zalone senza Gennaro Nunziante, sceneggiatore e regista. Quest’ultimo è stato anche autore dei testi dei programmi tv con Toti e Tata. Certo non è il Billy Wilder della commmedia italiana ma almeno aveva una buona professionalità. Qui non c’è e si nota parecchio. La sceneggiatura è piuttosto altalenante, la regia molto approssimativa. Pochi avranno notato però che la sequenza dell’annuncio della presunta morte del personaggio è identica a quella di Salvate il Soldato Ryan di Steven Spielberg.
Il problema principale di Toto Tolo è che non riesce a accontentare pienamente né chi era entrato nelle sale per godersi un film irriverente e senza pensieri, come le precedenti pellicole di Zalone, né chi aspettava un film “impegnato” sulle tragedie legata al traffico dei migranti. Il tutto è presentato in maniera veramente troppo approssimativa e, a volte, irrispettosa.
Unica scena veramente da applausi ha come protagonista l’ex presidente della regione Puglia Nichi Vendola, una perfetta rappresentazione della retorica vuota, ampollosa e autocompiacente che lo contraddiceva, specie in tema immigrazione.
Se alla fine degli altri film di Zalone si usciva dalla sala soddisfatti e sereni come dopo a una festa per amici, qui si esce, specie grazie al finale, pensando che siamo diventati un Paese pieno di gente cattiva e senza cuore, con uno Stato asfissiante e usuraio. Un po’ è anche vero ma per quello basta guardare il tg della sera.
Fonte immagine: MondoFox
Bellissima critica, complimenti
Ha superato BERLUSCONI. Il nuovo paladino della evasione fiscale.