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La Capitanata al tempo della crisi, disoccupazione al 15,4%

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
11 Marzo 2010
Lavoro //

www.laurastochino.it
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Foggia – IL PIL italiano tornerà al livello pre-crisi (2007) non prima del 2016. Secondo il Bollettino economico Banca d’Italia, la riduzione tendenziale degli occupati nel III trimestre 2009 è di 508mila unità, di cui 220mila a tempo determinato e, per la prima volta dal 1999, 110mila a tempo indeterminato. La perdita dei posti di lavoro arriva a 800mila persone se consideriamo anche “gli scoraggiati” e quei lavoratori in CIG che sicuramente diventeranno disoccupati. I collaboratori che hanno perso il posto nel 2009 sono oltre 150mila, ma solo 1.500 hanno ricevuto il bonus precari previsto dal governo. La previsione della CGIL nazionale, secondo i criteri di Banca d’Italia, è di circa 1.500.000 posti di lavoro che rischiano di essere persi dall’inizio della crisi alla fine del 2010. Di questi la stima è che circa il 60%, cioè circa 900mila, saranno i giovani (sotto i 35 anni) senza lavoro. Il “tasso di disoccupazione reale” tornerà ai livelli del 2007 solo nel 2018. La disuguaglianza nella distribuzione dei redditi delle famiglie. Secondo l’ultima indagine di Banca d’Italia sui redditi delle famiglie italiane, il 10% delle famiglie più ricche possiede quasi il 44,5% dell’intera ricchezza netta delle famiglie italiane. Così come metà della popolazione possiede solo il 9,8% della ricchezza netta complessiva (nel 1995 era il 9,3%). In termini di reddito disponibile, il 50% delle famiglie (più povere) si trova sotto la soglia dei 26.062 euro annui. Il 10% sopra i 55.712 euro e detiene circa 1/4 del reddito disponibile totale. La ricchezza delle famiglie italiane (evidentemente soprattutto quella delle più ricche) risulta complessivamente 8 volte superiore del reddito disponibile. Un dato che risulta superiore a quello di Stati Uniti (5,8), Germania (6,1), Francia (7,9).

Fisco e salari. Il calcolo della perdita dal 1980 al 2009: prendendo come riferimento la retribuzione media annua lorda Istat (Contabilità nazionale) di 26.867 euro, calcoliamo la pressione tributaria attuale (30,08%) in 8.082 euro, escludendo quindi la pressione contributiva, mentre nel 1980 la pressione (17,85%) corrispondeva a prezzi costanti [2009] a 4.796 euro. La differenza di 3.285 è il risultato dell’aumento della pressione tributaria e corrisponde a 274 euro al mese. Tale differenza, se cumulata nei 29 anni considerati, produce una perdita complessiva di reddito disponibile
di 52.680 euro. Moltiplicando la perdita cumulata ogni anno per il numero di lavoratori dipendenti di riferimento, si calcola un ammontare complessivo di circa 870 miliardi di euro rimasti nelle casse dell’erario.

L’EVASIONE in Italia è il quasi il doppio di quella di Paesi come la Francia, la Germania e il Regno Unito mentre è quasi quattro volte quella presente in Austria, Irlanda e Olanda. Il sommerso dell’Italia è superiore del 60% alla media dei Paesi dell’Ocse tanto che il nostro Paese raggiunge circa il 27% del valore aggiunto dell’economia sommersa. In Italia ci sono circa 3,4 milioni di lavoratori e lavoratrici irregolari su cui le imprese non pagano tasse e contributi. Di questi circa 800 mila fanno un doppio lavoro come evidente in nero. In Italia al fisco viene nascosto circa il 17 – 18% del Pil reale: 230 – 245 miliardi.

L’OCCUPAZIONE IN CAPITANATA – • Il tasso di disoccupazione in provincia di Foggia è del 15,4%, superiore di circa sei punti in percentuale rispetto alla media nazionale (9,5%). • Per la componente femminile il tasso di disoccupazione è del 24,7%, superiore di ben undici punti in percentuale rispetto alla media nazionale (13,0%).• Il tasso di disoccupazione maschile è dell’ 11,6%, rispetto ad una media nazionale del 7,3%. I dati sulla disoccupazione non colgono il forte effetto scoraggiamento acuito dalla crisi in corso: l’indice statistico prende in esame esclusivamente le persone in cerca di lavoro, mentre sono sempre più – soprattutto tra i giovani e quanti in età avanzata sono espulsi dal mercato del lavoro – quelli che non cercano attivamente un’occupazione anche se sono disponibili a lavorare. Un tasso di disoccupazione ricalcolato inserendo tale categoria porta la percentuale oltre il 25%.

Tasso di disoccupazione
Disoccupazione (prime 3 province)
Enna 15,9%
Foggia 15,4%
Palermo 14,6%

In tal senso più significativi e nel contempo drammatici i numeri riferiti al tasso di occupazione in Capitanata.

Tasso di occupazione
Occupazione (ultime 5 province)
Agrigento 41,4%
Enna 41,3%
Siracusa 41%
Foggia 40,6%
Crotone 39,6%
Tasso di occupazione femminile
Occupazione (ultime 3 province)
Caserta 18,6%
Foggia 18,6,%
Crotone 18,3%
Valore medio 35,0%

Tra i più colpiti dalla crisi i lavoratori precari.
Missioni di lavoro interinale avviate in provincia di Foggia – II trimestre 2008 / II trimestre 2009, II trimestre 2008 II trimestre 2009 variazione
Numero missioni 320 152 -52.5%
Lavoratori coinvolti 327 248 -24.2%

LA CASSA INTEGRAZIONE – Per quanto la provincia di Foggia non presenti tassi di industrializzazione pari ad altri territori italiani, i numeri delle Cig ordinarie e straordinarie attivate nel 2009 sono ugualmente drammatici, e colpiscono tutti i settori produttivi indifferentemente dalle dimensioni aziendali. Le ore complessive di cassa integrazione ordinaria nel 2009 sono state oltre 3,5 milioni, quelle straordinarie circa 324mila. Rispetto al 2008, gli incrementi corrispondenti sono stati del 184% e del 49%.
Totale ore 2008 Totale ore 2009 Differenze Diff. %
CIGO 1.234.719 3.509.501 +2.274.782 184.23
CIGS 216.657 323.970 +107.113 49.39

I settori più colpiti
Settori 2008 2009 2008 2009
Legno 2.863 39.180 – 5.500
Alimentari 20.379 123.114 42.508 58.409
Meccanica 122.491 1.714.073 33.688 56.708
Chimica 46.876 110.342 – 144
Edile 67.502 123.382 47.582 74.232

TOTALI 1.234.719 3.509.501 216.857 323.970
Salari in crisi a causa della CIG: persi 14 milioni di euro. Se si considera una retribuzione netta mensile prima della crisi di 1.430 euro, e quella di un lavoratore con un mese di cassa integrazione a zero ore pari a 762 euro, sviluppando il monte ore di CIG registrato in provincia di Foggia nel 2009 (base mensile: 173 ore lavorate), viene fuori che i lavoratori e le lavoratrici della provincia di Capitanata hanno subito un taglio dei salari pari a oltre 14 milioni di euro. Soldi sottratti all’economia provinciale con inevitabile ricadute sui consumi e sull’indebitamente delle famiglie.

Protesta studenti -
Protesta studenti -
L’UNIONE DEGLI STUDENTI DI FOGGIA CONTRO LA RIFORMA LICEI – Come in molte città d’Italia, anche a Foggia l’Unione Degli Studenti parteciperà alla data di mobilitazione nazionale del 12 marzo contro lo smantellamento della scuola pubblica da parte del ministro Gelmini per manifestare “il proprio dissenso per la riforma scolastica recentemente varata dal ministero”. “Nel territorio della Capitanata negli ultimi tempi è sempre più spesso facile riscontrare la tendenza dei dirigenti scolastici ad aumentare i contributi delle scuole causati in modo netto dai tagli ministeriali distribuiti in tre anni – dicono i rappresentanti dell’Uds di Foggia in una nota stampa – la cosiddetta riforma degli istituti secondari riduce in modo abbastanza netto le ore e le materie, eliminandone alcune importanti, lasciando poco spazio alle sperimentazioni e alla peculiarità del territorio, adattando la riduzione monetaria in termini qualitativi al programma dell’offerta pubblica delle nostre scuole”. “Tutto questo è da considerare come l’ultimo atto di una politica che dà anni taglia fondi alla scuola pubblica e continua a fornire finanziamenti alle scuole private nonostante la condizione precarie e di edilizia scolastica dei laboratori e delle palestre delle nostre scuole”. L’Uds di Foggia ritiene “inaccettabile il disegno di legge 1441 che permette di compiere l’obbligo scolastico nelle aziende sotto forma d’apprendistato, come già era stato proposto dalle Moratti”, oltre a porre “gli studenti come soggetti senza tutela nel mondo del lavoro, riducendo in modo drastico il valore formativo dell’apprendistato e dell’esperienza diretta del lavoro , intercalando il sapere e il saper fare a logiche speculative e di mercato”. Previsto per domani un corteo che partirà da piazza volontari per la pace alle ore 9, per giungere a piazza del lago dove si terrà un’assemblea studentesca che preparerà un progetto di altrariforma, una riforma che parte dagli studenti fine a attualizzare e modernizzare la scuola partendo dalle esigenze dei suoi protagonisti:gli studenti.

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