Manfredonia – GLI echi festosi dell’8 marzo restano lontani, si dissolvono come l’aria. Figure invisibili appaiono le donne che si incrociano ogni giorno, volti ignoti della quotidianità.
Donne molestate dal machismo impertinente, condotte al patibolo dall’intolleranza religiosa e politica. “Donne utero” prese in affitto dal progresso scientifico per un desiderio di paternità solipsistica. Donne ostaggio della “segregazione” domestica, affannate e madide di malinconia, perse nei pensieri tra un bucato e la sportina della spesa.
Maria, giovane polacca vive da un anno a Manfredonia. Sola dopo la morte dei due anziani che accudiva. Senza un lavoro e nessuna certezza, se non la desolazione come unica compagnia.
Angelica, sposa e mamma di due figli è in attesa del soffio silenzioso della morte. Non le resta il tempo di pensare ad altro, se non al cancro che lentamente la consuma. Il letto è diventato il suo altare dove sacrificare gli ultimi istanti della vita.
Adele, dentro il suo abito nero da oltre 40 anni ha consacrato la sua esistenza alla preghiera e ai suoi alunni che ricorda ogni giorno davanti a Dio.
Rosa stringe metaforicamente nel suo cuore i figli reietti dell’Africa, lanciando dei progetti a favore dei bambini orfani e disabili.
Silvia sogna una famiglia e un lavoro “qualunque” dopo aver conseguito l’abilitazione come avvocato.
Lucia, unica donna che rema ogni mattina di buon’ora la sua piccola barca, prima che il sole si affaccia sul mare. I suoi occhi esprimono la fatica e le pesche solitarie che hanno odore di salsedine.
Anna ha il viso solcato dal tempo, ma conserva intatta la sua delicatezza mentre porge i prodotti buoni della terra al mercatino rionale, anche quando il gelo è tagliente.
Terry, adolescente, nasconde i suoi seni acerbi sotto i maglioni pesanti, non sopporta i capelli lunghi. Non si sente donna e gioca a calcio.
Luigia, schiacciata come una mosca dalle sberle del marito e dagli sputi dei clienti all’angolo della strada dove si prostituisce per pochi euro.
Sonia, africana, è sempre seduta ai bordi della statale in attesa di un auto che si fermi e la noti.
Compratori della mercanzia del piacere sessuale. Ventre che li ha ospitati all’alba della vita, ora ventre violato e abusato dalla stoltezza di chi ha dimenticato l’amore.
Donna perdona questa umanità ingrata che ignora la tua presenza e la vita che le hai donato.
mariapia.telera@statoquotidiano.it