O.J. Simpson, ex giocatore di football e figura centrale in un processo che ha scosso l’opinione pubblica americana, è morto all’età di 76 anni dopo una lunga battaglia contro il cancro.
Conosciuto come “The Juice” durante la sua carriera con i San Francisco 49ers, Simpson è stato assolto nel 1995 dall’accusa di aver ucciso la sua ex moglie, Nicole Brown, e il suo amico Ronald Goldman, a causa di prove insufficienti. Il processo, che ha monopolizzato l’attenzione dei media e ha visto milioni di persone incollate allo schermo, ha segnato l’inizio di una nuova era mediatica.
Nato in condizioni svantaggiate a San Francisco, Simpson è diventato una star del football già durante i suoi anni al college. Successivamente ha intrapreso una carriera cinematografica, apparendo in oltre 20 film hollywoodiani, e ha accumulato una fortuna attraverso sponsorizzazioni e commenti sportivi in televisione. Tuttavia, la sua storia da uomo di successo è stata oscurata dalla tragedia del duplice omicidio.
Nonostante le prove contro di lui e le accuse di violenza domestica da parte di Nicole, Simpson è stato scagionato nel processo penale, ma ha affrontato una causa civile che lo ha trovato responsabile per i due omicidi, ordinandogli di pagare un risarcimento alle famiglie delle vittime. La sua vita successiva è stata segnata da tentativi disperati di guadagnare denaro, culminati in un arresto nel 2007 per rapina a mano armata. Condannato a 33 anni di prigione, ne ha scontati nove prima di essere rilasciato.
Lo riporta l’Ansa.