“L’emergenza è cambiata: c’è un sensibile calo dei ricoveri e questo dato è sotto gli occhi di tutti”, lo afferma Renata Chiusolo giovane infermiera del Centro universitario di ricerca e sperimentazione di Padova. “Questo, però, non deve farci abbassare la guardia: l’epidemia è ancora in atto”. In prima linea fin dall’inizio, la 29enne originaria di Orta Nova (Foggia) ha vinto la sua personale battaglia contro il Covid-19: “Sono risultata positiva il 23 marzo dopo alcune settimane di lavoro in uno dei primi reparti covid aperti in città – racconta -. L’isolamento obbligatorio è durato 43 giorni”. Nel suo reparto circa un terzo ha contratto il virus. “La velocità con cui possono colpire i sintomi è disarmante. Sono stata molto male per una decina di giorni, con problemi respiratori, febbre alta, spossatezza, perdita di gusto e olfatto. E l’aggravarsi non è stato graduale: sono bastate poche ore”, sottolinea. “All’inizio in reparto non sapevi quando era giorno o notte con turni che potevano raggiungere le 10-12 ore. Abbiamo visto molta gente morire in un modo in cui non eravamo abituati: soli, senza poter salutare i propri familiari”. Fonte: corriereuniv.it
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9 Ottobre 2024 - ore 09:42
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