Manfredonia, settembre 2020. L’orientamento Nord Sud del cardo massimo di Siponto sarà ripreso nella ristrutturazione della chiesa di Santa Maria di Siponto avvenuta nella seconda metà del Duecento, con la creazione della seconda abside e del nuovo ingresso con protiro sul fronte Nord-Ovest (Fig. 1). Le indagini e gli scavi effettuati dalla Soprintendenza ai Monumenti negli anni compresi tra il 1973 e il 1975 sono stati determinanti dal punto di vista storiografico. Le basi delle colonne del protiro poggiano direttamente sulle fondazioni sottostanti, permettendo di escludere che il portale settentrionale della chiesa abbia sostituito una preesistente abside su questo lato. Inoltre, sempre gli stessi scavi, hanno permesso di verificare che l’abside ovest, in asse con la basilica paleocristiana, era stata realizzata in coerenza con la struttura muraria della chiesa; l’abside sud, in asse con il portale monumentale, era stata chiaramente aggiunta in un secondo momento.
È quindi evidente che si è voluto cambiare l’originario ingresso che avveniva attraverso il nartece in comune con la basilica paleocristiana – la quale fu molto probabilmente distrutta dai Normanni nel 1155/56 – e che era in asse con il decumano massimo. È probabile che il cambiamento dell’asse ingresso-abside da est-ovest preesistente a nord-sud successivo sia avvenuto nel periodo che va dalla sconfitta di Manfredi alla fine del Duecento. Tale modifica è da inserire nell’ambito di quella campagna di lavori a cui darà inizio Carlo I d’Angiò con la costruzione delle mura e del castello della città oltre che degli altri edifici civili e religiosi di Siponto Nuova (Manfredonia). Il progetto angioino è chiaro: da una parte terminare la chiesa di S. Maria della Vecchia Siponto e dall’altra realizzarne una nuova: Santa Maria la Nuova (l’attuale S. Domenico), nella Siponto Novella (Manfredonia). Lo storico e vescovo di Bisceglie Pompeo Sarnelli ci riferisce che l’attuale convento di San Domenico è stato eretto da Carlo II d’Angiò nel 1294 e che lo stesso venne portato a termine nel 12991.
L’attuale chiesa di San Domenico era chiamata ed intitolata originariamente “Santa Maria la Nova”. Infatti in un documento del 6 gennaio 1293, tra le case di Sabino da Giovinazzo ve ne sono alcune contigue che hanno come confini ”ruga que dic. de Sancta Maria”2. In un altro documento, del 3 agosto 1317, tratto dal “Regesto di San Leonardo di Siponto”, apprendiamo che tra le proprietà di Ippolito di San Giovanni Rotondo, vi è una casa confinante con quelle di Sabino da Giovinazzo e la “platea publica per quam itur ad ecclesiam S. Maria nove”. Il nome della via lo ritroviamo anche nei secoli successivi: infatti il 28 aprile 1449, a proposito dei confini della casa di Monaco Gentile, si dice che la stessa è posta in “ruga S. Marie de la Nova, iuxta domum magni preceptoris”2. Se già nel 1293 si menziona la presenza della chiesa – che dicono di Sancta Maria – è da ritenere quindi che sia stata costruita prima la chiesa e solo successivamente, nel 1294, il convento dei domenicani ad essa annesso e contiguo, come ci riferisce lo storico Pompeo Sarnelli. Non è dato sapere se prima dell’erezione della Chiesa di Santa Maria Nuova sia esistita una precedente costruzione visto che dalla lettura dell’attuale organismo edilizio non emergono sovrapposizioni e sostituzioni di strutture antecedenti all’impostazione originaria dell’edificio. Lo Storico Alfredo Petrucci, nel suo libro Cattedrali di Puglia, attribuisce la realizzazione della chiesa all’architetto Giordano di Monte Sant’Angelo. L’architetto Giordano fu incaricato nel 1272 da re Carlo d’Angiò di realizzare il nuovo disegno delle mura della città di Manfredonia (Siponto Nuova). Si tratta di un nuovo disegno delle mura e quindi della città, poiché si legge nella convenzione che l’architetto Giordano era autorizzato ad utilizzare, oltre alle pietre esistenti lungo la strada “ruga de Comite ex parte montane”, tutte le pietre dell’impianto murario iniziato precedentemente. La chiesa di San Domenico sorge con la parete terminale dell’antico abside, la cosiddetta “Cappella della Maddalena”, inserita sulle mura che il protomagister stava realizzando. Non si tratta quindi di una cappella, ma dell’abside antico di San Domenico. L’area absidale sarà separata dal resto della costruzione, riempita di terra all’interno e trasformata in torre difensiva, nell’ottica della ristrutturazione militare della città all’inizio del Cinquecento sotto il regno dell’imperatore Carlo V e del suo viceré don Pedro di Toledo3.
Anche in San Domenico (Fig. 2) l’azimut dell’orientamento ingresso-abside (Cappella della Maddalena) è di 1390, così come in Santa Maria di Siponto, e corrisponde all’orientamento del Cardo massimo della Siponto romana. Il giorno del solstizio d’inverno il sole inondava la chiesa di San Domenico (Santa Maria la Nuova) della luce mattutina attraverso il grande finestrone ogivale tuttora in parte presente sulla facciata della Cappella della Maddalena. Analizzando la planimetria della chiesa (Fig. 2) è possibile notare la voluta dissimmetria della navata rispetto alla facciata, che non risulta in asse e quindi perpendicolare all’interno. Il motivo è evidente: fare in modo che la facciata segua l’andamento stradale della castramentatio medioevale della città, orientato secondo l’asse Est-Ovest, risultando così rivolta verso il tramonto del sole al solstizio d’inverno. Alle ore 16 circa del giorno del solstizio d’inverno, il sole inonda di luce i decumani della città medievale. L’azimut verso il quale sono orientate le strade che vanno da est a ovest è di 234.27, che corrisponde alla posizione del sole alle ore 16,03 (Fig. 3). Il fenomeno è visibile per circa 10 minuti intorno alle ore 16, non solo nel giorno del solstizio ma nei giorni immediatamente precedenti e successivi. Il tramonto del sole nel giorno del solstizio è alle ore 16:29:28 con azimut 238.72, ma a quell’ora il sole non avrebbe inondato scenograficamente, con una quantità maggiore di luce, i decumani e comunque non sarebbe stato visibile per la presenza delle mura che ne impedivano la visione. La foto del tramonto del sole, nel periodo solstiziale, (Fig. 4) è stata scattata su Via Maddalena il giorno 20 dicembre 2019 alle ore 16 circa. Il giorno del solstizio d’inverno nel 2019 era il 22 dicembre ma, per la presenza di nuvolosità all’orizzonte, non è stato possibile scattare foto.
Il giorno 22 dicembre il tramonto del sole è alle ore 16:29:28 con azimut 238.72, altezza -0.833 l’alba è alle ore 7:20:03 con azimut 121.28. Alle ore 16:03, l’azimut è 234.27 altezza 3.29 lunghezza dell’ombra (proporzione) 1: 18,23. Luce del giorno (hh.mm.ss.) 09:09:25.
Il giorno 20 dicembre il tramonto del sole è alle ore 16:28:30 con azimut 238.73, altezza -0.833; l’alba è alle ore 7:18:59 con azimut 121.26, altezza -0.833. Alle ore 16:03 l’azimut è 234.44, altezza 3.14, lunghezza dell’ombra (proporzione) 1:19,11. Luce del giorno (hh.mm.ss.) 09:09:31.
Le variazioni tra i due giorni sono irrilevanti e quindi poco percettibili, perché come già indicato precedentemente, in corrispondenza dei solstizi la variazione della declinazione è molto lenta e il sole sembra fermarsi. Inoltre la visione del tramonto del sole al solstizio è maggiormente visibile nei due decumani principali della città) Ruga de Comite (Via Tribuna) e Via della Piazza (Corso Manfredi) (Fig. 5).
Inoltre vi è un altro legame tra la chiesa di San Domenico (S. Maria la Nuova) e Santa Maria di Siponto: i due leoni stilofori (Fig. 6) posti sul protiro della facciata della prima chiesa molto probabilmente provengono da una precedente collocazione in Siponto.
Infatti, vista la natura diversa del materiale utilizzato per la loro realizzazione rispetto al resto della costruzione, è evidente che sono stati ivi collocati asportandoli da un altro luogo e costruzione preesistente. Sia G. Gentile che V. Valente asseriscono che siano stati prelevati da un’antica chiesa dedicata a San Giovanni Battista, esistente nella distrutta Siponto, costruzione che si può ipotizzare si trovasse nell’area su cui sorge l’attuale Basilica di Siponto4. L’ipotesi è valida, visti i forti legami tra i due edifici e la volontà degli angioini di edificare una nuova chiesa (S. Maria la Nuova) nella Siponto Novella (Manfredonia) con lo stesso orientamento della Chiesa di S. Maria di Siponto, ed è ragionevole pensare che le sculture siano state volutamente e simbolicamente inserite durante la fase edificativa medievale. Cagiano de Azevedo, nel suo “Nuove note su Santa Maria di Siponto, in vetere Chr, 15, 1978, pp.85-93”, propone di identificare con il nome di San Giovanni Battista il battistero annesso alla Basilica Paleocristiana e sul cui impianto sorge l’attuale chiesa medievale di Santa Maria di Siponto. Si può ipotizzare che i due leoni fossero posti nel primitivo ingresso sulla parete Est (Fig. 2) della chiesa in corrispondenza dell’antico nartece in comune con la basilica paleocristiana. (Fine seconda parte)
(a cura dell’arch. Michele Di Lauro, docente di Storia dell’Arte dell’I.S. ”Roncalli-Fermi-Rotundi-Euclide” di Manfredonia) (Il materiale contenuto in questo articolo può essere riprodotto, in tutto o in parte, per scopi non commerciali, purché siano citati l’autore e la fonte.)
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[1] Pompeo Sarnelli Cronologia de’ Vescovi et Arcivescovi Sipontini, Centro di Documentazione Storica di Manfredonia, ristampa anastatica, Arnaldo Forni editore, 1986,pag. 231 “Nel 1294, Carlo II eresse in Manfredonia a S. Maria Maddalena sua liberatrice, il Real Convento dei Frati Predicatori, che l’Arcivescovo Andrea vide compiuto nel 1299 e arricchito di real dote su la decima di Eraclio in Barletta.”
2 Pasquale Ognissanti, Il Corriere del Golfo del 15 novembre 2000, La Casa Magna precettoria dei Teutonici nel contesto della toponomastica e della comunità sipontina nei secc. XIII, XIV e XV, 1a puntata pag. 22
4https://www.statoquotidiano.it/07/02/2017/521253/521253/
http://www.architettodilauro.it/Articoli/San%20Domenico%20Leoni%20Stilofori/San-Domenico-Leoni.pdf
FOTOGALLERY
L’asse del nuovo ingresso settentrionale, con i leoni stilofori, e la nuova abside a sud è parallelo al cardo massimo della Siponto romana e l’azimut è di 1390, uguale a quello di San Domenico (S. Maria la Nuova).
La Chiesa di S. Domenico ha un orientamento interno uguale a S. Maria di Siponto con azimut di 1390. La facciata è inclinata e segue l’orientamento dei decumani della Castramentatio medioevale della città (azimut 2340 )
Alle ore 16:03 (azimut 234.27) il sole è direzionato in asse con i decumani della castramentatio della città, nel caso specifico con Corso Manfredi.
Si nota chiaramente che le sculture sono di materiale e manifattura differente dal resto della facciata.
Il sole inonda con la sua luce il Corso, ed essendo la via più larga, il fenomeno è visibile maggiormente e per più tempo.