Nota del consigliere del M5S Cristian Casili.
“Gli episodi di violenza contro il personale sanitario stanno purtroppo diventando sempre più frequenti. Questa mattina l’ultima aggressione al Ferrari di Casarano, dove un medico è stato colpito con un calcio da un paziente. Una aggressione che segue quelle avvenute negli ultimi giorni al ‘Riuniti’ di Foggia, con le immagini che tutti noi conosciamo. I dati sono in costante crescita e come istituzioni abbiamo il compito di lavorare per prevenire simili situazioni.
Le linee guida sui Pronto Soccorso approvate in Conferenza Stato Regioni nel 2019 prevedono la presenza di uno psicologo in ogni Pronto Soccorso per fornire le corrette informazioni ai pazienti e ai loro familiari e dare loro supporto. In molti casi infatti alle patologie cliniche si affiancano anche problemi di natura psicologica e la presenza di un servizio dedicato migliora anche il lavoro di medici e infermieri. Purtroppo sono ancora poche le realtà dove è attivo il servizio di psicologia, e diverse Regioni si stanno muovendo in questo senso.
Ritengo sia importante, anche alla luce della riorganizzazione dell’assistenza sanitaria di cui sentiamo spesso parlare, capire dal Dipartimento Salute quale sia la situazione attuale in Puglia e in quante strutture sia presente il servizio di psicologia e di supporto, così da poter avere un quadro dettagliato della situazione per fare poi una proposta di legge. Medici, infermieri e operatori sanitari sono ogni giorno in prima linea per garantire il diritto alla salute ed è nostro dovere a tutti i livelli garantire la loro sicurezza. A tutto il personale sanitario deve andare il nostro grazie”.
Cristian Casilli viene dalla luna o è un marziano?
È evidente che non conosce le realtà sanitarie territoriali (o le evita accuratamente). Lui le legge da molto lontano con il piglio del maestrino.
Non sa che gli psicologi sono una razza in estinzione nel servizio sanitario da molti anni.
E mi dica, cosa potrebbe fare lo psicologo in relazione ai gravi problemi organizzativi, alla mancanza di mezzi e personale infermieristico e medico, all’assenza di direzione che ha delle ricadute sul personale e gli assistiti?
Lo psicologo diventerebbe un altro bersaglio su cui scaricare la violenza, stile Gomorra agita in chirurgia toracica.
Che a parlare e proporre sia chi ( ma non è permesso …) nelle trincee dei servizi sanitari c’è stato e c’è quotidianamente, ha vissuto a lungo sulla sua pelle il clima di violenza interno ed esterno (senza mezzi, sicurezza e protezione) ed è per esperienza diretta consapevole del disastro organizzativo, ignorato da politici, sindacalisti e manager che oggi, svegliati da un’incontenibile violenza fisica di gruppo, si dilettano a trovare soluzioni incongrue e perlopiù dannose (per esempio: DASPO ( per molti cittadini onesti c’è già il DASPO sottotraccia); Manager della Sicurezza, … Ma non abbiamo già il SPESAL… di cui è direttore A. Nigri (ed anche DG ASL) che è espertissimo della Sicurezza e della Prevenzione negli ambienti lavorativi?
Perché ingaggiare un’altra figura (interna?) con le stesse funzioni dei medici del lavoro e frammentare i compiti che dovrebbero essere svolti dal personale tecnico e sanitario incardinato della ASL?
Cristian Casilli ci va lui al PS a fare lo psicologo? O è solo un teorico (tanto sono gli altri che devono andarci … Quoziente di Empatia pari a 0) portato a fare proposte calate dall’alto e decontestualizzate come quelle di Zullo e del DG degli OO.RR. e del Rettore dell’Università di Foggia?
Proposte, a mio parere (provo ad immedesimarmi), dettate dallo scollamento dal reale o forse dall’ansia e dalla preoccupazione (delle proprie responsabilità di ruolo?) create dall’ escalation aggressiva agita
nei reparti ospedalieri che spinge e spingerà alla “sana fuga” degli operatori sanitari (le dimissioni, le malattie del personale e i contenziosi rientrano negli “eventi sentinella” del DVR e denotano gravi disfunzioni organizzative. Si è posto rimedio alle criticità organizzative nel corso degli ultimi 20 anni?)
Il processo di distruzione della sanità pubblica, iniziato da molto tempo, è purtroppo inarrestabile se si continua la politica dei “pannicelli caldi” e della frammentazione dei ruoli e delle responsabilità.
Le proposte che si leggono sui quotidiani sono un indice della grande confusione che regna nelle teste di chi ha il dovere di dire quali sono le reali condizioni in cui lavorano tutte le figure sanitarie e apportare i rimedi opportuni.
Un saluto al giovane Cristian Casilli che potrebbe pensare di lasciare la sede regionale per
passare solo qualche ora della sua produttiva giornata al PS, al SERD, al CSM o al SPDC.
Sono certa che, dopo la breve esperienza in simili luoghi di lavoro troverebbe soluzioni più costruttive ed adeguate al contesto sanitario attuale.
Così potremmo nuovamente salutarlo dicendo: Benvenuto sulla terra!