Manfredonia. Ritengo opportuno ritornare sul tema delle elezioni per qualche piccolo ulteriore ampliamento del mio precedente intervento. Quando si esce fuori dal coro, anche di poco, è opportuno ripetere i concetti
.
Ribadisco che il mio scritto precedente pur avendo un taglio tecnico-giuridico era rivolto a tutti i possibili lettori ed era mirato a questo sforzo.
Ho però sottolineato due cose importanti. La prima è che con il Rosatellum – bis siamo ritornati al sistema proporzionale. Questo influisce sulla costituzione delle maggioranze di Governo, che si formano ex post, dopo le elezioni; difficilmente attribuisce la maggioranza assoluta ad un partito; impone che per la formazione delle maggioranze vengano chiamati più partiti ed il Governo di coalizione costituisce una strada quasi sempre obbligta.
L’altra cosa che ho detto è che il partito di maggioranza relativa è il M5S e questo ha il diritto di essere incaricato di formare il Governo. Si può agevolmente riaffermare che i soggetti da valorizzare in proposito siano i partiti e non le coalizioni. Infatti i riferimenti fondamentali del Parlamento sono i gruppi parlamentari e questi sono sicuramente espressione dei partiti, a cui occorre quindi rivolgersi.
Se è così l’incarico va dato sicuramente a Luigi Di Maio, espressione del partito che ha ottenuto la maggioranza relativa.
Nel mio articoletto, però, sia pure con estrema cautela, ho anche svolto alcune considerazioni di carattere spiccatamente politico, che il precedente esame, più mirato al diritto, imponeva. La cautela è d’obbligo, perché gli attori politici principali non sono andati al di là di enunciazioni generiche, con il PD che si è dichiarato perdente e si è chiamato fuori da ogni responsabilità di governo, con i due soggetti maggiormente suffragati, che si sono autodichiarati vincitori e rivendicano ambedue il diritto di formare il Governo. Non vi sono ancora prese di posizione ufficialidei partiti, i quali si accingono solo ora all’esame del voto, con i loro organi direttivi (la direzione del PD si riunisce stasera).
Ribadit che il M5S va incaricato di formare il governo, va in aggiunta considerato che questo partito ha aggiustato la sua mira, indicando possibilità di maggiore elasticità nell’affrontare i problemi sul tappeto e molti dei suoi assunti politicamente “eretici”, sembrano rientrati (Coalizioni, Euro, Europa, ecc.). Certo c’è molta strada da fare, ma la direzione è quella.
Una nota ulteriore merita l’eccessiva fretta con cui il PD si è dichiarato sconfitto dalle elezioni. A parte la considerazione per cui con il proporzionale non vi sono partiti perdenti, considerato che tutti possono concorrere a costituire le maggioranze di governo, va sottolineato il fatto fondamentale che tutti i parlamentari eletti hanno il dovere di assicurare la formazione del governo medesimo.
E’ bene che il PD esamini a fondo la questione e ne tragga le dovute conseguenze.
La politica è la più alta delle magistrature. Chi viene eletto, da qualsiasi partito, ha il dovere di operare per “TUTTI” i cittadini e non solo per quelli che lo hanno eletto. Questa costituisce la regola aurea della coscienza politica di una qualsiasi comunità.
Chi viene eletto, inoltre, deve “essere uguale per tutti”, e quindi non solo essere imparziale, ma anche apparire imparziale in tutti i suoi atti. Questa elementare massima di convivenza civile è appesantita dalle incrostazioni storiche e tarda ad affermarsi tra noi.
Un ultimo accenno sul fatto che il PD non ha perso le votazioni. Ha rispettato in pieno le previsioni, che si potevano regionalmente fare alla vigilia. La scissione, di fatto e poi ufficiale, del partito, rapportabile ad attriti molto risalenti nel tempo, con i conseguenti non edificanti e reiterati esempi offerti al paese (la mancata elezione di Prodi a Presidente della Repubblica, il boicottaggio del referendum costituzionale) da una parte, con il naturale logoramento della responsabilità di governo, i conseguenti ineludibili condizionamenti offerti dalle contingenze dei problemi, sociali ed economici, connessi e l’altrettanto naturale calo fisiologico conseguente ad una scissione, facevano pensare ad un crollo molto più consistente, che invece non c’è stato.
La sbigottimento invece è derivato dal fatto che Renzi ha dato le dimissioni quando giustamente, prima delle elezioni, aveva detto che il loro risultato non avrebbe avuto influenza sulla segreteria.
A cura dell’Avvocato Orazio Totaro
La legge non ha obbligato il 67% (sessantasette) degli elettori a votare contro il M5S.
Lo spettacolo dei Casti Giggini che piatiscono i voti dei detestati collusi, mafiosi, indagati, salvabanche, sorosiani, etruriani, leopoldini, buzziani, vaccinosi, impresentabili, voltagabbane per fare uno straccio di governicchio vale da solo il costo delle elezioni.
Sosteniamo con forza il governo dei due partiti che hanno vinto le elezioni con enormi aumenti di voti, Salvini e Giggini. Pretendiamo che questa volta la volontà popolare sia rispettata.
Viva il governo Dimaialvini
Gli italiani si aspettano responsabilità da chi è uscito vincitore dalle elezioni. M5s e Lega hanno programma comune: referendum sull’Euro, abolizione jobsact, abolizione buonascuola, abolizione obbligo vaccini, rimpatrio immigrati irregolari.
Lasciate perdere il PD, il PD ha perso, se ne siete capaci, governate!
Sono d’accordo con i due lettori di cui sopra, governo cinque stelle e lega, isolare gli inciucisti PD e e F.I. hanno già procurato terribili danni alla nazione.
Per i grillini che laffermano che la colpa di questo stallo è della legge elettorale rosatellum.
C’è in giro qualche esperto genialoide che mi può dire qual è la legge elettorale che consente di governare autonomamente col 32%? E se esistesse, non dovrebbe governare la destra col 36%?
Grazie
Il POPULISMO ha prevalso sul CRETINISMO.
Adesso non avranno più il coraggio di nominarlo in senso DISPREGIATIVO.
Chi starà all’opposizione, faccia il suo dovere di semplice cittadino per il bene della Nazione, e non il BASTONE tra due ruote.
Giusto “il pescatore”, dici bene.