Foggia, 12 giugno 2015 – “Nel canile ubicato a Foggia su via Manfredonia, dal 1 aprile 2015 ad oggi, i cinque operatori che da vent’anni curavano si occupavano della struttura sono stati esclusi dall’attività lavorativa”. E’ quanto rileva il segretario generale della Fisascat CISL di Foggia e Nord Barese, Leonardo Piacquaddio, che interviene per chiedere la salvaguardia del posto di lavoro negata a seguito del passaggio gestionale dalla “Associazione Volontari Protezione Animali” all’associazione “A Largo Raggio”, “nonostante quest’ultima avesse assunto – sottolinea il sindacalista – l’impegno formale di avvalersi delle risorse umane già presenti”.
Per la Fisascat Cisl di Foggia, “ancora una volta, nella nostra provincia la dignità dei lavoratori è stata calpestata. La volontà manifestata in prima istanza da parte dell’associazione “A Largo Raggio” di rispettare il principio della continuità occupazionale, così come formulato nel documento di affidamento della gestione del canile alla presenza dei rappresentanti dell’Ente Comune di Foggia, a partire dall’assessore alle Politiche sociali, al dirigente dei Servizi Sociali e del veterinario della ASL, non ha avuto seguito”, rileva il sindacalista.
Piacquaddio sottolinea che “le tutele per il mantenimento dell’occupazione, oltre che essere garantite dal Contratto di lavoro del comparto dei Servizi, devono esser fatte rispettare dall’Ente committente, così come indicato dalla legge regionale”. Per questo, la Fisascat CISL esprime forte rammarico per l’atteggiamento del Comune di Foggia, al quale è stata inviata nota in data 10 Aprile scorso, con la quale è stato chiesto al Sindaco Landella e all’assessorato ai Servizi Sociali di convocare un incontro urgente per trovare una soluzione”.
Secondo la Fisascat Cisl, “anche per questa vertenza, le massime Istituzioni locali, quali la Prefettura e l’Ufficio Politiche del Lavoro della Provincia, dovrebbero convocare tutti i soggetti interessati, unitamente al Sindacato, per ricercare la soluzione più rapida ed efficace – evidenzia Piacquaddio – al fine di evitare che situazioni come questa vengano lasciate alla discussione delle aule dei Tribunali, con la conseguenza che, nella lunga attesa del giudizio, i lavoratori si trovano costretti a subire irreparabili danni economici, familiari e morali”.
Redazione Stato