Taranto – I Finanzieri del G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Tributaria di Lecce hanno dato esecuzione ieri al decreto con il quale la Seconda Sezione Penale del Tribunale di Taranto ha disposto la misura di prevenzione patrimoniale del sequestro anticipato dei beni, per un valore pari a 3,8 milioni di euro, nella disponibilità dei componenti di una organizzazione criminale di stampo mafioso operante nella provincia di Taranto, nota come Clan D’Oronzo Orlando – De Vitis Nicola, dedita ad attività estorsive ed al traffico di sostanze stupefacenti.
L’esecuzione delle misure ablative è intervenuta a compendio di
una pregressa indagine della Questura di Taranto che aveva
portato, nel mese di settembre dello scorso anno, alla esecuzione di
52 misure cautelari personali ed il mese scorso, in co-delega con lo
stesso G.I.C.O. di Lecce, al sequestro preventivo, ex art 12 sexies
del D.L. 306/92, dei beni riconducibili all’associazione.
In tale contesto investigativo, i militari della Guardia di Finanza, avendo ravvisato la sussistenza dei presupposti normativi che consentono l’avvio del procedimento di prevenzione personale e patrimoniale di cui al D.Lgs 6 settembre 2011, n. 159, un peculiare istituto giuridico che consente una più rapida ed efficace
aggressione dei patrimoni illeciti (anche di quelli già posti sotto
sequestro nell’ambito di un procedimento penale, c.d. doppio
binario), previo concorde parere dell’Autorità Giudiziaria, hanno
avviato approfonditi accertamenti volti ad acquisire ulteriori
elementi atti a dimostrare il ricorrere dei gravi indici di pericolosità sociale, quali l’appartenenza ad associazioni di stampo mafioso e la
disponibilità di beni dal valore sproporzionato rispetto ai redditi
dichiarati o all’attività economica esercitata, ovvero che
costituiscano il frutto delle attività illecite perpetrate.
All’esito delle indagini, dalle quali è emersa la riconducibilità in capo
a sette indagati di un consistente quanto ingiustificato patrimonio
composto da unità immobiliari, terreni, attività commerciali e
disponibilità finanziarie, frutto delle illecite condotte poste in essere
dall’associazione, il G.I.C.O. ha avanzato alla D.D.A. di Lecce una
proposta di applicazione della misura personale della sorveglianza
speciale di Pubblica Sicurezza con l’obbligo di soggiorno nel
Comune di residenza e patrimoniale, del sequestro finalizzato alla
confisca, del relativo patrimonio, quantificato in 3,8 milioni di euro.
La Seconda Sezione Penale del Tribunale di Taranto, condividendo
la proposta formulata ed apprezzandone l’urgenza, ha emesso il
Decreto di Sequestro Anticipato dei beni, delegando il Nucleo P.T. di Lecce che ha dato esecuzione al provvedimento procedendo al
sequestro di un patrimonio stimato in 3,8 milioni di euro, composto
da 11 fabbricati, 14 terreni, 3 società di capitali, 4 ditte individuali,
11 tra autovetture e motocicli, nonché disponibilità finanziarie per
500.000 euro.
Nell’accogliere la proposta di sequestro la Sezione del Tribunale ha
motivato il provvedimento sottolineando da un lato la forte
sproporzione tra i redditi dichiarati e il valore dei beni acquisiti,
dall’altro la pericolosità sociale degli indagati.
Redazione Stato