Da raccolta dati, risultano una quindicina di perquisizioni e una decina di esami stub, effettuati in giornata, dagli inquirenti. Si fa riferimento, naturalmente, alla prova eseguita dalle forze dell’ordine su persone indiziate di aver azionato un’arma da fuoco.
Colpito davanti al cancello di casa
Da raccolta dati, Ricucci (nato a Manfredonia il 18 marzo 1974, detto “fic sicc‘) è stato colpito davanti al cancello della propria abitazione, all’addome e alle braccia, dopo aver parcheggiato la sua auto dall’altra parte della strada. Per terra, poco distante, sono stati rinvenuti 9 bossoli calibro 12 a pallettoni.
FOTO ENZO MAIZZI
“L’uomo è ritenuto dagli investigatori al vertice del clan Lombardi-Ricucci-La Torre, da sempre in lotta con il clan dei ‘montanari’ Li Bergolis-Miucci”. Lo riporta l’Ansa Puglia.
Il precedente arresto per detenzione di armi
Nel maggio 2017, i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di San Giovanni Rotondo, unitamente a personale del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Manfredonia, avevano notificato all’uomo un “fermo di indiziato di delitto” poichè ritenuto responsabile di “detenzione e porto abusivo di armi”.
Da raccolta dati, l’uomo era al momento libero, e sullo stesso non gravavano misure di prevenzione. Ricucci non avrebbe a suo carico condanne passate in giudicato.
FOTO ENZO MAIZZI
La passata tentata estorsione
Da raccolta dati, a carico dell’uomo, in corso un processo per tentata estorsione ai danni di un’impresa boschiva (in Cassazione), e in corso anche il processo del reato di cui riferito nel testo.
Come già ricordato, nel novembre 2012, Pasquale Ricucci era stato arrestato, con un’altra persona, dal personale della Squadra Mobile – che aveva dato esecuzione al Decreto di Fermo di Indiziato di delitto – a seguito di alcune denunce presentate da due imprenditori operanti nel settore dell’agro – forestale e verde, che dichiararono di essere stati “costretti, loro malgrado, a dover interrompere i lavori che avevano iniziato” ad eseguire nel corso dell’ottobre 2012 nel “bosco di Manfredonia”, sito in agro di Monte Sant’Angelo, in precedenza commissionati ed appaltati da un Ente comunale.
Le violenze e minacce subite dai lavoratori impegnati nell’appalto. “Nello specifico, le maestranze ingaggiate nel luogo dai due imprenditori, in più occasioni avevano subito violenze e minacce da alcuni individui” intenzionati a “subentrare nell’esecuzione dei lavori al fine di acquisire il guadagno derivante dagli stessi e più in particolare la possibilità di tagliare indisturbatamente ed illegalmente la legna, da rivendere successivamente, conseguendo ingiusti profitti”, come detto da personale della Mobile. In considerazione delle coercizioni subite, le maestranze avevano preferito interrompere il rapporto di collaborazione con l’impresa appaltatrice, decretando di fatto la cessazione dei lavori.”
L’attività investigativa espletata nell’immediato, anche con l’ausilio di presidi tecnici, di concerto con quella di tutela delle maestranze (l’attività lavorativa riprendeva nuovamente sul finire del mese di ottobre con operai specializzati reperiti presso altre regioni d’Italia), aveva consentito agli inquirenti di raccogliere “evidenti gravi indizi” in ordine alle responsabilità penali di Salvatore Ricucci e Pasquale Ricucci, quali due degli autori della tentata estorsione.
Come riportato in una precedente nota stampa della Squadra Mobile, Pasquale Ricucci, già coinvolto in importanti inchieste giudiziarie riguardanti la criminalità organizzata garganica e più segnatamente il gruppo mafioso c.d. “clan dei montanari” riconducibile alla nota famiglia li Bergolis di Monte Sant’Angelo è il figlio del defunto “Giovanni”, persona scomparsa misteriosamente nel 1994. I resti di quest’ultimo furono rinvenuti nel maggio 2000, nelle campagne tra Manfredonia e Monte Sant’Angelo, all’interno di una cisterna naturale per la raccolta delle acque.
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