PUNTUALE come un orologio svizzero, e in Italia in prossimità del Natale, anche quest’anno il caro vecchio Allen non priva fan, cinefili e nostalgici della sua immancabile commedia cinica sui rapporti umani.
Presentato fuori concorso a Cannes 2010, You Will Meet a Tall Dark Stranger (titolo originale) è il racconto corale di coppie, unite da legami di parentela e amicizia, delle loro dinamiche, evoluzioni, tragedie e amori, il tutto condito da jazz e attori professionisti. E viene fin troppo spontaneo aggiungere “ancora una volta”.
La struttura del film è la tipica alleniana: coppie che si formano, si rompono, si ricredono, si amano, si lasciano. Le riflessioni di una voce fuori campo e dei protagonisti fanno da collante intellettuale, da sollazzo per gli amanti del sarcasmo, e la musica da gradevole contorno. La regia è sobria, quella del solido mestierante che ormai conosciamo, e il film scorre con piacere.
La riproposizione di uno stilema, per chi vi scrive, non rappresenta necessariamente un fronte d’attacco – sempre che si discuta solo di buon cinema di routine e non di pietre miliari -, e nel caso del bravo regista newyorchese si perdona con facilità il suo stanco riconfermarsi: le ultime pellicole, per quanto simili, sono cioccolatini deliziosi che non si possono non assaggiare, come fossero dolci per ricorrenze festive, e la loro fattura continua ad essere esempio da scuola per un enorme fetta di registi ambulanti per Hollywood. Al di là del canovaccio base mantengono, comunque e sempre, un piglio e almeno quella sufficiente originalità, in trama e trovate di sceneggiatura, che ne giustifichino la visione e permettano di distinguerle, gradevolmente e amorevolmente, una dall’altra, come bomboniere d’annata.
Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni rientra in questa logica manifatturiera, ma a luci spente. Non sembra, in parole povere, proporci stavolta davvero nulla di indimenticabile, niente che permetta di rendere preziosa la confezione di un prodotto che già si conosce. Per assurdo l’ultimo lavoro di Allen si distingue e si ricorda rispetto agli altri proprio per questo suo essere diverso – e non felicemente -, essere il trucco svelato, lo scheletro, il nucleo essenziale di tutte le sue opere dei recenti dieci anni, la base di sceneggiatura e nulla più. Rivela, in soldoni, da un lato quanto efficace sia il topos su cui il regista ha sempre giocato – il film resta godibile nella sua essenzialità -, ci mostra didatticamente il materiale nudo e crudo su cui lavora da una vita, ma diventa film “per poco”, come una sceneggiatura che raccoglie il possibile di quel che resta in regia per diventare pellicola.
Non ci si lasci ingannare, tuttavia, dal genere, dalla mancanza del potente umorismo di altri lavori di Allen, che appare in questo frangente una scelta più che una lacuna. Si ride poco, si sorride e si riflette – anche se su temi già riflettuti -, ma così come nelle intenzioni di sceneggiatura, il cui obiettivo questa volta non è lo slapstick americano, ma un ibrido tra commedia brillante e intimista. Le disattese dello spettatore su tale fronte vanno distinte dall’assenza di originalità, che è, invece, il vero punto debole della macchina.
Anche Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni è in nuce un film a tema. Quali le lezioni da apprendere è dibattibile.
E’ davvero conveniente guardare oltre il proprio naso e rischiare di compromettere una vita di coppia? Forse ancor più sottilmente, come annunciato in testa al film, la vita è “molto rumore per nulla” (cit. Shakespeare), ma in fondo è questo rumore a permetterci di andare avanti, scalzando di priorità la convenienza delle azioni. Rumori come illusioni: l’illusione per eccellenza della veggente, la possibile illusione della comunicazione con l’aldilà, l’inaccettata illusione dell’amore.
Il finale aperto su molti fronti, unica vera novità del film, lascia quel tocco di amaro che è conferma della natura non strettamente umoristica dell’opera, e strappa qualche sorriso solo nella scena al capezzale dell’uomo in coma.
Gli attori si destreggiano tutti molto bene, con una segnalazione per la sempre più brava Naomi Watts e una nota di demerito a un fiacco, seppur non sbagliato, Anthony Hopkins. Il personaggio dell’oca interpretato da Lucy Punch è irritante per efficacia ma molte spanne al di sotto della perfetta Evan Rachel Wood di Basta che funzioni, nonché penalizzata (?) da un doppiaggio discutibile.
Un film da vedere, comunque, ma senza attese.
E’ ancora cinema, è ancora Woody Allen.
Voto: 7/10
Livello spoiler: 4/10
> AltreVisioni
L’ultimo esorcismo, D. Stamm (2010) – esorcismo in stile reality per un film non disprezzabile * 6.5
Anatomia di un omicidio, O. Preminger (1959) – uno dei migliori legal movie di sempre: un classico * 8.5
L’australiano, J. Skolimowski (1978) – insolito ed enigmatico film, un viaggio mentale angosciante * 7.5
Il servo, J. Losey (1963) – inquietante apologo sulla sottomissione e la dipendenza * 7.5
Colpo d’occhio, S. Rubini (2008) – interessante dramma psicologico con attori non memorabili * 6.5
> In Stato d’osservazione
The Tourist, F. H. von Donnersmarck (2010) – thriller con Depp, dal regista de Le Vite degli Altri *15dic
Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni – W. Allen, 2010I
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E’ ancora l’umorismo disilluso e fatalista di Allen sui copioni un po’ grotteschi, un po’ guasconi, un po’ improvvisati, un po’ arrufoni, stracarichi di buffe e impreviste eterogenesi dei fini e vane (purtroppo!) speranze e aspettative delle relazioni umane. Certo la recita a soggetto precedente di Basta che funzioni era smagliante..
In ogni modo il buon vecchio Woody rimane un sarcastico e sagace raccontatore dell’animo umano, patinato ma sempre corrosivo quanto basta, a scrostare appena l’elegante patina della confezione del film.
Disilluso ma almeno sufficientemente fedele, direi.
Sempre piacevole rispecchiarsi attraverso i suoi film; alla fine, di solito,ci si assolve con fatalistica rassegnazione..Massì.. Mica siamo seri noi, siamo esseri umani!
Complimenti per le sue recensioni sempre accurate.
Grazie a lei per i generosi complimenti.
Continui a seguirci.
alessandro