Foggia – FISSATA per il prossimo giovedì 15 aprile, alle ore 11, nella Sala Giunta di Palazzo Dogana di Foggia, la conferenza stampa di presentazione di ‘Diomedeo’, l’importante progetto architettonico realizzato dall’architetto Carmine Carapella per la copertura degli scavi della basilica di Santa Maria di Siponto. Il progetto di salvaguardia del pavimento della chiesta paleocristiana è stato promosso dall’associazione Onlus Argos Hippium di Foggia, che ha lanciato l’iniziativa la scorsa estate durante la cerimonia di consegna del prestigioso Premio Argos Hippium – riconoscimento assegnato ai foggiani che si sono distinti in Italia e nel mondo per meriti professionali e artistici – evento che da un paio d’anni è ospitato nel complesso monumentale di Santa Maria di Siponto. Tra i premiati della scorsa XVI edizione c’era anche Carmine Carapella ( architetto di fama internazioanle, originario di Lucera, attualmente residente negli Stati Uniti a Pittsburgh) che in quella circostanza si impegnò a progettare, a titolo gratuito, un intervento finalizzato al recupero e alla messa in sicurezza del pavimento del sito archeologico annesso alla Basilica di Siponto.
IL CONVEGNO DI PALAZZO DOGANA- A illustrare le specifiche tecniche del progetto interverranno lo stesso Carapella, in video conferenza dall’America, l’archeologo, scrittore e critico inglese Mark Wilson Jones, in collegamento da Londra e l’ingegnere Giovanni Di Croce,da Foggia. Alla conferenza stampa di presentazione del programma di recupero del complesso architettonico-archeologico saranno presenti anche Lino Campagna, presidente dell’associazione Argos Hippium, che da anni promuove l’intervento di tutela e valorizzazione del sito, il presidente dell’Unesco di Foggia Floredana Arnò, l’ingegnere Mario Azzarone, responsabile tecnico dell’Arcivescovado di Manfredonia e l’architetto Lello Beverelli, responsabile dei restauri della torre campanaria.
PER APPROFONDIMENTI SULLA BASILICA DI SIPONTO VEDI: Basilica Santa Maria Maggiore di Siponto: alla ricerca dei fondi perduti
Una tradizione che si rinnova