In Puglia capofila delle Province aderenti è stata Lecce, cui hanno fatta seguito le adesioni di Barletta-Andria-Trani e Bari. Sul territorio regionale la Campagna Eternit Free ha raccolto l’adesione di 58 proprietari di capannoni per un una superficie totale che sfiora i 150.000 mq, di cui oltre 100.000 con coperture in eternit. Sono stati presentati 45 contratti per la cessione del diritto di superficie. Di questi contratti, 18 sono già alla fase preliminare e consentiranno di smaltire circa 37.000 mq di eternit e di produrre energia per 6,09 MWp di potenza. I primi quattro impianti dovrebbero partire entro la fine di giugno, mentre i restanti impianti verranno connessi entro l’estate.
Le insistenti voci sulla fine anticipata del quarto conto energia e sull’eliminazione dell’extra incentivo per la rimozione dell’amianto metterebbero fine al processo virtuoso iniziato in Puglia e su tutto il territorio nazionale. Il conto energia ha rappresentato e rappresenta di fatto l’unico meccanismo serio e permanente a supporto dei cittadini italiani per liberare il territorio dalla piaga dell’eternit, i cui effetti nefasti, dovuti alla liberazione in aria delle fibre di amianto, ormai si rendono manifesti su tutto il territorio italiano.
“La campagna Eternit Free, anche grazie alla sua flessibilità, ha favorito l’adesione di privati e imprese. – spiega Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia- Fondamentale in questo iter virtuoso è stato l’extra-incentivo di 5 centesimi a kwh, previsto dal quarto conto energia, per chi sostituisce le coperture in eternit con pannelli fotovoltaici, che ha permesso di realizzare ottimi risultati anche in Puglia. Proprio in questi giorni –continua Tarantini- si discute del futuro sistema incentivante che, prima del tempo previsto, subentrerà al quarto conto energia in vigore oggi. Dalle prime bozze circolate sui media, apprendiamo che sarà probabilmente eliminato l’extra-incentivo che premia la sostituzione dell’eternit con il fotovoltaico. Se la notizia dovesse essere confermata, –conclude Tarantini- verrebbe meno l’unica forma di contributo nazionale che permette di sostenere i costi delle bonifiche, rendendo così più difficile e onerosa l’eliminazione dell’amianto con gravi danni per la salute dei cittadini e per gli operatori del settore delle energie rinnovabili”.
Redazione Stato
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