Tra i comuni chiamati al voto il prossimo giugno ci sarà anche quello di Torremaggiore.
Nel centro dell’Alto Tavoliere, a sfidarsi per la corsa verso palazzo di città c’é l’uscente Sindaco Emilio Di Pumpo, espressione del Partito Democratico, amico e sostenitore di Raffaele Piemontese, con all’attivo un quinquennio di amministrazione politica senza particolari sussulti.
Sull’altro versante, invece, quello del centro destra, c’é invece, Margherita, detta Megghie, Di Pumpo, sostenuta da Fratelli d’Italia, Forza Italia e le sue civiche del Sindaco (Per Torremaggiore e LiberaMente Torremaggiore).
Nonostante la variabile centro destra Emilio tira dritto per la sua strada e difende l’operato della sua amministrazione, così come sostiene ai microfoni di StatoQuotidiano.
“Mi sono riproposto per terminare un lavoro già iniziato, per dare seguito al percorso di candidatura di finanziamenti, per sostenere una determinata visione di città”, spiega a SQ Di Pumpo.
“Il piano amministrativo ha subito una importante battuta d’arresto dai due anni di pandemia, pertanto riteniamo di dover fare ancora tanto. Quanto alla coalizione il gruppo che mi sostiene è abbastanza compatto e variegato. Abbiamo con noi il Partito Socialista, le civiche di Impegno Democratico, che fa capo a Con, la lista dei Giovani Democratici, il Gruppo di Azione che è con noi dalla scorsa tornata, c’é poi Torremaggiore Sociale e Democratica che si riconosce in questo progetto.
Insomma, un campo largo che è già stato presentato a settembre 2023, durante la Festa dell’Unita, il che è sinonimo di garanzia e affidabilità, soprattutto se si pensa che la nostra è un’amministrazione che è durata 5 anni, una longevità che non si verificava da anni”.
Per il Sindaco uscente del centro dell’Alto Tavoliere, espressione del Partito Democratico, la situazione politica del Pd a livello regionale non ha alcun peso nella sua comunità.
“Abbiamo la fortuna di vivere in una città tranquilla, che non viene lambita da ciò che accade altrove”, afferma, sostenendo, inoltre: “Continuo a fare così come ho fatto cinque anni fa, proponendo ciò che si è realizzato e raccontando ciò che si vuole attuare. La politica dell’odio non mi appartiene”.