Statoquotidiano.it, 13 ottobre 2021. “La Commissione Unica Nazionale (CUN) del grano è INADEGUATAMENTE di tipo ‘sperimentale’ perché frutto di un’azione gattopardesca. Cambiare tutto perché nulla cambi! Per il Movimento per l’Equità Territoriale M24A-ET la CUN ‘sperimentale’, così com’è impostata e congeniata, risulta essere solo una presa in giro soprattutto verso i soggetti meridionali della filiera con in testa i produttori del Mezzogiorno”. A riportarlo è una nota diffusa dal referente territoriale M24A-ET Pasquale Cataneo.
“Non comprendiamo perché – dichiara Rita Capaccio componente del direttivo nazionale M24A-ET- sia l’unica CUN avviata sperimentalmente durante una fase di mercato turbolento, sia a livello locale che mondiale, mentre le altre 7, tutte con sede al Nord, sono state avviate senza sperimentazione o con brevi periodi in fasi congiunturali del relativo mercato d’interesse senza scossoni, con regolamento definito e sedi individuate applicando il dettato legislativo e con i medesimi criteri generali mentre per quest’ultima del Grano, l’unica che deve essere collocata nel Mezzogiorno, INVECE NO!”

“Non si conoscono, ancora, in che modo si effettuano le quotazioni del grano duro. I criteri non sono noti, né il regolamento che ne disciplina il funzionamento. Inoltre, continuano a funzionare le tante borse merci, Commissioni prezzi e borsini privati che quotano in maniera difforme da piazza a piazza valutando, anche in misura maggiore rispetto al grano nazionale, i grani di provenienza estera. Con l’istituzione delle 7 CUN definite NON CI SONO DIVERSE QUOTAZIONI! In questo UNICO CASO, invece, in ritardo e ‘sperimentalmente’ permangono più voci con l’arbitro silente”.
“In questo periodo di grande turbolenza del relativo mercato, i bistrattati cerealicoltori sono abbandonati alla confusione e alla oscurità ‘sperimentali’ delle dinamiche dei prezzi del grano duro in periodo turbolento. Tutto ciò nonostante il parere reso, in data 19/10/2016, dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato al Mipaaf in cui è dichiarato testualmente che: ‘l’Italia mostra un significativo ritardo nello sviluppo di borse-merci, rappresentanti piazze di contrattazione locale e facilmente assoggettabili a dinamiche concertative opache’ e quanto scritto nella sentenza del TAR Puglia n. 01200/2019 che ha disposto l’annullamento delle quotazioni, contenute nei listini dei prezzi dei cereali della Camera di Commercio di Foggia, dell’anno 2016 e parte dell’anno 2017, per illegittimità del procedimento di quotazione”.

“Nonostante, in questi ultimi anni, l’avvicendarsi di Governi e di Ministri di varie estrazioni al Mipaaf con l’insediamento ‘sperimentale’ della CUN del grano duro non si sta garantendo, in questo delicato momento congiunturale, trasparenza e rappresentatività in materia di formazione dei prezzi di questa produzione, da cui provengono beni primari e parte del PIL nazionale. Non vi è di fatto nessuna certezza se non quella che si usano due pesi e due misure”.
“La cd. tempesta perfetta si sta consumando così a danno, ancora una volta, della cerealicoltura perché l’arbitro attuale (Mipaaf) ha concepito una CUN “sperimentale” che in data 11/10 u.s. ha effettuato il suo primo listino, seguita il giorno dopo da quello di Bari che ha effettuato le quotazioni anche del grano duro estero comunitario (spagnolo) ed extracomunitario (canadese) con valutazioni superiori al grano duro nazionale, pur a parità di valore proteico. Quello che desta ancora più sconcerto è osservare che le quotazioni della CUN sperimentale pare siano effettuate con gli antichi criteri di natura industriale, invece di adottarne altri che valorizzino i valori nutrizionali e salutistici del grano duro, che renderebbero giusto merito alla qualità e ai metodi di produzione del grano duro italiano, specie quello prodotto in zone vocate come il Mezzogiorno, rispetto ai grani di importazione, in particolare, di quello canadese. Un’operazione, come dicevamo, solo gattopardesca che guarda al passato e disallineata con le strategie agricole UE inserite nel Green Deal!”
“Come Movimento per l’Equità Territoriale abbiamo, da tempo, posto in essere nostre proteste, in modo singolo e con altri soggetti, perché ciò non avvenisse. Abbiamo presentato studi e proposte ai governi Conte II e Draghi in merito al comparto agricolo, guardando alle due nuove strategie UE “Farm to Fork” e “Biodiversità 2030” unitamente alla necessità di riformare l’attuale sistema dei controlli, con l’autonomia e indipendenza nel senso normativo e di indirizzo previsto dall’EFSA, per aumentare il livello di sicurezza nell’intero comparto agroalimentare nazionale, – afferma Pasquale Cataneo del M24A-ET foggiano- tutelando anche le produzioni meridionali made in Italy e i consumatori. Nessuna risposta. E che l’arbitro, unitamente ai “gattopardi” consenzienti, sia diversamente indirizzato verso l’agricoltura del Mezzogiorno viene anche inoltre dimostrato, ad esempio, dal DM Mipaaf del 30.09.21 n.490962 che ha di fatto destinato, su oltre 1600 mln di euro del PNRR per la risorsa idrica in agricoltura, 2 mln (lo 0,125%) per la Puglia e 0 euro per Abruzzo, Molise e Sicilia. Non solo. E che dire dei rincari, rilevantissimi, di concimi e carburanti?”
