Il Presidente di Legambiente Cogliati Dezza ha così commentato: “Com’è possibile cancellare un provvedimento virtuoso che ha creato lavoro, permesso di ridurre le bollette energetiche, riqualificato case e edifici? Le detrazioni del 55% per gli interventi di efficienza energetica in edilizia sono sicuramente il più lungimirante intervento di sviluppo sostenibile introdotto negli ultimi anni in Italia. Sarebbe un gravissimo errore cancellarlo e provocherebbe danni assai rilevanti per le imprese e le famiglie. Se il Ministero dell’Economia confermerà la sparizione degli incentivi a partire da gennaio faremo sentire la nostra voce insieme a quella di molti altri. A pensarla come noi, infatti, ci sono imprenditori, costruttori e associazioni dei consumatori pronti a scendere in piazza”. “Se sarà necessario – conclude Cogliati Dezza -chiederemo all’Unione Europea d’intervenire visto che nel Piano per le rinnovabili inviato dal Governo a Bruxelles a Luglio, il 55% era individuato come una delle strategie fondamentali per raggiungere gli obiettivi al 2020.”
in Italia è in aumento il numero di impianti fotovoltaici installati per uso domestico. Lo evidenzia un rapporto sviluppato da NuoveCostruzioni.it di GruppoImmobiliare.it e reso noto in questi giorni, relativo allo studio delle regioni nelle quali è presente il maggior numero di immobili che sfruttano l’energia solare come principale fonte di approvvigionamento. Il territorio più “virtuoso”, in questo senso, è la Lombardia, dove sono stati censiti 15mila impianti solari per uso domestico sui 100mila che formano il totale nazionale. Al secondo posto c’è il Veneto (10700 impianti), seguito dall’Emilia Romagna (9100 impianti), mentre in base alla potenza installata, il primato va alla Puglia (319 Megawatt).
“L’esclusione dalla legge di stabilità – ha commentato Ermete Realacci, responsabile green economy del PD– per il 2011 della stabilizzazione del credito di imposta del 55% per gli interventi di miglioramento energetico delle abitazioni sarebbe un atto gravissimo, contro un settore fondamentale per l’economia del paese e le politiche ambientali. Il Pd contrasterà con ogni mezzo questa scelta profondamente sbagliata”. “Il volume complessivo al dicembre 2010 è stimato in 11,1 miliardi di euro per un totale di 843.000 interventi- continua Realacci. Sono stati attivati ogni anno oltre 50.000 mila posti di lavoro nei settori coinvolti, soprattutto piccole e medie imprese nell’edilizia e nell’indotto: dalle fonti rinnovabili alla domotica, dagli infissi ai materiali avanzati. Ha contrastato la crisi nel settore dell’edilizia e ha contribuito a ridurre le bollette energetiche degli italiani. Si è inoltre favorita un’importante innovazione e una spinta di tutto il comparto verso la qualità. Si tratta, insomma, uno dei successi più significativi della green economy nel nostro paese, affossarla sarebbe molto grave.”
Come spiegato in precedenza, la misura per gli incentivi non è stata introdotta nella legge di stabilità (Finanziaria) dal maxiemendamento del Governo in quanto mancherebbe una adeguata copertura finanziaria. Peccato che proprio in questi giorni il senatore Pd Umberto Veronesi sia stato nominato direttore della neonata Agenzia per la Sicurezza Nucleare che, in barba al precedente referendum popolare, riporterà l’Italia nell’avventura nucleare. La posa della prima pietra del primo impianto nucleare potrebbe già avvenire nel 2013. Nonostante la crisi e la mancanza di risorse il Governo ha comunque stabilito lauti incentivi per le regioni che si lasceranno sedurre dall’atomo.
Il nuovo rapporto Blackburn, dell’Università della Carolina, analizzando i costi dell’elettricità per utenti residenziali in Nord Carolina, evidenzia come l’onere del fotovoltaico sarebbe inferiore al nucleare: 16 centesimi di dollaro al kWh per un impianto domestico da 3KW (e potrebbe scendere fino a 6 centesimi se si adottassero tecniche di co-generazione) contro i 17 centesimi dell’energia “prodotta con l’atomo”. Questi valori non prendono in considerazione, inoltre, il costo di smaltimento finale delle scorie radioattive ad alta densità (in Italia si sta ancora pagando per la dismissione, affidata a Sogin, delle centrali degli anni ’80) e neppure il beneficio ambientale del fotovoltaico, un’esternalità positiva non quantificabile economicamente.
a.delvecchio@statoquotidiano.it
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