NATO dalla collaborazione tra Italia, Francia e Iran, Copia conforme è il ritorno di Kiarostami nelle sale dopo Tickets del 2005. Accolto con entusiasmi ma anche con fredde impressioni, ha diviso la critica mondiale, mentre a Cannes 2010 è riuscito a strappare il premio per la protagonista, Juliette Binoche.
Il film è narrativamente diviso in due parti, semplice in struttura quanto in evoluzione di trama, preferendo concentrarsi sul gioco di coppia degli unici personaggi e proponendosi come dramma teatrale da camera ma sviluppato tra esterni e alcuni interni (auto, ristorante, bar).
La prima parte è di raffinata esecuzione, molto verbale ma mai stancante, ricca di sfumature, indizi, cura delle psicologie, mistero. L’assenza di colonna sonora e la chirurgica e fredda somministrazione d’inquietudine e sospetti rievocano certo cinema introspettivo francese o il miglior Haneke, lasciando “intrigati dalle” e “coinvolti nelle” parole, segno dell’abilità di Kiarostami di saper comandare l’attenzione dello spettatore tramite temi anche difficili e dialoghi impeccabili e perfettamente studiati.
La seconda parte, l’inizio del gioco, prende forma dopo poco più di mezzora, arrischiandosi in terreni delicati. Purtroppo da questo momento in avanti, tolta la curiosa trovata, il verbale si trasforma in verboso, i temi diventano meno accattivanti e il duetto comincia a stancare. La stessa idea non sembra avere un’energia tale da giustificare la durata della finzione, parendo arrancare in un’evoluzione forzata e rivelando le necessità impellenti del regista, quelle dell’analisi di coppia, che prevalgono e schiacciano il resto, mentre nella prima parte erano sobriamente controllate. Si procede, dunque, spossati verso la fine, aiutati solo dai formidabili attori, da una Juliette Binoche di un fascino strepitoso che ingoia i modelli estetici, tuttavia di moda, dello star system mondiale ad un William Shimell, altrettanto piacente, che ricorda i modi e i tratti eleganti di Jeremy Irons.
L’impressione finale è che la fama del film sia collegabile a un intellettualismo erroneamente confuso con pregio e alla rarità odierna di certo cinema introspettivo, che rende Copia conforme orbo nella terra dei ciechi.
Da segnalare ai patriottici per le ambientazioni toscane e da consigliare ai sostenitori della vita di coppia, con un invito a soffermarsi sui punti d’attacco più che sulle mediocri conferme.
Voto: 6.5/10
Livello spoiler: 6/10
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Copia conforme – A. Kiarostami, 2010C
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