“Abbiamo avuto un’interlocuzione serrata con il vice ministro Stefano Fassina – continuano Mongiello e Di Gioia – ottenendo che i due emendamenti, che prevedono la privatizzazione della produzione di alcune ‘carte valori’, siano discussi nella fase conclusiva del confronto per consentire ulteriori approfondimenti di carattere tecnico. Abbiamo inutilmente invitato i proponenti a ritirarli, dunque ci impegneremo a fondo nella discussione per convincere la Commissione Bilancio che la loro approvazione aprirebbe una breccia nell’apparato di sicurezza dello Stato nel delicato settore della stampa di carte utilizzate per documenti di ‘fede pubblica’.
Peraltro, l’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato è stato riconosciuto come strategico dal Governo Letta nel Decreto del Fare e non si può contraddire un’indicazione politica così forte neanche 5 mesi dopo.
Non lasceremo nulla di intentato per difendere i lavoratori di Foggia e degli altri impianti del gruppo – concludono Colomba Mongiello e Lello Di Gioia – e per affermare il principio che non sempre le privatizzazioni giuste e opportune”.
Redazione Stato