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Grano su porto industriale con bandiera delle Bahamas

AUTORE:
Giuseppe de Filippo
PUBBLICATO IL:
15 Gennaio 2010
Manfredonia //

porto Manfredonia (image by G.de Filippo/Stato)
porto Manfredonia (image by G.de Filippo/Stato)
I PRECEDENTI: GRANO DAL CANADA, IL PROBLEMA PREZZI, I PRESIDI DEL LUGLIO 2009 – sin dall’ottobre del 2008, l’altra storica associazione agricola provinciale (Coldiretti) non partecipò alla seduta della commissione prezzi, dopo che la stessa aveva fissato al ribasso ad € 23,40 il prezzo del grano duro. “A nostro avviso la commissione prezzi andrebbe sciolta – sostenne Coldiretti – perché, di fatto, non realizza le aspettative a cui essa si ispira e che, di fatto, produce effetti disastrosi per l’economia locale, ci dispiace della posizione attendista delle altre organizzazioni agricole che nulla hanno fatto per sostenere una sana e giusta protesta per la tutela dei cerealicoltori della Capitanata”. La mobilitazione di Coldiretti che iniziò con l’occupazione del porto di Manfredonia ai primi dell’ottobre del 2008 (grano duro in arrivo dal Messico, in seguito analizzato ma con il riscontro di un prodotto ottimale. Per gli Stati Generali della Cerealicoltura, convocati a Manfredonia dalla Coldiretti della Puglia, a Manfredonia arrivarono in mille dalla tutta la regione. Già dalle prime ore della mattina i cerealicoltori invasero pacificamente l’Auditorium di Palazzo dei Celestini, anche allo scopo di presidiare il porto di Manfredonia, dove era giunta, come detto, una nave carica di 25mila quintali di grano duro proveniente dal Messico). Il quattro novembre del 2008, a nome del senatore Sanciu è stata presentata un’interpellanza parlamentare sul traffico commerciale del grano duro dall’estero per l’Italia da cui riparte per l’estero come pasta Made in Italy. Allo stesso tempo già 35 comuni della provincia di Foggia appoggiarono Coldiretti per chiedere al Parlamento “l’approvazione di una legge che tuteli l’origine in etichetta per la pasta Italiana con l’obbligo di descrivere la provenienza del grano utilizzato per produrre la pasta messa in commercio” (si ricorda in ogni modo che il grano duro importato dall’area americana sarebbe dotato di un contenuto proteico maggiore per la lavorazione finale di prodotti farinacei, questo per giustificare la propensione dei produttori locali nell’acquisto del prodotto, anche con un prezzo relativamente più alto ndR).

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PUGLIA – Gli 800 chilometri di costa rendono la Puglia uno dei punti più sensibili dell’import/export italiano. Coldiretti organizzò una due giorni di presidi nell’area, all’intero di centri commerciali (Ipercoop. ad es.) del capoluogo barese (vedi anche articolo di Agostino Del Vecchio: Capitanata, la semola all’ocratossina e l’importazione selvaggia del grano). Nello scorso luglio del 2009, Coldiretti organizzò infatti una mobilitazione a difesa di una filiera agricola tutta italiana con la presenza di 2000 imprenditori nell’Ipercoop ‘La mongolfiera’ di Bari (uscita tangenziale Santa Caterina). Al tempo furono segnalati, dall’associazione, i carichi dei TIR bloccati e controllati dai 2000 imprenditori agricoli della Coldiretti Puglia assiepati all’uscita del porto di Brindisi: mille quintali di olive in salamoia provenienti da Grecia e Cipro e diretti a Caserta e Bagheria, 20 camion da 300 quintali l’uno, pari a 6mila quintali di olio di palma proveniente dall’Indonesia, destinazione Olearia Italiana di Monopoli (lo sbarco non è ancora terminato), 423 quintali di concentrato di pomodoro provenienti dalla Grecia destinazione Nocera Superiore, oltre alla nave ormeggiata al porto di Bari, con un carico di 43 mila quintali di grano, pari alla produzione di 22mila ettari, e il TIR bloccato ieri al Brennero, con i pomidoro a grappolo prodotti in Olanda e diretti a Cerignola, con la raffigurazione della maglia poderale della provincia di Foggia sulla confezione da 3 Kg. Anche una delegazione pugliese partecipò alla manifestazione nazionale che si svolse lo scorso luglio del 2009 al Passo del Brennero.

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IL BRANO IRLANDESE ‘DANNY BOY’: Il testo originario è basato su un messaggio di saluto che una donna indirizza ad un uomo, ma lo stesso autore scrisse qualche anno dopo la pubblicazione, nel 1918, una modifica testuale che prevedeva come la canzone potesse essere eseguita anche da un interprete maschile. Il significato testuale del brano, secondo certa tradizione, può essere individuato anche in un commiato da parte di un padre al proprio figlio (o da un nonno al nipote) nell’imminenza della partenza per la guerra o per i moti di emigrazione dovuti alla diaspora che avrebbe portato poi alla guerra civile irlandese.

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« Oh Danny Boy, the pipes, the pipes are calling
From glen to glen, and down the mountainside.
The summer’s gone, and all the flowers are dying.
‘Tis you, ‘tis you must go and I must bide.
come ye back when summer’s in the meadow
Or when the valley’s hushed and white with snow,
For I’ll be here in sunshine or in shadow.
Oh Danny Boy, oh Danny Boy, I love you so.

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And if ye come when all the flowers are dying,
and I am dead, as dead I well may be.
Ye’ll come and find the place where I am lying
And kneel and say an Ave there for me.
And I shall hear, though soft you tread above me,
And o’er my grave shall warmer, sweeter be,
And if you bend and tell me that you love me,
Then I shall sleep in peace until you come to me. »

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