Se la decisione è stata presa in loco, a Taranto, vuol dire entrare in palese contraddizione con quanto fino ad oggi proclamato in maniera altisonante, cioè che l’IDV deve rappresentare i valori ricercati dalla gente su questioni che riguardano: la giustizia, il lavoro, la tutela dei deboli, la cultura, proprio perché ci ritroviamo ad appoggiare il già visto, in tutti i campi, specie nel campo della tutela della salute e dell’ambiente, all’insegna della conservazione. Per non parlare delle reiterate e clamorose defenestrazioni di assessori per questioni di dissintonia con il modus operandi del sindaco Stefano! A tal proposito risulta emblematica quella di un assessore dell’Italia dei Valori che aveva appurato come la più grande industria d’Europa insistente sul territorio ionico, per merito di chissà quale accorta dimenticanza, nel corso del tempo non avesse mai pagato l’ICI al Comune. Com’è possibile che l’IDV dimentichi tutto ciò? Se la decisione, invece, proviene da Roma, per un accordo con Vendola, ai fini di un possibile connubio futuro con lui, allora reputo che il partito sminuisca la propria portata a livello nazionale: finito Berlusconi, finisce l’identità del partito?
Se quanto riferisco è confermato significa che l’asticella della politica è precipitata insieme al suo atleta al suolo e bisogna sicuramente pensare oltre. Io ritengo di aver perseguito nel mio operato quei principi di base che muovono i “valori”, e reputo che a Taranto, come nel resto dell’Italia, si debba promuovere lo spirito liberale e social-democratico in cui si raffigura la vera partecipazione sentita dei cittadini alla res publica, in fondo sono loro che hanno il vero potere di cambiare le cose già partendo dalle cabine elettorali. E’ proprio nell’assunto di “Cambiamo Taranto” che si ritrovano i valori basilari del rispetto della democrazia, della pluralità, del rispetto dei cittadini che devono essere artefici del cambiamento in meglio della realtà a Taranto”.
Quale dei politici che tornano sulla scena si è mai chiesto cosa pensano i cittadini e non i partiti dell’ambiente in cui si vive? Quali progetti futuri la cittadinanza auspica per i giovani e le nuove generazioni? Quale università, quali percorsi di studio o di formazione, permetterebbero ai nostri figli di trovare subito un lavoro? Quale fiducia trasfondere negli imprenditori , specie i piccoli? Come realizzare nuove economie in un momento di congiuntura economica? E soprattutto come rispettare la vera vocazione del territorio ionico che non mi stancherò mai di dire: “non è a vocazione industriale”? E’ accaduto che coloro che fino ad oggi ci hanno governato hanno realizzato quanto chiedo? Oggi l’asticella della politica ci dice che ci sono 400 milioni di euro per il porto di Taranto e ad ogni tornata elettorale c’è sempre lo stesso stanziamento ma, ahimè, il porto langue sempre di più, ed è stato consegnato nelle mani di altri e non della città.
Esorto la base dell’IDV, e tutti coloro che non si identificano nella politica che fino ad oggi ha gestito il nostro futuro male a svincolarsi dai diktat . La politica è una questione locale, non una questione di tavoli centrali, esempi possono essere: Napoli, Milano, Genova; perché non può esserlo i Taranto? Le prossime amministrative rappresentano un momento fondamentale per l’esercizio della volontà popolare e la giustificata disaffezione verso la politica è generata proprio dalla vecchia maniera di far politica, evidentemente ancora in auge”.
(Patrizio Mazza è consigliere regionale IDV)
Editoriali L'asticella della politica si è mossa
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