San Severo – “La notizia di un’altra disgrazia mortale ha rattristato la nostra Città, già scossa in più occasioni in passato da tragedie altrettanto ferali, sia in loco che fuori. Le necessità quotidiane di aziende allo stremo delle forze lavorative per l’ormai devastante crisi economica che colpisce pesantemente anche il nostro Paese ha fatto un’altra vittima, togliendo ad una famiglia la guida e il più importante e vitale punto di riferimento”. Con una nota di cordoglio diffusa in mattinata, il sindaco di San Severo, Gianfranco Savino, si unisce al dolore per la morte, avvenuta ieri, dell’operaio Luigi La Penna, schiantatosi al suolo mentre spalava la neve dal tetto dell’azienda “De Lisi”.
“Capiamo – continua Savino- il bisogno sia dell’azienda sanseverese ora nell’occhio del ciclone per questa improvvisa disgrazia, sia della famiglia, alla quale indirizziamo i sensi del nostro sincero cordoglio. D’altro canto non possiamo non riconoscere che c’è sempre più bisogno di compiere ogni sforzo per non mettere mai in pericolo la vita delle maestranze di ogni tipo di azienda, studiando tutte le accortezze più efficaci a tutela dell’incolumità generale”.
“In questo senso – la chiosa del sindaco della Città dei campanili – andrebbe forse reso più attento anche l’occhio del Legislatore nazionale che, giorno dopo giorno, come tutti, vede scorrere nella vita del Paese un film di disgrazie e di morte che, in tanti casi, potrebbero forse essere evitate o, comunque, limitate nell’impressionante numero”.
Operaio morto a San Severo, il cordoglio dell’assessore provinciale alle Politiche del Lavoro Leonardo Lallo. «A titolo personale ed istituzionale esprimo il più profondo cordoglio della Provincia di Foggia per la morte di Luigi La Penna. L’incidente di cui è rimasto vittima scrive purtroppo l’ennesima pagina dolorosa per il mondo del lavoro della Capitanata». Così Leonardo Lallo, assessore provinciale alle Politiche del Lavoro, commenta la tragica morte dell’operaio 55enne di San Severo, deceduto mentre si trovata sul tetto del capannone della ditta per cui lavorava.
«Alla famiglia di Luigi La Penna vanno la nostra vicinanza in questo difficile e drammatico momento – afferma l’assessore provinciale – Attendiamo adesso che gli organi inquirenti accertino la dinamica in cui è avvenuto l’incidente. Nello stesso tempo però questa tragedia ripropone la necessità ineludibile di operare con maggiore impegno e dedizione sul fronte della sicurezza sui luoghi di lavoro. Un dovere che appartiene tanto alle categorie imprenditoriali quanto agli stessi lavoratori e sul quale dobbiamo, insieme, rafforzare la nostra attenzione e la nostra vigilanza».
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Frasi di circostanza e retorica. Luigi la Penna è morto per un infortunio sul lavoro. Luigi era un verniciatore della De Lisi, aveva evidenti segni di avvelenamento da piombo (usato nelle vernici sino ad alcuni anni fa). Io mi sono licenziato dopo che una punta di un trapano mi si conficcò vicino all’occhio destro. Andai in ospedale ed ebbi la conferma che anche i medici (sarebbero stati, ndR) compiacenti con la ditta nel non denunciare l’infortunio.