(Farodiroma.it) Manifestano il proprio sconcerto per la posizione della Presidenza della Conferenza episcopale italiana che lo scorso 10 giugno è intervenuta per bocciare le proposte di legge – ora convogliate in un testo unificato – per contrastare l’omofobia (non servono e mettono a rischio la libertà di opinione di criticare l’omosessualità, ha detto in sostanza la Cei, v. Adista Notizie n. 24/2020). Si tratta di alcuni genitori cattolici di figli omosessuali (tutti pugliesi, delle province di Brindisi, Taranto e Foggia; per contatti, Albarosa Sanzo: albarosa.sanzo@gmail.com) che hanno deciso di scrivere al referente territoriale della Cei, ovvero mons. Donato Negro, vescovo di Otranto e presidente della Conferenza episcopale pugliese, per comunicare le proprie perplessità. (Farodiroma.it)
La chiesa è solo il solito covo di ipocriti
Non ho niente contro gli omosessuali, ma ritengo non utile la legge contro l’omofobia. Per esempio, il vizio più deprecabile e disgustoso è la pedofilia e c’è una precisa legge contro, tuttavia questo vizio non è mai stato debellato. Poi, siccome gli imbecilli ci sono dappertutto, anche tra gli omosessuali, già adesso ci sono i gay-pride con l’ostentata e sgradevole messa in piazza di spiacevoli aspetti tipici, con la legge contro l’omofobia, avente un obiettivo anche condivisibile, l’ostentazione sfacciata raggiungerebbe il massimo. Io ho ormai quasi ottanta anni e il mio più caro amico d’infanzia era omosessuale e posso sinceramente affermare che, per tutta la sua vita, non ha mai dato adito a scandali e/o ostentazione in pubblico e, con me e la mia famiglia, neanche privatamente. Nel dopoguerra, mia madre era sarta professionale da donna e, a casa mia, accorrevano un sacco di “mezzafemmene” come si chiamavano allora, e mia madre trattava tutti alla stessa maniera, clienti e lavoranti, poi, privatamente, elogiava il lavoro delle “mezzefemmine” dicendo che lavorava meglio delle sue ragazze.