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DECESSI ACCERTATI, AGGIORNAMENTO – Il governo (fonte: Rassegna.it) ha proclamato lo stato di emergenza fino alla fine di gennaio e un periodo di lutto nazionale di un mese. Finora sono stati recuperati i corpi senza vita di almeno 70mila persone. Ad affermarlo è stato il premier haitiano Jean-Max Bellerive parlando con la Abc. Molte delle vittime sono già state seppellite dai parenti. Secondo stime non ufficiali il sisma potrebbe aver provocato la morte di 200mila persone. Sono 600 i voli giunti e decollati dal Paese colpito dal terremoto da quando la gestione dello scalo è stata temporaneamente affidata al comando militare americano. Elton ha detto che ad Haiti sono in arrivo aerei e aiuti da oltre 30 Paesi, e nel piccolo aeroporto le condizioni operative sono al massimo della capacità possibile, data la situazione. Nella capitale, in ogni caso, sono stati allestiti 250 centri di soccorso per distribuire viveri e medicinali. I sopravvissuti vivono ammassati in bidonville improvvisate a due passi dal palazzo nazionale, parzialmente distrutto, simbolo di un potere decapitato dalla catastrofe. La priorità è ormai quella di evitare una catastrofe sanitaria: la carenza di acqua potabile e di servizi sanitari aumenta fortemente il rischio di epidemie. La speranza, però, non muore. Le squadre di soccorso, oggi, hanno estratto altre due persone vive dalle macerie del supermercato dove stava lavorando l’italiano Antonio Sperduto al momento del terribile terremoto. Si tratta di un uomo e di una donna salvati dalla squadra di soccorritori della Florida e arrivati dalla Turchia che poche ore prima avevano estratto altre tre persone vive dalla macerie. E’ sceso a 7 il numero degli italiani che, al momento, mancano ancora all’appello ad Haiti. Lo rende noto la Farnesina. A questi vanno aggiunti poi i 3 connazionali – i due funzionari Onu e quello indicato sotto le macerie di un supermarket – per il quali si ‘hanno fondate e concrete ragionidi forte preoccupazione”.
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GLI OSPEDALI – Senza posto le strutture ospedaliere della città, che non possono pertanto più ospitare nuovi feriti. La preoccupazione principali delle autorità locali è per possibili saccheggi, rivolte popolari e/o, ancora peggio, per epidemie. Il governo di Haiti calcola che il bilancio del sisma, quello ancora non ufficiale, potrebbe già essere di 200mila vittime. Oltre 15mila corpi senza vita sono stati ammassati e seppelliti; sono almeno 250mila i feriti, un milione e mezzo gli sfollati. Per gli italiani rintracciati nell’isola: conferma ieri per la prima vittima italiana – Gigliola Martino, 70 anni – mentre dal Cairo il ministro degli Esteri Frattini ha espresso la preoccupazione delle autorità per le sorti di tre connazionali, tra cui due funzionari delle Nazioni Unite, dei quali non si hanno più notizie (fonte: Sole 24 ore). Secondo fonti del ministero degli Esteri, i connazionali contattati finora sono 176, mentre mancano all’appello 21 persone. Dall’Onu sono stati considerati come “dispersi” i due funzionari di nazionalità italiana, mentre il terzo connazionale di cui anche Frattini ha parlato risulterebbe sotto le macerie di un supermercato (fonte: Sole 24 Ore). Nelle prossime ore, grazie ad un piano di ‘evacuazione’ stabilito dai funzionari della Farnesina, all’incirca venti-trenta italiani potranno tornato in Patria.
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I SOSTEGNI NECESSARI – “Più medici e meno giornalisti, meno promesse più acqua e cibo”: migliaia di haitiani sarebbero in fuga da Port-au-Prince verso la Repubblica Domenicana per cercare di rifornirsi di cibo, acqua e merci. Calca di mezzi e persone si sarebbero verificati al valico di frontiera di Malpaso. Status temporaneo di rifugiati a tutti gli immigrati clandestini haitiani che si trovino nel Paese, proteggendoli dall’espulsione e consentendo loro di lavorare negli Stati Uniti, come stabilito dall’amministrazione Obama: il provvedimento riguarderebbe almeno 100mila clandestini (New York Times), così come altri 30mila di cui era già stata avviata la procedura di espulsione dal Paese: lo status temporaneo, valido per un periodo di 18 mesi, si applicherà solo a quei cittadini haitiani che si trovavano negli Stati Uniti al momento del sisma che ha colpito Port-au-Prince, martedì scorso (12 gennaio).
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LE NECESSITA’ DEI BAMBINI – Per Save The Children, sono “almeno” due milioni i bambini, molti dei quali feriti o rimasti orfani, colpiti direttamente dal sisma. Secondo l’associazione “i bambini sono in stato di choc e di pericolo, Molti fra loro sono rimasti orfani o sono essi stessi feriti, Hanno bisogno di essere rapidamente assistiti. Ormai possono contare solo su loro stessi per sopravvivere”. Circa 50.000 i bambini ospiti degli orfanotrofi di Haiti, sul cui destino grava ora il peso del terremoto. Principale problema è però l’indeterminato stop alle adozioni che molti di loro attendevano: 1500 in Europa e intorno a 900 soltanto negli Stati Uniti. L’Unicef ha mobilitato finora aiuti per 3,4 milioni di dollari. L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha tracciato un grave bilancio della situazione, con otto ospedali danneggiati o distrutti dal sisma, mentre i feriti hanno urgente bisogno di cure per evitare infezioni; infezioni che colpirebbero “una popolazione già molto vulnerabile”; con un possibile “‘impatto devastante”, come detto a testate internazionali dal portavoce dell’Oms, Paul Garwod. Il principale rischio sarebbero quello della diffusione di malattie respiratorie e diarroiche, oltre a quello delle ferite che, in mancanza di cure adeguate per quanto semplici, possono infettarsi. Negli stessi ospedali mancano medici e chirurghi, manca il materiale chirurgico e da sutura. In vaste aree manca anche l’acqua potabile, insieme agli altri generi di prima necessità.
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GLI APPELLI DI PADRE BENIAMINO ROSSI – Da anni la ASCS (Agenzia Scalabriniana per la Cooperazione allo Sviluppo – www.ascs.it) è impegnata a sostenere l’ampio ed articolato progetto della “missione scalabriniana” nel quartiere di Croix-de-Bouquets, che, oltre al seminario propedeutico, gestisce una scuola per 450 ragazzi (la nuova costruzione è stata inaugurata la Domenica delle Palme del 2009), un poliambulatorio, una fattoria agricola, una serie di strutture per la formazione dei laici e giovani in particolare, nonché la struttura della Conferenza episcopale haitiana. “Le notizie che abbiamo fino a questo momento – dice a Stato Padre Beniamino Rossi – sono frammentarie (per non dire inesistenti) per l’impossibilità di avere comunicazioni dirette con i confratelli. I confratelli ed i seminaristi stanno tutti bene, mentre le strutture hanno subito danni, dei quali non si sa la esatta consistenza. Anche i nostri missionari haitiani sparsi per il mondo non sono ancora in grado di ricevere notizie dalle loro famiglie”. Padre Beniamino degli Scalabrini rende nota dunque “l’impossibilità, per i missionari, di indicare programmi e progetti concreti in previsione di una ricostruzione e di un rilancio della missione scalabriniana che, rivestiva una tipologia esemplare e concreta di aiuto allo sviluppo”, in quanto tenderebbe “ad incidere sulla trasformazione culturale e strutturale della società haitiana, e che, quindi, risulta ancora più urgente ed insostituibile nella tragedia che ha colpito Haiti ed in prospettiva per una ricostruzione del Paese e per una rilancio della convivenza civile sul territorio”.
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“Possiamo solo sollecitare la solidarietà scalabriniana europea – dice ancora Padre Beniamino Rossi, sostenuto nei suoi richiami ed appelli dalla grande solidarietà mostrata per la tragedia da Padre Arcangelo M. degli Scalabrini di Siponto (Manfredonia)- anche per la prossima Quaresima, a mobilitarsi con raccolte speciali proprio per Haiti e la “missione scalabriniana” di Croix-de-Bouquets. Padre Beniamino Rossi, presidente ACS, direttore SIMN-ASC, coglie l’occasione per “formulare a ciascuno di voi i miei più cordiali e sinceri saluti a nome del Consiglio Direttivo ASCS, del Team operativo della nostra Agenzia e degli Operatori e dei Volontari dell’ASCS, che sono impegnati nella varie missioni scalabriniane”.