All’indomani della vittoriosa perfomance alle interregionali pugliesi delle quattro schermitrici under 14 della ASD Daunia Fencing Club abbiamo intervistato la responsabile tecnica del club di scherma foggiano Francesca Zurlo.
Coach Francesca Zurlo la scherma e Foggia sono un binomio virtuoso?
La scherma foggiana ha sicuramente una grandissima tradizione e la conferma è proprio che agli ultimi campioni italiani assoluti a squadre svolti a Napoli lo scorso giugno, trasmessi anche da Rai Sport praticamente in finale c’erano quattro foggiani tutti saliti sul podio: Francesco Bonsanto (oro) , Francesco D’Armiento e Luigi Samele (entrambi argento e allenati da maestri foggiani) e Emanuele Nardella (bronzo). Fra le giovani promesse c’è da citare Francesco Pio Iandolo, che attualmente tira a Salerno. Fra le donne della scherma foggiana c’è Martina Criscio, oro agli europei e atleta alle prossime Olimpiadi di Tokyo.
Le quattro qualifiche delle under 14 nel fioretto femminile sono un incipit per un nuova primavera del fioretto foggiano?
La sciabola ha sempre regnato sovrano da queste parti, tuttavia noi cerchiamo di rinverdire anche la tradizione del fioretto, un po’ abbandonata. C’è un ritorno di interesse: Iandolo è nel ranking nazionale dei primi 16 nel fioretto maschile assoluto. D’Armiento Samele e Criscio hanno iniziato con il fioretto e con la Criscio ci sono anche ricordi personali per i suoi esordi, avendola messa in guardia io (avviata alla disciplina). L’impulso della nostra società è quello quindi di far sviluppare ed emergere il fioretto.
La scherma è uno sport individualista secondo lei?
La scherma è uno sport che si apprende stando in un gruppo. Nel gruppo è importante sostenersi l’un l’altra. Ciò che abbiamo visto agli europei di calcio in corso quando il danese Eriksen ha avuto un malore è la testimonianza di ciò che è uno sport di squadra: solidarietà e sostenersi a vicenda. La scherma è uno sport individuale ma si nutre nel gruppo degli atleti. Si cresce tutti insieme: se non cresce il gruppo non crescono nè le capacità individuali né i campioni di domani.
Una sua considerazione sul difficile periodo che si sta attraversando con la pandemia?
Il covid-19 ha penalizzato moltissimo noi schermitori, per quanto non sia uno sport di contatto abbiamo avuto le nostre difficoltà. Tuttavia non ci siamo arresi e siamo ricorsi anche agli allenamenti virtuali l’anno scorso. La passione è una grande motivatrice. Sicuramente in questa fase di riapertura la scherma e lo sport in generale saranno di grande formazione per i ragazzi e le ragazze che hanno vissuto un periodo di isolamento: lo sport potrebbe aiutarli a ritrovare sè stessi!