“Siamo stati tra quelli che, al di là del colore politico dello schieramento vincente, hanno salutato con favore e speranza l’elezione di un nuovo Consiglio Comunale e di una Sindaca dopo lo scioglimento per infiltrazioni mafiose a Foggia nel 2021.
Purtroppo dobbiamo registrare alcuni passaggi e alcune scelte della Giunta e dell’attuale maggioranza comunale che ci hanno destato perplessità, da ultimo la querelle sulle nomine dei C.d.A. delle società partecipate in capo al Comune di Foggia, secondo una logica di divisione dei posti tra partiti e movimenti che fanno parte dell’attuale maggioranza. Secondo alcune testate locali, poi, tra i nomi scelti direttamente dalla Sindaca Episcopo per Amiu Puglia S.p.a. vi sarebbe quello di chi anni addietro era stata Presidente di Amica S.p.A., altra partecipata del Comune di Foggia (e la cui storia finale meriterebbe un capitolo a parte), durante una vicenda che è opportuno oggi richiamare alla memoria.
Per quanto riportato anche di recente da qualche testata locale, infatti, si trattava, all’epoca, dell’assunzione in Amica S.p.A. del figlio di un noto esponente della mafia foggiana, il quale, secondo la segnalazione di un solerte funzionario (a cui va tutto il nostro tributo), era stato contrattualizzato senza alcun merito particolare e poi assunto nonostante le continue assenze dal posto di lavoro già nel periodo di prova.
Proprio la segnalazione del funzionario di Amica S.p.A. consentì di far emergere questa triste pagina foggiana, con esisti giudiziari per le minacce subìte dal funzionario. Ebbene, l’allora Presidente e i vertici di Amica S.p.A. non hanno avuto alcuna responsabilità penale, civile, amministrativa o d’altra natura in questa vicenda e la nostra Associazione ha rispetto per il percorso istituzionale (anche quale parlamentare) dell’ex Presidente. Tuttavia, ad un livello politico (inteso come virtuosa gestione del bene comune), leggendo le cronache locali di questi giorni una questione si pone senz’altro avviso.
È chiaro, infatti, che all’epoca qualcosa non funzionò nella governance della società partecipata, fin nei suoi livelli più alti, e per tale motivo fu possibile giungere a quella siffatta assunzione (rispetto alla quale è ancora oggi necessario leggere gli atti giudiziari che la riguardarono, davvero illuminanti e di monito per il nostro futuro). Quali sono, oggi, i concreti e misurabili criteri di governance che possono esprimere le persone designate dal Comune di Foggia per le società partecipate, affinché questo triste passato non si ripeta più e affinché si possa essere liberi una volta per tutte dalle infiltrazioni mafiose (anche) nelle predette società?
Lo chiediamo alla Sindaca, alla sua Giunta, ai componenti dell’attuale maggioranza del Comune di Foggia, anche alle opposizioni e agli stessi soggetti che sono stati nominati nei posti direttivi. E non ci accontenteremo di selfie, slogan da social network, negazionismi o petizioni di principio. Occorre, a nostro avviso, che il cambiamento corra, più che sui nomi, su metodologie e prassi del tutto nuove e di rottura rispetto al passato”.
Avv. Dimitri Cavallaro Lioi, Presidente dell’Associazione “Giovanni Panunzio * Eguaglianza Legalità Diritti”