Foggia– All’alba di ieri, 15 ottobre, gli agenti di polizia si sono presentati presso l’abitazione di Leonardo Miucci, ma l’uomo non era presente. Il 46enne, originario di Monte Sant’Angelo e fratello di Enzo, noto come «U criatur», è ritenuto il referente del clan Libergolis a Manfredonia, dove vive da tempo. Considerato uno dei principali operatori di appalti per il gruppo mafioso, Miucci ha scelto di darsi alla latitanza.
Leonardo Miucci, soprannominato Dino, è emerso come figura di spicco nell’ambito della maxi-indagine «Mari e Monti» condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) di Bari. Questa operazione ha portato, lo stesso giorno, a 39 arresti, di cui 37 in carcere. Secondo gli inquirenti, Miucci è considerato il plenipotenziario del clan dei montanari su Manfredonia, con un ruolo cruciale nelle decisioni operative sul territorio. Nelle intercettazioni incluse nell’inchiesta, è stato descritto come «un santo» e viene ritenuto mandante di estorsioni, nonché partecipe dell’associazione a delinquere di stampo mafioso guidata dal fratello Enzo e da Franco Li Bergolis e Giuseppe Pacilli.
Insieme a Miucci è fuggito anche Pasquale Totaro, 32 anni, anch’egli di Monte Sant’Angelo. Gli investigatori sospettano che possa esserci stata una soffiata riguardo all’operazione.
A rivelare dettagli sugli affari di Dino Miucci è stato un collaboratore di giustizia, Andrea Quitadamo, che ha dichiarato al pubblico ministero Ettore Cardinali della Dda di Bari: «Dino Miucci ha il controllo di tutti gli appalti nel settore edile». Un altro pentito, Marco Raduano, ha confermato tali affermazioni, affermando: «Lui gestiva la cassa del clan. Tutti i soldi delle attività illecite venivano amministrati da Leonardo. So che parte di quei fondi sono investiti in attività edilizie».
La latitanza di Miucci pone una nuova sfida per le forze dell’ordine, in quanto potrebbe tentare di mantenere il controllo sull’organizzazione mafiosa in un periodo particolarmente delicato per il clan【La Gazzetta del Mezzogiorno】.