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ISTITUTO Riforma Cartabia e reati ambientali: l’improcedibilità quale ipotetica spada di Damocle

Nuovo istituto della “improcedibilità”, introdotto dalla cd. Riforma Cartabia (Legge 27 settembre 2021 n. 134)

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
16 Novembre 2023
Focus e Inchieste // Manfredonia //

Il lavoro di ricerca oggetto di questa pubblicazione riguarda il rapporto tra il nuovo istituto della “improcedibilità”, introdotto dalla cd. Riforma Cartabia (Legge 27 settembre 2021 n. 134), e i potenziali elementi di criticità in relazione all’applicabilità della stessa ai reati ambientali. L’introduzione nel nostro ordinamento dell’istituto della improcedibilità, con l’ulteriore complicazione delle deroghe e delle proroghe, di ordine generale e speciale, rendono il quadro confuso e contraddittorio, dando potenzialmente luogo a situazioni assurde e irrazionali in diversi campi, tra cui quello degli ecodelitti, introdotti nel nostro ordinamento con la Legge 68/2015.

In linea generale, la Riforma Cartabia tende ad azzerare tutto qualora i giudizi di appello e di cassazione durino più di due anni e di un anno; ma prevede, tuttavia, la possibilità di una proroga qualora si tratti di reati gravi quali i delitti commessi per finalità di terrorismo, partecipazione a banda armata, associazione mafiosa, violenza sessuale e associazione finalizzata al traffico di stupefacenti.

In queste proroghe, tuttavia, sono del tutto assenti reati di rilevante impatto sociale quali, a mero titolo di esempio, il disastro ambientale, rischiando in tal modo di depotenziare del tutto la forza innovatrice della novella del 2015, sopra menzionata.

In particolare, reati quali il già accennato disastro ambientale, così come l’inquinamento ambientale, che abbisognano di complesse indagini di polizia giudiziaria, accertamenti tecnici accurati di natura specialistica dove bisogna tenere conto sia dei danni attuali che di quelli in divenire, allorquando vanno valutati delicati aspetti quali l’alterazione irreversibile o il significativo deterioramento dell’ecosistema, dopo la sentenza di primo grado, potrebbero finire, a causa dell’eccessivo carico di lavoro del giudice dell’impugnazione così come quello di legittimità, nel tritacarne della improcedibilità.

Come si evince da quanto rappresentato, e, al netto di quelle che saranno le evoluzioni, soprattutto di natura giurisprudenziale, che misureranno l’impatto della Riforma Cartabia sul segmento rappresentato dagli illeciti ambientali, soprattutto sugli effetti della improcedibilità, in futuro sarebbe auspicabile che il legislatore potrebbe intervenire al fine di novellare aspetti della riforma suscettibili di creare confusione in coloro che dovranno “interpretare” le norme, ossia gli operatori del diritto.

Da parte del legislatore potrebbe esserci stata una caduta di attenzione verso i delitti ambientali, laddove si accetta la circostanza che mentre il giudizio di primo grado può durare anche diversi anni, con investimento di risorse ed energie sia per la complessità delle indagini che per lo svolgimento del processo, lo stesso non può dirsi per i successivi gradi di giudizio, dove si corre il rischio che il tutto possa cadere nel nulla a causa del mancato rispetto di stringenti termini perentori, quasi come se gli stessi potessero assurgere ad una sorta di risolutorio istituto di natura deflattiva per la celere definizione delle pendenze.

PUBBLICAZIONE INTEGRALE > 9899_11-2023 (1)

Profili

Prof. Francesco Mazza. Docente di Diritto Penale a Cassino (QUI AMPIO CURRICULUM > C.V. sintetico Francesco Mazza agg_)

Dott. Roberto Colucciello, Ufficiale del Corpo delle Capitanerie di Porto. Laureato in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Foggia, consegue l’abilitazione alla professione di Avvocato. Consegue successivamente due titoli di laurea triennale, in Operatore Giuridico d’Impresa presso l’Universita’ degli studi del Sannio di Benevento con una tesi sugli strumenti di programmazione negoziata con particolare riferimento al Contratto d’Area di Manfredonia, e nel 2022 Scienze Investigative presso l’Universita’ degli studi di Foggia con tesi in Criminologia, in particolare sull’approccio criminologico ai reati ambientali. È componente del Registro Nazionale dei Criminologi per l’Investigazione e la Sicurezza, dell’Accademia italiana delle Scienze Forensi, e risulta aver conseguito la qualifica di Esperto Ambientale presso l’Associazione italiana Esperti Ambientali. È altresì Cultore della materia presso il Corso di Laurea in Sociologia e Criminologia presso l’Universita’ degli Studi “Gabriele D’Annunzio “ di Chieti-Pescara. È autore di alcune pubblicazioni, tra cui Organizzazioni Differenziali e Crimini Ambientali , presentata alla quarta edizione del Forum della Conferenza internazionale di scienze sociali presso l’Universita’ del Molise di Campobasso, sulla Green Criminology and Green Crime sulla rivista giuridica Cammino Diritto, e sulle Concessioni demaniali marittime su Giureta. Settori di interesse: Diritto Amministrativo, Diritto dell’Ambiente, Scienze penalistiche e criminologiche

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