Foggia. Palazzo Dogana torna a votare dopo due anni per il rinnovo del consiglio provinciale con la particolarità che vincono non solo i civici – già radicati nel 2014 in una tornata elettorale che ha proclamato ben tre sindaci a San Severo, Lucera e Cerignola- ma in cui i partiti diventano perlopiù contenitori che ospitano i più suffragati, una beffa non prevista, probabilmente.
Il caso di Pertosa e di Cor
Esemplare il caso di Giuseppe Pertosa, candidato ufficiale di Ncd, che non approda in consiglio per lasciare spazio all’esterno Gaetano Cusenza cui proprio da Foggia, roccaforte dell’area popolare, giungono due voti. Stesso dicasi per Joseph Splendido e Pasquale Cataneo, candidati nelle liste di Forza Italia ma senza appartenervi, un’iniezione di voti alla sigla di cui bisognerà capire l’entità. L’esultanza, alla fine delle votazione, di tutti i civici che costituscono la maggioranza di Landella, gli otto voti in due presi su Foggia, il comune che ha pesato di più per gli assetti futuri del consiglio, fanno dire a Splendido: “Ecco, siamo un movimento non comunale ma ormai provinciale”. Sarà vero? Certo Eliana Clemente, candidata del vicepresidente del Consiglio regionale Giandiego Gatta (Fi) supera di poco i tremila voti senza che per lei scatti il seggio. In genere in queste competizioni, seppur mediate da un voto ponderato, sono i referenti baresi che danno il loro supporto. Un seggio se lo aggiudica invece il “patto” dei consiglieri di ex maggioranza a palazzo di città formato da Cor e Fratelli d’Italia. Alla prima prova elettorale dalla loro formazione, elegge Raimondo Ursitti, segretario provinciale dei fittiani nella lista di Capitanata Popolare. In sintesi su 12 consiglieri provinciali almeno 5 sono “civici” in carico ai partiti che, in queste ore, a parte il Pd, si chiedono molto probabilmente se non siano sono strumentali alla compilazione delle liste. L’Udc elegge Giuseppe Mangiacotti e il deputato Angelo Cera, uno dei più aspri critici del governo di Miglio, ne rivendica “l’identità di lista contro il centro raccogliticcio e come segnale per Bari e Roma”. Il confronto con Capitanata Popolare è stato molto serrato, 200 voti a vantaggio della seconda che però ha inglobato anche qualche esterno.
Cusmai e il confronto nel Pd
Rosario Cusmai, vicepresidente uscente, stravince con i suoi oltre 11mila voti e da più suffragato alle provinciali 2017 porta il 50% di preferenze con cui scattano 4 consiglieri, compreso lui. Un successo conquistato girando la Capitanata in questi anni e con il supporto dell’assessore regionale Leo Di Gioia. Il confronto con il candidato del Pd era un confronto, ovviamente, con l’altro assessore regionale Raffaele Piemontese. Risultato: 4 in consiglio per il Pd, 4 per Capitanata Popolare con uno scarto di soli mille punti tra il partito organizzato (che ne conquista di più) e la formazione di Cusmai. Inoltre, da quello che si dice, pare che il candidato per cui il partito si è speso di più sia il sindaco di Troia Renato Cavalieri, in sostanza quello più vicino a Raffaele Piemontese che a Foggia prende un voto solo.
Il sindaco di Manfredonia Angelo Riccardi ottiene 7mila voti. Considerando che non tutti i suoi consiglieri l’hanno votato, per esempio i 5stelle, almeno 3mila voti li ha ottenuti in tour per la Capitanata da neofita di questa competizione elettorale. Foggia gli ha assegnato un solo voto mentre Tommaso Sgarro, cerignolano, ne ha presi due. Dunque Riccardi si è giocato la sua campagna elettorale catapultato all’ultimo momento nell’agone fra il Pd di Piemontese e quello di Elena Gentile, l’eurodeputato di Cerignola sponda per Tommaso Sgarro. Per la vicepresidenza, a parte le indicazione del presidente Miglio, le varie correnti troveranno un’intesa?
(A cura di Paola Lucino, Foggia 17.01.2017)
Personalmente, vedendo l’andamento del voto in altre provice, credo che abbiamo dato ancora prova di campanilismi, personalismi, vecchi, obsoleti e che ci indeboliscono nei confronti con le altre province in regione. Siamo lontani anni luce, dal “prima il mio territorio e poi il partito”, delle province di Bari e Lecce. Ancora la provincia di Foggia sarà “colonia interna” del resto della Puglia? Nemmeno una donna eletta, e come direbbe Peppino a Totò: ho detto tutto.
|COMUNICATO STAMPA|
Sgarro (PD) «Amministrazione Provinciale: nessun accordo di vertice
«Difficile fare trionfalismo sul risultato di elezioni di II livello per il rinnovo di metà mandato del Consiglio Provinciale, anche perché il sentimento diffuso fra i cittadini non è di soddisfazione, né per questa tipologia di elezione, né nei confronti delle (non) politiche degli amministratori provinciali uscenti».
«Nella lunga campagna elettorale, condotta in collaborazione con l’europarlamentare Elena Gentile, cui sono grato –insieme ai numerosi elettori e compagni e compagne di partito- per l’impegno profuso e per il decisivo contributo dato alla mia elezione, la parola d’ordine di tutti gli amministratori contattati, anche di quelli che con molta onestà intellettuale mi hanno annunciato la loro “impossibilità” a votarmi, è stata “discontinuità” di metodo e di merito e, quindi, politiche di governo del territorio in luogo di quelle di mero potere».
«Valutazioni politiche pienamente condivise. Per questo, e su questo, ravviso la necessità, nella Direzione del Partito e con i nuovi consiglieri PD, di una riflessione approfondita sulla complessità della situazione politica e di governo in Capitanata».
«Nessun accordo di vertice, dunque, né spartizione a tavolino di poltrone. Nessuno scambio di “figurine” e incarichi. Al contrario, una valutazione approfondita di questi due anni di amministrazione provinciale e, in uno, delle possibili ragioni politiche e programmatiche di un’eventuale collaborazione di governo, e solo in esito l’eventuale sottoscrizione di un accordo. Programmatico e di governo, beninteso, mai di potere».
|COMUNICATO STAMPA|
Sgarro (PD) «Amministrazione Provinciale: nessun accordo di vertice
«Difficile fare trionfalismo sul risultato di elezioni di II livello per il rinnovo di metà mandato del Consiglio Provinciale, anche perché il sentimento diffuso fra i cittadini non è di soddisfazione, né per questa tipologia di elezione, né nei confronti delle (non) politiche degli amministratori provinciali uscenti».
«Nella lunga campagna elettorale, condotta in collaborazione con l’europarlamentare Elena Gentile, cui sono grato –insieme ai numerosi elettori e compagni e compagne di partito- per l’impegno profuso e per il decisivo contributo dato alla mia elezione, la parola d’ordine di tutti gli amministratori contattati, anche di quelli che con molta onestà intellettuale mi hanno annunciato la loro “impossibilità” a votarmi, è stata “discontinuità” di metodo e di merito e, quindi, politiche di governo del territorio in luogo di quelle di mero potere».
«Valutazioni politiche pienamente condivise. Per questo, e su questo, ravviso la necessità, nella Direzione del Partito e con i nuovi consiglieri PD, di una riflessione approfondita sulla complessità della situazione politica e di governo in Capitanata».
«Nessun accordo di vertice, dunque, né spartizione a tavolino di poltrone. Nessuno scambio di “figurine” e incarichi. Al contrario, una valutazione approfondita di questi due anni di amministrazione provinciale e, in uno, delle possibili ragioni politiche e programmatiche di un’eventuale collaborazione di governo, e solo in esito l’eventuale sottoscrizione di un accordo. Programmatico e di governo, beninteso, mai di potere».